Greenpeace pesca Mareblu, entro il 2016 il tonno sostenibile

Creato il 13 marzo 2012 da Lemillebolleblu @Lemillebolleblu

L’organizzazione impegnata su più fronti per la salvaguardia dell’ambiente ha messo a segno un nuovo punto con la campagna “Tonno in Trappola”. L’azienda si è impegnata a modificare il suo metodo di pesca, sostituendo l’uso di reti a circuizione FAD con il sistema Pole&Line, che prevede la pesca solo con canna. Entro la fine del 2016 il 100 per cent del tonno Mareblu sarà pescato con questo metodo.

“Si tratta di un passo molto importante. – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Mareblu è il primo marchio italiano a impegnarsi chiaramente nell’eliminare l’uso di reti a circuizione con FAD, un metodo di pesca distruttivo che non solo cattura numerose specie in pericolo ma anche esemplari giovani di tonno aggravando la crisi degli stock. È ora che anche gli altri leader del mercato italiano del tonno in scatola prendano lo stesso impegno”.

Mareblu, terza marca nel mercato italiano delle conserve ittiche, è una società del gruppo MW Brands, di proprietà della più grande compagnia al mondo di prodotti ittici, la Thai Union e si impegna nella creazione di riserve marine nelle maggiori zone di pesca del tonno come l’alto mare del Pacifico. Inoltre, cambierà anche le etichette dei suoi prodotti indicando oltre al nome della specie pescata, l’area e il prodotto di pesca. Entro la fine del 2012 dovrebbero essere introdotti sul mercato i primi prodotti con la nuova etichetta.

“Gli impegni presi oggi sono essenziali non solo per tutelare la risorsa tonno, ma per garantire un futuro alla nostra azienda. – sottolinea Adolfo Valsecchi, presidente di Mareblu e CEO MW Brands – Speriamo che i nostri standard vengano adottati presto anche dal resto dell’industria conserviera del tonno”.

Greenpeace, però, ha esortato l’azienda di passare dalle parole ai fatti dimostrando l’azienda ha dimostrare il suo impegno concreto per portare prodotti sostenibili nella case dei suoi consumatori finali.

In tutto il mondo il tonno è catturato da reti a circuizione con sistema di aggregazione per pesci. I cosiddetti FAD sono oggetti galleggianti, che oltre a catturare i tonni pescano moltre altre specia marine come squali, mate e tartarughe. Cambiare il metodo di pesca, come si è impegnato Mareblu, dovrebbe ridurre del 90 per cento il rischio di pesca di specie accessorie.

 La campagna “Tonno in Trappola” è durata un anno e non è la prima volta che Greenpeace riesce a persuadere un’azienda ad adottare uno stile di vita più ecosostenibile.

A ottobre scorso vi abbiamo già segnalato la campagna contro la Mattel per diffidare il suo fornitore Singapore Asian Pulp and Paper (App) che stava deforestando la foresta pluviale indonesiana per fonire la carta del packaging di Barbie.  A dicembre, invece, è stata la volta di Facebook. Il più famoso dei social  ha iniziato a collaborare con Greenpeace per diventare un social eco-network.


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