I Greys sono un quartetto canadese che da poco ha partorito il suo primo full-length: If Anything. Affezionati al post-punk più vintage e sporco, ripercorrono alcune tappe fondamentali della storia della musica, passando per stoner, noise e punk alla ricerca del cadavere uno stile sempre più ripreso in considerazione. L’inizio dell’album è un po’ confusionario: i puristi del genere rischiano forse di venir scoraggiati a continuare l’ascolto dopo “Guy Picciotto”, che osa troppo verso melodie esagerate. Per fortuna l’arrivo sulla retta via è vicino: con “Flip Yr Lid” ci si inoltra negli sfuocati labirinti creati da Joshua Homme e il pezzo riesce a coglierne l’essenza. Dopo aver annebbiato la vista dell’ascoltatore, i Greys decidono di confondere anche l’udito grazie a “Pretty Grim”, un minestrone acido noise-rock che fa uscire la grinta della band e incrementa l’interesse per l’album, che anche solo fin qui risulta molto vario. Il disco continua soprattutto su toni punk per un paio di canzoni e scivola con calma verso un hardcore melodico con “Brain Dead”. Da qui è curioso vedere come con ogni pezzo avanzino anche gli anni a cui fare riferimento, mentre si sfora verso altre contaminazioni: se “Brain Dead” si rifa agli anni ’80, If Anything si chiude con “Lull”, che invece sembra più un’intonazione screamo di fine anni ’90, nella quale la caratteristica musicale hardcore è del tutto dimenticata e rimpiazzata da chitarre indie/post-rock, più eteree e introspettive. Album complesso nella definizione ma semplice nell’ascolto, può risultare un’opera prima ben riuscita per ascoltatori patiti di citazionismi, anche se spesso c’è dispersività.
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