“Abbiamo voluto dire chiaramente a tutti i ministri europei riuniti oggi: è tempo di dare ascolto ai cittadini, non alle lobby delle fonti fossili e alle grandi industrie energetiche che da anni inquinano questo pianeta e scaricano i costi delle loro attività sui cittadini – ha dichiarato Luca Iacoboni, Responsabile Campagna Clima e Energia di Greenpeace Italia. - In Europa e in Italia diversi sondaggi hanno dimostrato che oltre l’80 per cento dei cittadini considera il cambiamento climatico un problema urgente e vuole che si punti su rinnovabili ed efficienza energetica, abbandonando le fonti fossili, in primis carbone e petrolio”.
I 28 ministri UE hanno ricevuto il “messaggio di benvenuto” di Greenpeace appena prima dell’inizio della riunione, l’ultima prevista prima del Consiglio Europeo del 23-24 ottobre in cui ci si attende che i Capi di Stato e di Governo europei prendano una decisione definitiva sugli obiettivi comunitari al 2030 in tema di clima e energia. L’Italia, Presidente di turno dell’UE, gioca un ruolo fondamentale in questa fase in cui verrà deciso il futuro, non solo energetico, dell’Europa.
“I segnali ricevuti finora non sono positivi: il governo Renzi sta dimostrando di voler puntare sul passato, preferendo trivellare i nostri mari piuttosto che puntare su efficienza energetica e rinnovabili, settori a forte innovazione tecnologica e che permetterebbero la creazione di migliaia di posti di lavoro ed indotto per l’economia – continua Iacoboni. - Il premier, durante l’assemblea Onu di New York, ha affermato che fermare i cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo. Se pensa di farlo attaccando le rinnovabili e trivellando i mari italiani, come previsto dal decreto Sblocca Italia, sta decisamente sbagliando strategia. E a pagarne le conseguenze saranno, come sempre, i cittadini”.
Greenpeace chiede l’adozione di tre obiettivi vincolanti al 2030, per il taglio del 55 per cento delle emissioni di CO2, il 45 per cento di energia da fonti rinnovabili ed il 40 per cento di incremento dell’efficienza energetica. Questa è l’unica strada per fermare il cambiamento climatico e, contemporaneamente, diminuire la dipendenza energetica dell'Europa da costose importazioni di combustibili fossili.