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Grazie, Alvaro

Creato il 18 novembre 2010 da Pedraz
È normale consuetudine che, di tanto in tanto, il cinema presti alla pubblicità il talento dei suoi registi, dei Maestri Cinefotografi, dei musicisti e persino delle guardarobiere. I risultati sono ottimi, e vanno dal commovente colossal  sulla storia nei secoli di un campo di grano allo spot di taglio più tradizionale, così tradizionale da non essere distinguibile da un normalissimo brutto spot.
Tutto ciò avviene alla luce del sole, o meglio, sotto i riflettori di appositi giornaletti  eventisti di settore. Quasi nessuno è invece a conoscenza di un altro, finora segreto apporto artistico alla pubblicità televisiva da parte di un grande protagonista del cinema italiano. Dal semplice sospetto si è ormai arrivati alla certezza, via via che la sua produzione si arricchiva (e ci arricchiva) di perle inequivocabilmente frutto della sua inconfondibile cifra stilistica.
Sto parlando del grande Alvaro Vitali e della sua seconda giovinezza nei panni di ghost-copywriter (l'uomo è schivo e modesto) per numerose agenzie. Elencare tutto quanto è uscito dalla sua penna per dare il successo a campagne di prim'ordine è un'impresa impossibile, ma basta citare capolavori come l'irresistibile "Beato chi s'o fà, er sofà" o il raffinato "Brava, Giovanna...brava..." per toccare con mano il genio creativo che lo anima. Mi sono deciso a parlarne pubblicamente dopo la recente messa in onda del suo ultimo lavoro, sicuramente annoverabile tra i migliori, per la fortunata DraftFCB.
Si tratta di un film della campagna multisoggetto cross-category per Nivea For Men, dove il grande Alvaro, con una sola, geniale battuta, riesce nel miracolo di trasformare un personaggio serio e intelligente come Clarence Seedorf in un perfetto segaiolo da primo banco, tributo vivente alle magiche, indimenticabili atmosfere di "Pierino contro tutti"  e "L'insegnante balla...con tutta la classe".
Grazie, Alvaro. La tua è una preziosa lezione di stile e di freschezza per  noi vecchi copywriter che, ancora impastoiati da un inutile senso del pudore, rischiamo sempre più di essere tagliati fuori dal nuovo che avanza: la comunicazione Bunga Bunga.  

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