Profezia
............................Era nel mondo un figlio
............................e un giorno andò in Calabria:
............................era estate, ed erano
............................vuote le casupole,
............................nuove, a pandizucchero,
............................da fiabe di fate color
............................della fame. Vuote.
Come porcili senza porci, nel centro di orti senza insalata, di campi
senza terra, di greti senza acqua. Coltivate dalla luna, le campagne.
Le spighe cresciute per bocche di scheletri. Il vento dallo Jonio
............................scuoteva paglia nera
............................come nei sogni profetici:
............................e la luna color della fame
............................coltivava terreni
............................che mai l'estate amò.
............................Ed era nei tempi del figlio
............................che questo amore poteva
............................cominciare, e non cominciò.
............................Il figlio aveva degli occhi
............................di paglia bruciata, occhi
............................senza paura, e vide tutto
............................ciò che era male: nulla
............................sapeva dell'agricoltura,
............................delle riforme, della lotta
............................sindacale, degli Enti Benefattori,
............................lui - ma aveva quegli occhi. ............................Ogni oscuro contadino
............................aveva abbandonato
............................quelle sue casupole nuove
............................come porcili senza porci,
............................su radure color della fame,
............................sotto montagnole rotonde
............................in vista dello Jonio profetico.
............................Tre millenni passarono
non tre secoli, non tre anni, e si sentiva di nuovo nell'aria malarica
l'attesa dei coloni greci. Ah, per quanto ancora, operaio di Milano,
lotterai solo per il salario? Non lo vedi come questi qui ti venerano?
............................Quasi come un padrone.
............................Ti porterebbero su
............................dalla loro antica regione,
............................frutti e animali, i loro
............................feticci oscuri, a deporli
............................con l'orgoglio del rito
............................nelle tue stanzette novecento,
............................tra frigorifero e televisione,
............................attratti dalla tua divinità,
............................Tu, delle Commissioni Interne,
............................tu della CGIL, Divinità alleata,
............................nel sicuro sole del Nord.
............................Nella loro Terra di razze
............................diverse, la luna coltiva
............................una campagna che tu
............................gli hai procurata inutilmente.
............................Nella loro Terra di Bestie
............................Famigliari, la luna
............................è maestra d'anime che tu
hai modernizzato inutilmente. Ah, ma il figlio sa: la grazia del sapere
è un vento che cambia corso, nel cielo. Soffia ora forse dall'Africa
e tu ascolta ciò che per grazia il figlio sa. Se egli poi non sorride
............................è perchè la speranza per lui
............................non fu luce ma razionalità.
............................E la luce del sentimento
............................dell'Africa, che d'improvviso
............................spazza le Calabrie, sia un segno
............................senza significato, valevole
............................per i tempi futuri! Ecco:
............................tu smetterai di lottare
............................per il salario e armerai
............................la mano dei Calabresi.
............................Alì dagli Occhi Azzurri
............................uno dei tanti figli di figli,
............................scenderà da Algeri, su navi
............................a vela e a remi. Saranno
............................con lui migliaia di uomini
............................coi corpicini e gli occhi
............................di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
............................Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
............................a milioni, vestiti di stracci
............................asiatici, e di camicie americane.
............................Subito i Calabresi diranno,
............................come da malandrini a malandrini:
............................«Ecco i vecchi fratelli,
............................coi figli e il pane e formaggio!»
............................Da Crotone o Palmi saliranno
............................a Napoli, e da lì a Barcellona,
............................a Salonicco e a Marsiglia,
............................nelle Città della Malavita.
............................Anime e angeli, topi e pidocchi,
............................col germe della Storia Antica
............................voleranno davanti alle willaye.
............................Essi sempre umili
............................Essi sempre deboli
............................essi sempre timidi
............................essi sempre infimi
............................essi sempre colpevoli
............................essi sempre sudditi
............................essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
............................essi che si costruirono
............................leggi fuori dalla legge,
............................essi che si adattarono
............................a un mondo sotto il mondo
............................essi che credettero
............................in un Dio servo di Dio,
............................essi che cantavano
............................ai massacri dei re,
............................essi che ballavano
............................alle guerre borghesi,
............................essi che pregavano
............................alle lotte operaie...
............................... deponendo l'onestà
............................delle religioni contadine,
............................dimenticando l'onore
............................della malavita,
............................tradendo il candore
............................dei popoli barbari,
............................dietro ai loro Alì
dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere -
usciranno dal fondo del mare per aggredire - scenderanno
dall'alto del cielo per derubare - e prima di giungere a Parigi
............................per insegnare la gioia di vivere,
............................prima di giungere a Londra
............................per insegnare a essere liberi,
............................prima di giungere a New York,
............................per insegnare come si è fratelli
............................- distruggeranno Roma
............................e sulle sue rovine
............................deporranno il germe
............................della Storia Antica.
............................Poi col Papa e ogni sacramento
............................andranno su come zingari
............................verso nord-ovest
............................con le bandiere rosse
............................di Trotzky al vento...
Avvertenza (p: 515) Fatti e personaggi di questo libro sono puramente immaginari ecc. ecc. Qualsiasi riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale ecc. ecc.
]
Ringrazio anche Ninetto Davoli, per i suoi contributi linguistici involontari e soprattutto per la sua allegria:
Ed ecco che entra nella platea un ossesso, con gli occhi dolci
e ridarelli,
vestito come i Beatles.
Mentre grandi pensieri e grandi azioni
sono implicati nel rapporto di questi ricchi con lo spettacolo,
fatto anche per lui, egli col suo dito magro di cavallino delle giostre,
scrive il suo nome «Ninetto»,
nel velluto dello schienale (sotto una piccola nuca orecchiuta
contenente le norme del comportamento e l’idea della borghesia libera).
Ninetto è un messaggero,
e vincendo (con un riso di zucchero
che gli sfolgora da tutto l'essere, come in un mussulmano o un indù)
la timidezza,
si presenta come in un areopago
a parlare dei Persiani.
I Persiani, dice, si ammassano alle frontiere.
Ma milioni e milioni di essi sono già pacificamente. immigrati,
sono qui, al capolinea del 12, del 13, del 409, dei tranvetti
della Stefer. Che bei Persiani!
Dio li ha appena sbozzati, in gioventù,
come i mussulmani o gli indù:
hanno i lineamenti corti degli animali,
gli zigomi duri, i nasetti schiacciati o all'insù,
le ciglia lunghe lunghe, i capelli riccetti.
Il loro capo si chiama:
Alì dagli Occhi Azzurri.
(1965)
PierPaolo Pasolini
Da Alì dagli occhi azzurri, Garzanti, Milano 1996, pp. 488-493, 515-516
A Jean-Paul Sartre, che mi ha raccontato<a href="http://www.facebook.com/people/Alba-Montori/725928608">Profilo Facebook di Alba Montori</a>
la storia di Alì dagli Occhi Azzurri