Sembrano essere Green Building e Smart City le due parole chiave utilizzate al summit sul clima che si sta svolgendo in questi giorni a New York.
Appare sempre più evidente che le città rappresentano un fattore chiave nella lotta al cambiamento climatico, in quanto catalizzatrici di investimenti e promotrici di politiche improntate alla sostenibilità e all’efficienza energetica.
Oltre alla crescente scarsezza di risorse e a un costo dell’energia sempre più rilevante, nel prossimo futuro dovremo affrontare il problema di una popolazione mondiale che sfiorerà i 10 miliardi. E le città dovranno essere pronte a sostenere mutamenti sociali epocali
«Servono investimenti – sostiene Paul Heather, managing director di Skanska, gigante britannico delle costruzioni – Incentivi finanziari da parte dei governi per aiutare le città a diventare più resilienti».
Lo scorso anno, l’uragano Sandy ha fatto sì che il tema del climate change balzasse in cima alle priorità degli Stati Uniti. Non solo, ha dimostrato che le città sono spesso vulnerabili di fronte a eventi simili. Un report del New Climate Economy Project afferma che nel 2050 due terzi della popolazione vivrà nelle città. Ma se saremo capaci di adottare una pianificazione improntata alla sostenibilità urbanistica e della mobilità, potremo tagliare sensibilmente le emissioni e risparmiando migliaia di miliardi di dollari di spesa pubblica e privata
Michael Bloomberg, ex sindaco di New York e inviato speciale dell’Onu, ha sottolineato il grande ruolo delle metropoli nella lotta ai cambiamenti climatici: «Le città possono fare la differenza – ha detto Bloomberg – Oggi sono responsabili del 70% dei gas serra emessi in atmosfera e di due terzi dell’energia consumata. Gli abitanti dei nuclei urbani raddoppieranno entro 35 anni, perciò i leader mondiali dovrebbero impegnarsi per trovare soluzioni in grado di aiutarle ad accelerare il progresso».
[foto da treehugger.com]