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Grazie Francesco Guccini, l’ultimo Cyrano

Creato il 14 giugno 2010 da Soloparolesparse

Negli ultimi anni della mia esperienza universitaria a Torino ebbi l’inspiegabile fortuna di poter seguire per due anni di fila un corso chiamato “Forme della poesia per musica“.
Professore di quell’esperienza fu un certo Roberto Vecchioni.

Prima o poi vi racconterò qualcosa di più di quell’incredibile avventura, oggi voglio solo ricordare che metà della sezione monografica del primo anno fu dedicata a Francesco Guccini (l’altra metà a Fabrizio De Andrè… solo per dire…).

Grazie Francesco Guccini, l’ultimo Cyrano

Ancora oggi mi sento profondamente colpevole della lite che in quei giorni ci fu tra Vecchioni e Guccini.
Amici da decenni, amici veri – non solo di bevute, finirono per litigare profondamente perchè Guccini non riuscì ad onorare la promessa di venire a raccontarci qualcosa della sua storia dal vivo ed il prof. la prese maluccio.
Ci disse poi che la crepa fu cementata… ma qualcosa rimase incrinato… ed io ancora oggi mi sento in colpa.

Lite a parte, Vecchioni ci raccontò Guccini con una passione ed una forza senza pari, costringendo quelli di noi che ancora non lo conoscevano ad amarlo profondamente.
Ci raccontò il suo quotidiano, la sua voglia d’America, la sua forza esplosiva, la sua capacità di essere contro, di difendere i suoi ideali, di lottare contro tutto ciò che non gli piaceva.
E ci fece comprendere uno per uno i suoi nemici…

Oggi Francesco Guccini, l’ultimo giullare (ma giullare vero, di quelli capaci di prendere per il culo il Re facendolo divertire), compie 70 anni ed è un giorno da festeggiare.

Lo è perchè Guccini è uno dei pochi uomini presenti in questo Paese ancora capace di insegnarci a non arrenderci, a combattere le ingiustizie, a contrastare il potere, a lottare, a lottare, a lanciarci a bomba contro l’ingiustizia.

Avrei potuto estrarre a caso un pezzo di Guccini e sarebbe probabilmente stato comunque adatto a questo giorno e a questo periodo storico, periodo in cui di lottare ne abbiamo estremo bisogno.

Ho lasciato da parte La locomotiva, che di rivolta parla in maniera esplicita, ed ho scelto Cyrano, forse la canzone che preferisco.
E fate attenzione al testo ed alla rabbia… perchè non è una canzone d’amore!

CYRANO

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l’ ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L’arrivismo? All’ amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch’ io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz’ ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d’ essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi…

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’ altra vita;
se c’è, come voi dite, un Dio nell’ infinito, guardatevi nel cuore, l’ avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l’ uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev’ esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un’ ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo…Cirano


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