E’ stato chiaro fin da subito, ancor prima delle elezioni in Grecia, infatti, pubblicavo un articolo il cui titolo non lasciava dubbi di sorta “Siryza? Sono più europeisti degli altri”, nel quale sostenevo, riportando anche dichiarazioni dei suoi massimi dirigenti, come il partito di Tsipras non fosse assolutamente anti-euro, ma eventualmente anti-sacrifici.
Tsipras & Co. sanno benissimo che senza i soldi degli altri partner europei la Grecia è a terra, non avendo nemmeno un barlume di apparato industriale non riuscirebbe, almeno nel breve periodo, neppure a beneficiare della svalutazione della propria moneta qualora uscisse dall’euro.
Perlomeno, restando dentro, continuerebbero, bene o male, a prendere qualche “spicciolo” e, facendo leva sul buon cuore dei partner europei, magari anche qualcosa in più, ed è proprio quello che stanno cercando di fare.
Ma a mio avviso c’è una contraddizione di fondo che va senza dubbio messa in evidenza, il Ministro dell’economia greco Varoufakis continua a parlare di “contrattazione”, un termine che viene utilizzato normalmente anche dai media e dai politici.
Ma se andiamo a vedere sul vocabolario il significato del verbo “contrattare”, troviamo: Discutere con qualcuno sul prezzo e sulle altre condizioni di vendita o di acquisto di una cosa, ed allora occorre chiedersi: cosa c’è in ballo “l’acquisto” della Grecia?
A mio avviso i vari Tsipras e Varoufakis anziché risvegliare “l’orgoglio” greco lo stanno affossando definitivamente, mercanteggiando.
Capisco che quando l’alternativa è la fame diversi principi possono passare in secondo piano. Certo. Diversi principi.
La dignità no! La dignità non può essere barattata con nulla, nemmeno con la fame.
Ed allora, popolo greco, visto che in qualsiasi caso vi attendono ancora pesantissimi sacrifici, perché non farli da “popolo libero”? Perché non vi prendete la vostra sovranità? Siete usciti distrutti dalla seconda guerra mondiale, rimboccandovi le maniche uscirete anche da questa situazione.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro