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Grazie Australia…

Creato il 12 dicembre 2010 da Lamagadioz

…non odiatemi ragazzi, ma alla fine, tra mille pensieri, paure, dubbi, nervoso e altro ho deciso…..ho deciso che per un po’, non so quanto, ma almeno per un po’ me ne torno in Italia..

Non fate così, non arrabbiatevi. Siate felici per me, perché io lo sono.

:-)

Sono una persona che quando ha in testa una cosa va fino in fondo, non molla. Se sono convinta di qualcosa, anche se agli occhi del mondo può essere sbagliata, io non mi faccio influenzare e vado avanti.

Così, secondo me, si prendono le decisioni. Se rifletti troppo, se ci pensi troppo, non decidi.

Mio fratello mi ha giustamente paragonato a quei topolini che gli scienziati mettono nei labirinti di plastica per sondare le loro reazioni a determinati stimoli…ecco io sono come quel topolino che si butta di istinto in un corridoio e solo quando prende una bella facciata nel muro si ferma. Si gira e si ributta in un altro corridoio finché non prende un’altra facciata…

Con me quei poveri scienziati rimarrebbero delusi, perchè nonostante le mille facciate che ho preso, io continuo a buttarmi nella vita.:-D

I topolini, invece, avrebbero imparato prima la lezione e si sarebbero arresi. Per paura di prendere facciate, quei topolini avrebbero smesso di correre, avrebbero scelto un angolo di quel labirinto e lì sarebbero rimasti.

Beati loro che sanno imparare dalle lezioni.

Io non ci riesco.

E così, qualche settimana fa, ho deciso. Nella mia cameretta a Bondi Beach, durante un bel pomeriggio assolato, ho ripensato a quello che voglio fare, a cosa voglio diventare, a dove può essere il mio posto nel mondo.

Pensate che io abbia davvero trovato quelle risposte? No, ovviamente.

:-D

E se voi le avete trovate, vi imploro di spiegarmi come ci siete riusciti! Perchè io a 30 anni ancora non ho capito cosa voglio fare “da grande”…e forse è grave!

Mi sono ritrovata a pensare perché, quasi d’un tratto, l’Australia aveva smesso di affascinarmi. E io avevo smesso di sognare.

E’ colpa dell’Australia? Non penso proprio. E’ un paese meraviglioso, solare, vivo, vivace e giovane. Un paese che mi ha dato tanto, che mi ha fatto crescere, mi ha fatto meravigliare giorno dopo giorno.

Un paese che mi porterò sempre nel cuore, perché mi ha cambiato e, a mio insindacabile giudizio (

:-D
), mi ha reso una persona migliore.

Quando sono sbarcata sulla terra dei canguri, un anno e mezzo fa, le mie intenzioni erano semplici: staccare la spina dal casino italiano e immergermi in una realtà completamente diversa. Provare nuovi lavori, affrontare nuove sfide come vivere e mantenersi completamente da soli dall’altra parte del pianeta, conoscere nuove persone, migliorare l’inglese. Questi erano i propositi. E questo io ho fatto.

Trovare l’amore della mia vita o una ragione forte per mettere radici Down Under (come un bel lavoro) sarebbero stati un bel bonus. Non posso negarlo.

Ma questo non è successo. C’è un motivo? Devo sentirmi una fallita? Non penso proprio.

Io non ho fallito. Io ho fatto esattamente quello che volevo fare. Ma dopo un anno e mezzo la mia terra, la mia famiglia, la mia vita pre-Sydney hanno iniziato  a mancarmi incredibilmente.

Ma ho resistito finché ho potuto. Poi poche settimane fa è arrivata l’illuminazione. E’ arrivata la risposta che da lungo tempo cercavo alla fatidica domanda: restare o partire?

Ho vagliato i motivi per cui dovrei partire e quelli per cui dovrei restare. E alla fine le ragioni del cuore, chiamiamole così, hanno prevalso. La mia famiglia mi mancava troppo e io iniziavo a sentirmi davvero sola.

Non che mi mancassero gli amici, ma la mia solitudine era interiore. Ho conosciuto ragazze italiane ed europee che, benché fossero circondate da amici, fidanzati e parenti in Australia, si sentivano tanto sole quanto lo ero io.

Perché succede questo?

