Di fatto siamo di fronte a un ministro che propone, con stolida serietà, una sorta di strage programmata consentendo le cure solo nella fase terminale. Ciò che impressiona, oltre alla cosa in sé è che questi epigoni e servi del neoliberismo formato troika, dicono enormità senza alcuna vergogna, anzi tronfi del risparmio che ottengono sacrificando anche il minimo di civiltà.
In pratica il governo greco, dopo che i cittadini hanno pagato per decenni i contributi sanitari, dice che i cittadini “devono capire che il sistema sanitario pubblico è imploso prima della crisi da anni di mala gestione e corruzione”. Come se poi i beneficiari della corruzione non fosse proprio gli uomini del sistema politico e magari anche il Georgiadis in persona. Così adesso non restano che 17 milioni per le cure anticancro, visto che i soldi versati dai greciper l’assicurazione sanitaria pubblica si sono volatilizzati per volontà della troika e sono finiti nel circuito finanziario. Troppo pochi per cure efficaci.
Mi chiedo quanto tempo ci vorrà perché un qualunque ministrucolo locale, post ideologico come dicono i giornalisti e politici che hanno seguito un corso intensivo di idiozia professionale, non verrà a dire le stesse cose e con la medesima faccia tosta. Perché la vita delle persone è niente di fronte al fiscal compact, all’euro e al benessere dei pochi ricchi. Leggere l’intervista al ministro della sanità greco, sentire come il medesimo si vanti presso gli utilizzatori finali del liberismo selvaggio del fatto che chi ha i soldi può curarsi e chi invece non può crepi, restituisce immediatamente l’ipocrisia e la leggerezza di quelli che “un’altra Europa è possibile” a patto di però di accettare tutto di questa.
Davvero basta con questi equilibrismi ormai così scoperti da essere dozzinali.