Enigma Records - 72005 - ?/85
- That's What Dreams
- Black River
- Hair Of The Dog
- This I Know
- Fading Away
- Easy Way Out
- Sixteen Ways
- The Drifter
- Sea Of Cortez
- We Shall Overcome
Tra il 1988 e il 1989 ho passato parecchi pomeriggi ad ascoltare su un compatto della Phillips (!!!) “Here Comes the Snakes” un disco che, allora come oggi, ritenevo/ritengo bellissimo.
Nel giro di un paio d’anni ho pian piano cercato di recuperare quasi tutti i dischi dei Green on Red, tra i miei preferiti c’è sempre “Here Comes the Snakes” (il primo amore non si scorda mai) ma “Gas Food Lodging” è quello che considero il disco della svolta della band, il più maturo e il più innovativo. I Green on Red nascono a Tucson, Arizona alla fine anni settanta come gruppo punk new wave, sono Dan Stuart chitarra e voce , Van Christian batteria (poi con i Naked Prey), Jack Waterson al basso e dopo un breve periodo si aggiunge Chris Cacavas alle tastiere. Si trasferiscono a Los Angeles ad inizio anni ottanta, conoscono Steve Wynn cambiano nome in Green On Red ed incidono un Ep e Alex Mc Nicol sostituisce Van Christian. Nel 1983 pubblicano l’ottimo “Gravity Talks” dove rock acido, psychedelia, hammond ed echi di new wave si miscelano alla perfezione. Diventano uno dei gruppi di punta del “Paisley Underground”, movimento che, secondo il sottoscritto raccoglieva band che tra loro non avevano nulla in comune, se non un amore per i sound sixties. A quel punto arriva un cambio abbastanza radicale, entra in formazione Chuck Prophet giovane chitarrista e, complice anche la sua influenza, la band cambia direzione.
Altro fattore importante per il cambiamento è la passione di Stuart per Jim Thompson, il noir e il suono roots e country, La voce sofferta di Struart inizia a raccontare storie di emarginazione, lotta, alcool, e noir e la base musicale si orienta su Dylan, il folk, il Neil Young di "Zuma" e dei primi anni settanta, i Byrds e gli Stones si parla di un nuovo genere il Desert rock: storie cupe di periferia, violente e di ribelli negli anni ottanta reaganiani. “Gas Food Lodgin” è tutto questo.
I pezzi forti di un disco molto omogeneo sono le due ballad iniziali tra Stones, whiskey, deserto e psychedelia:"That's What Dreams " e "Black River", la dura "Hair of the dog" che Uncut ha definito come Merle Haggard che incontra i Replacements, la violenta (con la sua storia di omicidi e desolazione) "Sixteen Ways" e la versione Byrdsiana revisited di "We Shall Overcome", vero urlo di sopravvivenza agli anni ottanta e all' america del Presidente attore. Da segnalare la storia on the road di "This I know" tra melodia, sixties e Young: Neil Young presentissimo in "Sea Of Cortez" un evidente omaggio a "Cortez The Killer"e in "The Drifter" dove il Neil Young di "Everybody Knows" incontra la psychedelia e una chitarra da rock acido. Gran bel pezzo. Il miglior lavoro della band , che ha continuato a produrre ancora ottimi dischi, legati più al roots ("Free for Lunch"), al Neil Young di "Zuma" ("Here comes the Snakes"), omaggi al noir e a Thompson ("The killer inside me") rimanendo progressivamente soltanto in due (Stuart e Prophet) e continuando produrre dischi fino ad inzio anni 90, uscito al alba dei ninenties "Scapegoat" con qualche buon singolo (su tutte "The Little things in life" omaggio al country) è però un album abbastanza deludente. I Green on Red hanno segnato il rock alternativo degli Eighties (e probabilmente The Freewheelin' Groover parlerà ancora di loro) e "Gas Food lodging" è un disco essenziale per capire il rock alternativo degli anni ottanta.
Foto della label della mia copia di TORSO 33004, stampa olandese originale
Green on Red - "Hair of The Dog"-(sample)