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Il vero vantaggio dell'Italicum sul grillinum però è un altro. Si chiama ballottaggio. Nel nostro paese sono in tanti quelli che ancora pensano che proporzionalità e democrazia siano la stessa cosa. E allora è bene che se un partito o una coalizione non ha i voti per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in base alle prime preferenze degli elettori ci sia un secondo turno in cui contino anche le seconde preferenze. Dopodiché alla maggioranza dei voti corrisponderà necessariamente la maggioranza dei seggi. Detto altrimenti: il meccanismo del ballottaggio legittima meglio la disproporzionalità rispetto a quello delle piccole circoscrizioni. Nella attuale versione dell'Italicum il ballottaggio è previsto solo se un partito o una coalizione non arriva al 37% dei voti al primo turno.
In questo caso sono gli elettori che vanno a votare al secondo turno a scegliere il vincitore tra i primi due competitori. Se invece un partito o una coalizione arrivano al 37% al posto del ballottaggio c'è un premio pari al 15% dei seggi che si aggiungono a quelli naturalmente ottenuti da chi arriva primo in termini di voti. È un altro modo di produrre disproporzionalità, ma è peggio del ballottaggio. Per questo sarebbe più funzionale che la soglia del 37% sia alzata. Non si sa se questo sia stato un argomento discusso ieri. Si sa invece che tra Renzi e Berlusconi si è parlato di preferenze. Per il premier è un argomento ostico. Berlusconi è da sempre contrario. Il M5S ne ha fatto un cavallo di battaglia e la stessa cosa si appresta a fare una parte del Pd. Dare la possibilità agli elettori di scegliere i candidati suona bene. E lo stesso si può dire del Senato eletto direttamente dal popolo anziché dai consigli regionali. Il fatto che le preferenze e l'elezione diretta dei membri della seconda camera siano istituti rarissimi nelle altre democrazie non conta. Ma questo è un dettaglio che si perde nel vortice della retorica politica che caratterizza la discussione su questi temi. Alla fine, se fosse per il premier le preferenze si potrebbero anche introdurre ma è difficile che Berlusconi faccia marcia indietro. E allora vale la pena di far saltare tutto? Una buona riforma elettorale val bene una lista bloccata.
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