Ci sono italiani che si innamorano follemente di questa terra. Alcuni si trasferiscono qui, mettono radici e in Italia tornano solo per le vacanze. Ma ce ne sono altri che invece, pur rimanendo affascinati da questo paese, sentono che non è abbastanza per loro. E in Australia tornano solo per le vacanze.

Io sono passata dal primo al secondo gruppo. Nel giro di un anno e mezzo.

Perché, ragazzi, un anno e mezzo è il tempo che dovete darvi per decidere se volete davvero rimanere in questo paese per sempre.

Dopo sei mesi c’è ancora l’entusiasmo dei primi tempi, la voglia di scoprire che un poco offuscano il giudizio personale. Dopo un anno le cose cominciano a farsi serie, si è usciti dalla fase turista e si comincia davvero a vivere in questo paese come da residente, con tutte le gioie e i dolori.

Ed è solo in quel momento che si possono fare i primi bilanci.

Ho capito che era tempo di andare. Scoprire magari altri paesi, chi lo sa. O restare nel mio. Ma dovevo partire.

Non c’è una vera ragione per la mia partenza. So solo dentro di me che questa esperienza è terminata.

Non vado via perché è successo o non è successo qualcosa. Vado via perché sento che è la cosa giusta da fare.

Credetemi, io ho passato i giorni a fare i bilanci. E alla fine so di aver fatto la scelta giusta.

Perché non ho versato una lacrima.

Ho prenotato il volo del ritorno, ho fatto la valigia, ho salutato tutti (quasi tutti…) senza sentirmi triste.

Nel viaggio verso l’aeroporto ho pensato ai momenti stupendi vissuti in Australia e non ho fatto altro che sorridere. Non ho provato un solo momento di tristezza. Segno che ero pronta. Segno che l’esperienza in Australia, per me, era davvero finita.

Che cosa mi aspetto dal mio rientro in Italia? Nulla mi aspetto. Ho voglia di riabbracciare mia madre, sbaciucchiare mia nonna, cucinare torte per mio padre e rompere le scatole a mio fratello, da brava sorella maggiore

:-D

Ho voglia di fare la figlia, per un po’. E poi si vedrà.

L’arrivo a Sydney, la ricerca di un lavoro, di una casa, la conoscenza di nuovi luoghi e persone, la prima volta in cui ho visto l’Opera House  mi rimarranno sempre nel cuore.

Posso dire di aver fatto il bagno nella barriera corallina più grande del mondo, di aver passato il Natale al caldo a Melbourne, di aver conosciuto persone provenienti da ogni parte del pianeta, di aver imparato l’inglese, e di aver cambiato  idea su tanti aspetti della vita grazie a un popolo che ha fatto del “take it easy” una filosofia esistenziale capace davvero di cambiare le persone.

Grazie Australia…

Natale a Melbourne

Grazie Sydney per le gioie e i dolori che mi hai dato.

Grazie a un paese dove puoi davvero essere te stesso, camminare scalzo per i supermercati, andare in giro in pigiama e guardarti un film al cinema da solo nel totale rispetto (qualcuno la chiama indifferenza, ma va bene lo stesso) degli altri.

Grazie Australia…

Al cinema...

Grazie per il senso di indipendenza che mi hai fatto provare e che già, forse, un pochino rimpiango.

Giusto in Australia, in questi tempi, puoi riuscire a metterti da parte dei bei soldini e vivere bene.

Certo, devi condividere la casa, ma se trovi gli inquilini giusti come è capitato a me (a parte qualche incidente di percorso, come scrivo nel post attenti al villone) è davvero una pacchia.

Grazie Australia per avermi insegnato a godere di ogni singolo giorno.

Non come se fosse l’ultimo, però. Ma come se fosse il primo di qualcosa di grandioso.

:-D

Grazie a voi, per avermi seguito in questa bellissima avventura, avermi sostenuto nei momenti più difficili e gioito con me in quelli più belli.

Non vi conosco di persona, ma attraverso i vostri commenti è come se vi conoscessi davvero.

:-D

Comunque, non finisce qui!! Ho ancora tante cose da scrivere sull’Australia….

Sto già scrivendo il libro su questa mia esperienza  e continuerò a viaggiare senza alcun dubbio.

La Maga non si ferma, tranquilli! E voi non smettete di leggermi!

:-D

Angelica


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