Oggi sono così! Sotto la tazzina, si nasconde un sorriso e un grazie.
Avevo promesso su Facebook (pensa te, ora le cose importanti si dicono sull'Internet!) un luuuuungo post di "celebrazione" per gli otto anni di questo blog.
Il comple-blog esatto sarebbe stato il 13 febbraio ma la vita quotidiana mi ha assorbita, e solo adesso trovo qualche minuto per concentrarmi su questo grande GRAZIE che voglio dire a tutti i lettori di Tazzina-di-caffè.
Dunque dunque.
Questo blog è nato nel 2008 quando avevo 28 anni e la mia vita stava cambiando in modi inaspettati e mi toccavano alcune sfide complesse da affrontare.
Se avete del tempo libero e avete voglia di sfogliare l'archivio, ritrovate alcune tappe della mia strada fino a qui, parziali e frammentate eppure costanti - ma non è questo ciò di cui desidero parlare in questo post.
Ci tengo a dirvi piuttosto che tramite questo blog ho imparato molte cose, ho cercato la mia voce e il mio spazio nel mondo. Uno spazio che è nato come un angolino e che, come fanno gli uccelli con il nido, sto cercando di curare e ampliare e rendere ospitale per me e per gli altri.
Ho cominciato a raccontare la mia vita (per lo meno alcuni pezzi) e le mie letture (non tutte ma parecchie) poco alla volta e all'inizio la sensazione era di mistero: chissà chi leggerà, chissà se qualcuno si interesserà alle mie parole.
Passo dopo passo ho scoperto che dall'altra parte c'erano delle persone che si sono affezionate a me, a questo blog. Persone che aspettavano anche quelle che non ho mai osato definire recensioni e che sovente decidevano che libri comprare dopo i miei consigli.
Mi hanno "scoperta" anche le case editrici, che hanno iniziato a incuriosirsi, coinvolgermi, talvolta anche a propormi pubblicazioni e lavori.
Per me è stato bello, ho provato momenti di felicità veri e forti.
A questa euforia, due anni fa, è seguita una crisi. Dopo aver pubblicato il mio primo romanzo, si sono moltiplicate le proposte e moltissimi autori ed editori hanno cominciato a coinvolgermi in svariate attività. Purtroppo, a un certo punto non sono riuscita a gestire tutto quanto: le proposte spesso non prevedevano un compenso o paghe molto basse e la crisi economica (frammista ai casi della mia vita personale) stringeva sempre di più me e molti miei coetanei in un vicolo cieco. Mi pareva di girare a vuoto e quella che prima era una sorgente di energie buone sembrava trasformata in una fonte di fatiche extra. Ho creduto che fosse meglio interrompere i ritmi troppo frenetici legati a questo spazio, per dedicarmi a una concreta e strutturata ricerca di lavori utili a essere indipendente. Non è facile, lo dico chiaramente.
Però mi è stato utile attraversare la crisi, personale e generale. Perché se quando hai le spalle al muro continui a credere in qualcosa, vuol dire che quella cosa conta più di tutto per te. La mia "cosa" era la scrittura. Così ho ricominciato ben presto a scrivere qui e altrove, a correggere bozze, a mandare cv, a girare video e a progettare libri e romanzi e racconti e post etc. e a consegnarli e a proporli agli editori. Insomma a lavorare, a restare sempre in movimento. Ora mi è chiaro che l'emozione di sapere che a qualcuno interessano le mie parole, imparata soprattutto su queste pagine, mi ha dato la fiducia che mi mancava.
E adesso eccomi qui a considerare che sono passati otto anni.
Grazie a questo impegno che mi sono presa con me e con chi legge, e che di fatto alla fine non ho mai interrotto veramente, mi sento più forte. Diciamo che insieme a questo blog ho guadato quell'agitato fiume che traghetta la gente dalla giovinezza all'età adulta. Questo blog mi ha fatto da zattera. Certi giorni di siccità l'ho stramaledetto, certi altri di mare mosso l'ho glorificato, più spesso era lì ad aspettarmi in silenzio come un amico. Insomma gli ho voluto bene sul serio.
Quanto a tutto il resto: ovvero il web, gli ebook, i blog, i social, la letteratura, la critica, lo stato dell'arte dell'arte narrativa etc. etc. ovvero tutto ciò su cui ho lavorato, mi sono espressa e sono stata interpellata in questo tempo beh, non ho molto da aggiungere: sono robe umane.
E come tali, ho realizzato, risentono di tutto ciò che ci connota come vulnerabili creature.
Contano le capacità, conta il talento, contano le skill e i prop e lo storytelling e il postpostmodernismo e le pagine culturali e i sepolcri imbiancati e i ganci e le app e l'intelletto ma soprattutto, supremamente, conta il carattere.
Consiglio agli aspiranti blogger (e scrittori) come mi ritengo per certi versi ancora io (mentre per altri posso dirmi ormai una senior!): applicatevi molto sulle relazioni umane - e mi spiego meglio: sul rispetto, sulla gentilezza, sulla buona fede - perché le abilità si possono acquisire ma se non siamo forti d'animo, il nostro destino è soccombere.
E ora vi dico perché è così importante per me il caffè: perchè è un forte simbolo della scrittura.
-------> vi impone di operare con calma, miscelando elementi delicati, materiali sottili e ricchi di vita e mistero come l'acqua e la polvere del caffè. Vi costringe a tornare sempre sullo stesso strumento - la caffettiera - che dovrete trattare con cura, senza lavarla troppo né troppo poco. Vi obbliga a occuparvene in prima persona, ogni santo giorno. Impone un'attesa, una gioia, una discrepanza tra il profumo e il bruciore, le aspettative e la realtà, può avere mille sapori ma un gusto solo, inconfondibile. Si "consuma" piano, oppure di corsa, ma sempre a sorsate per la maggior parte delle volte benefiche. E serve a rimanere svegli.
Un'ultima cosa: avevo promesso per questo ottavo compleanno un regalo. Ci sarà!
Alla festicciola che si terrà domenica qui a Torino proporrò una sorta di tombola! (è bello essere vintage!). Il fortunato vincitore avrà un regalo. Quindi il dono privilegerà i nativi piemontesi più che i nativi digitali.
Ma, ma, ma sono in arrivo altre novità e un dono anche per i lettori stranieri (ovvero quelli fuori dal mero confine sabaudo ;)!
Insomma in una parola, grazie.