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Quando qualcuno ha finito i soldi che si fa? Beh, se ne possono prestare ancora, a un interesse "onesto" – si fa per dire, dal momento che le banche tedesche stanno prestando a interessi negativi - e pretendere che però i prestiti vengano regolarmente pagati. A qualsiasi costo. Anche a costo di lasciare pensionati e dipendenti statali senza stipendio. Oppure si può negare il ricorso ad ulteriori prestiti per il semplice motivo che non ci si fida del debitore. O, infine, si può ricattare il debitore contando sulla sua situazione difficile, obbligandolo ad accettare prestiti per tenere in piedi la baracca e nel contempo obbligandolo a onorare tutti i debiti contratti nel tempo. Ma che cosa è diventata l'UE? No, calma. Un momento. I governi greci hanno mentito all'UE, dichiarando di avere una situazione economica migliore della realtà. Dichiarando di avere un 3% di deficit PIL/Debito pubblico quando la realtà era quella di un 15%. Tutti i governi greci hanno costantemente mentito sulla situazione interna del paese e sulla situazione dei conti. Tutti i governi greci si sono rivelati impotenti – o sono stati silenziosamente complici – nell'operare su un'evasione fiscale, peggiore persino di quella italiana. Negli ultimi mesi, ovvero da quando è iniziata la campagna elettorale, i greci hanno cessato di pagare le tasse, scegliendo più o meno consapevolmente, la salvezza personale a quella di uno stato sempre più indebitato. In questo momento la BCE ha sospeso tutti i prestiti nei confronti della Grecia. Entro un paio di mesi il governo greco dovrà restituire qualche miliardo di euro, ma già a fine mese dovrà versare stipendi e pensioni per tre miliardi di euro. E il governo greco non ce la fa. Il che può significare: 1) la Troika, ribattezzata «Brussels Group» per non offendere i greci, accetta finalmente il piano di rientro proposto dal governo greco e apre i cordoni della borsa, contribuendo, però, a indebitare ulteriormente un paese oberato di debiti. 2) Non accetta il piano di rientro, obbligando Atene a uscire dal sistema dell'Euro. E creando una situazione incontrollabile in Grecia. Tutto ciò dovrò accadere entro una decina di giorni. A questo punto, secondo il sottoscritto – che non conta un accidente ma che comunque riflette – l'unica soluzione che potrebbe salvare capra e cavoli sarebbe quella di rimandare al 2050 o già di lì la restituzione dei prestiti, rinegoziandone gli interessi e portandoli a zero (0,00), chiedendo al governo greco un piano interno che preveda, tra l'altro, una caccia reale all'evasione fiscale[*], nonostante le resistenze della destra di governo. Su elementi come questi si può misurare il valore di Syriza al governo. E il valore di un'UE che si decida ad accettare una perdita reale del proprio sistema bancario. Fuori, oltre, c'è soltanto Alba Dorata. Ovviamente sono pessimista, ma spero che all'ultimo momento prevalga la ragione. Più o meno come qualunque osservatore il 27 luglio del 1914.
[*] Nonostante gli appelli inviati dalla Confederazione Elvetica il governo greco non ha ancora firmato un accordo per lo scambio di informazioni bancarie. Tsipras, se ci sei batti un colpo...