Che forse è il film che meglio descrive l'atteggiamento di noi italiani sui potenti.
Tutti a ringraziare il presidente dimissionario:
I sogni e le fatiche di un Sisifo al Quirinale
L'uomo che ha difeso lo Stato di EZIO MAURO
Macaluso: "Un grande, ci vorrà un altro come lui"
#GraziePresidente è l'hashtag sul sito del PD
Qualche consiglio di lettura, giusto per rinfrencarsi la mente:
"I panni sporchi della sinistra" di Pinotti e Santachiara
Gli autori nel capitolo dedicato al presidente ricordano le molte vicinanze con l'ex presidente del Consiglio Berlusconi (una certa vicinanza alla massoneria, ai vertici in Vaticano, una insofferenza verso le procure e le inchieste che coinvolgono i potenti)."Viva il re" di Marco Travaglio: un estratto
Scrivono gli autori che “Napolitano è stato il garante politico di Berlusconi”: prima di tutto perché “il leader riformista ha acconsentito al passaggio di molte leggi che avrebbero meritato ben diversa sorte”.
Napolitano ha firmato il lodo Alfano, la legge sul legittimo impedimento, lo scudo fiscale, ha accettato la nomina a ministro di Aldo Brancher.
Poi c'è il doppio comportamento tra come si è comportato col governo Prodi dopo la crisi del gennaio 2008 (Prodi andò a casa in poco più di 1 mese) e come invece si è poi comportato con Monti e Berlusconi (che non sono mai stati mandati alle Camere per prendersi la sfiducia).
“Un disegno politico da Prima Repubblica anti-bipolarismo”
"Ma soprattutto – ripete spesso Padoa-Schioppa nei nostri colloqui – “Napolitano detesta il bipolarismo e persegue un suo disegno politico”, quello svelato nella breve crisi del febbraio 2007: quello di un governo di larghe intese che eliminerebbe l’alternanza fra destra e sinistra e scipperebbe agli elettori il diritto di scegliere da chi essere governati, per rimetterlo nelle mani delle segreterie dei partiti. Come nella Prima Repubblica, che rimane l’unico orizzonte di Napolitano.