Il 2011 è l’Anno internazionale delle foreste. L’Italia può contare su un patrimonio di 12 miliardi di alberi, distribuiti su una superficie complessiva di 10,5 milioni di ettari. L’albero più diffuso è il faggio, con oltre un miliardo di esemplari, tipici degli Appennini. Liguria e Trentino sono le regioni con il tasso di boscosità più elevato (60% del territorio), mentre la Toscana e la Sardegna risultano le regioni che vantano le maggiori superfici forestali. Sono questi alcuni dati dell’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) resi noti dal Corpo forestale dello Stato. Secondo le stime, nel quadro del protocollo di Kyoto, per il periodo 2008-2012, l’Italia grazie alle sue foreste risparmierà circa un miliardo di euro in termini di emissioni.
Dal Forum Onu tenutosi a New York in questi giorni emerge che, secondo le ultime stime dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, le foreste generano un valore economico diretto (intermini di cibo, carburante, medicine, energia, guadagni e occupazione) stimato in 130 miliardi di dollari l’anno, cioè l’equivalente delle riserve di oro di Francia e Svizzera.
”L’aria che respiriamo – spiega Julia Marton-Lefevre, direttore generale dell’Iucn – il cibo, l’acqua, il clima che condiziona il nostro presente e il nostro futuro, dipendono tutti dalle foreste. Il 2011 deve essere l’anno in cui il mondo riconosce la vitale importanza di foreste in salute per la vita sul Pianeta, per tutte le popolazioni e la biodiversità”. Ma non bisogna dimenticare anche il ruolo per questi polmoni verdi come ‘’spugne” di CO2, una funzione cruciale nella lotta contro i cambiamenti climatici. ”Le foreste – afferma Stewart Maginnis – offrono gli strumenti più ampi, veloci ed efficaci per contenere le emissioni globali. Dimezzare i gas serra fra il 2010 e il 2020 porterebbe ad un risparmio di 3,7 migliaia di miliardi di dollari”. (Tratto da “fiori e foglie” Tgcom.it)