Proseguono le interviste di gente davvero geen. Questo mese il focu saranno gli ecogenitori e… gli ecobimbi. Silvia Musso, giornalista e curatrice della rubrica Mamme&Papà green di Econote si è raccontata a Minimo Impatto. Interviste a cura di Letizia Palmisano, Giornalista ambientale.
Ecologisti si nasce o si diventa. Nel tuo caso è stato ‘istinto’, un ‘bisogno primario’ o una scelta consapevole?
Direi che ho una base, una sorta di educazione ambientale e rispetto per l’ambiente che mi è stato insegnato dalla famiglia. A questo poi è seguito un percorso di crescita personale e una formazione specifica come la tesi di laurea in antropologia del paesaggio e il master in sviluppo sostenibile, che mi hanno portata a scelte ecologiche più consapevoli.
Diventare genitori stravolge la propria vita. Per te è stato un incentivo maggiore ad essere green o una sfida più complessa verso il mondo della sostenibilità?
Un incentivo maggiore, senza alcun dubbio. La passione per l’ambiente e la sua tutela hanno caratterizzato la mia formazione, ma è stato solo con la maternità che ho iniziato davvero a pensare alla mia impronta ecologica e a quella di tutta la famiglia e a come cercare stili di vita più sostenibili.
Un consiglio che daresti ad un neogenitore (in generale, anche che non voglia “per forza” essere eco)?
Mi rivolgo soprattutto alle neomamme: state con il vostro bimbo e dimenticatevi del resto. Cercate negli ultimi mesi di gravidanza di creare una rete di amici e parenti che possano badare alla casa, preparare da mangiare ecc. Per almeno un 30-40 giorni dedicatevi esclusivamente al vostro bimbo e al contatto pelle a pelle: dormite insieme a lui, allattatelo quando lo richiede, massaggiatelo, riposatevi il più possibile e imparate a conoscervi a vicenda. Se un amico vi chiede che ragalo vorreste, rispondete “un’ora del tuo tempo e magari una teglia di lasagne!” Io mi pento ancora oggi, dopo due anni e mezzo, di non essermi presa questo tempo.
Il prodotto di cui non avresti potuto fare a meno?
Tutto è utile, ma nulla indispensabile. Tutto tranne forse il seggiolino per auto. Abitando in campagna le distanze sono dilatate e purtroppo per gli spostamenti l’automobile è necessaria. Ecco quello è l’unico oggetto davvero indispensabile. Un altro prodotto che ho usato tantissimo è stato l’olio di mandorle per me e per i massaggi al piccolo.
Una cosa che faresti o non rifaresti tornando indietro?
Aspettare che mio figlio si addormentasse per fare mille altre cose. Avrei dovuto riposare con lui, delegare ad altri le incombenze domestiche e passare più tempo a scoprirci. Invece mi sono fatta subito prendere da altre cose: con la maternità avevo perso il lavoro e quindi mi sono buttata a capofitto nella ricerca di un altro impiego. Invece di riposare stavo attaccata al computer. Tornassi indietro non lo rifarei. Non ho fatto altro che accumulare stanchezza, nervosismo e frustrazione. Ho però imparato che bisogna andare più lenti, capire quali sono le vere priorità e cercare di applicare le buone pratiche di maternage e contatto pelle-a-pelle.
Il peccato ‘non green’ che ti sei concessa?
All’inizio i pannolini lavabili erano un dramma. Dopo vari tentativi andati male, ho iniziato ad usare gli usa e getta. Poi finalmente ho trovato i lavabili giusti e non li ho più lasciati. Diciamo che ho provato a fare ammenda di questo mio “debito ambientale” abituando mio figlio all’uso precoce del vasino.
Come è nata la rubrica su Econote?
Quando ho iniziato a scrivere per Econote, ero diventata da poco mamma e avevo lasciato la città per andare a vivere in campagna. Mi è stato proposto di curare la rubrica Mamme e Papà green e ho colto l’occasione al volo. Era l’aprile del 2012. Con questo spazio vado alla ricerca di genitori che hanno fatto di ecologia e sobrietà le parole chiave del loro modus vivendi, li intervisto e poi riporto le loro esperienze perché possano diventare esempi da seguire per me e per altre famiglie. Non è una rubrica autocentrata, anche se spesso mi capita di fare dei cenni alla mia esperienza personale. Preferisco parlare di altri perché mi sento una mamma green in divenire e non ho che da imparare dalle buone pratiche altrui. In questo periodo, ad esempio, ho approfondito il tema dell’elimination communication, la comunicazione dell’evacuazione: rispondere alle necessità fisiologiche del bambino di fare cacca e pipì evitando di usare i pannolini. Una pratica di maternage tutta da scoprire.
Consigliaci un sito / blog / libro che ti è piaciuto e che può aiutare ad essere più green…
Ovviamente www.econote.it. Oltre alla mia rubrica ci sono molti altri spazi dove si possono trovare utili consigli eco: dalla bellezza, ai viaggi, dalla vita domestica alla creatività. A questo aggiungerei un libro che non è catalogabile come “green”, ma che aiuta ad avere un approccio più naturale alla maternità (e paternità). Si intitola Me lo dici in bambinese? Come capire I nostri figli ed è stato scritto dal pediatra Tommaso Montini. In questo volume non ci sono ricette miracolose, ma utili consigli. I miei capitoli preferiti: quello dedicato all’intimità tra mamma e bambino e quello sulla migliore acqua da scegliere.
Chi è Silvia Musso:
Giornalista pubblicista, 31 anni, laureata in Antropologia Culturale e ho un diploma di master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Ha coordinato la segreteria di AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) portando in Italia la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, coordinando le prime due edizioni italiane. Due anni e mezzo fa le due svolte che le hanno cambiato la vita: diventata mamma di Ettore, con il marito hanno lasciato la città per trasferirsi in un piccolo comune nelle colline del Monferrato. Per Econote.it cura la rubrica “Mamme&Papà green” in cui si parla di natura e di bimbi.