Magazine Gadget

Grim Fandango Remastered – Il canto del cigno di LucasArts

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Grim Fandango ha fatto ritorno sui nostri schermi in alta definizione per far provare la sua follia a tutti coloro che ai tempi dell’uscita erano troppo giovani per giocarlo, e a chi ha già qualche primavera in più e inevitabilmente si ritroverà a veder scendere una lacrima dal proprio viso in preda alla nostalgia. Per preparaci a dovere, nelle scorse settimane abbiamo tirato fuori dal nostro armadio delle “Big Box” l’edizione originale e ci siamo fatti una run per vedere come appare oggi e se è invecchiato bene. Nonostante alcuni problemi di compatibilità siamo riusciti a farlo partire e ad arrivare fin in fondo, apprezzando tutte le componenti di una avventura che stravolse il genere ed introdusse numerose innovazioni. Oggi vi proponiamo un confronto tra il vecchio e il nuovo per capire cosa è cambiato e cosa no, ma soprattutto se è ancora divertente in questa edizione in alta definizione.

grimfandangoremastered200

Avremo tutti diritto a un buon lavoro, dopo essere morti 

Parlare di un’avventura di LucasArts è sempre complicato, ritornando su un titolo così amato si risvegliano emozioni dimenticate e si corre il rischio di tessere eccessive lodi inutilmente nostalgiche per un prodotto di altri tempi e di non descriverne le qualità oggettive. Tra tutte le avventure che ci hanno accompagnato attraverso le varie generazioni, Grim Fandango rappresenta ancora un mondo a parte. Da molti è stato definito come l’esperimento più coraggioso di LucasArts e probabilmente hanno avuto ragione perché l’avventura di Manny Calavera è un’esperienza assolutamente singolare che con la sua carica innovativa è stato capostipite di un nuovo modo di interpretare tutto il genere.

Ti riposerai da morta” diceva Clint Eastwood in un suo celebre film. Il mitico Frankie Dunn dovrà ricredersi, perché nella terra dei morti, di lavoro da fare ce n’è e anche tanto. A saperlo bene è il povero Manuel “Manny” Calavera che ogni giorno deve sgobbare per espiare le sue colpe andando a prelevare le anime dal mondo dei vivi e vendergli il miglior viaggio possibile per il paradiso. Grim Fandango è un titolo folle fin dalla presentazione, ambientato in un mondo ispirato al folclore messicano e alle Calaveras, bambole e dolcetti a forma di teschio, dovremo aiutare un emissario della morte-piazzista a risolvere una storia noir che mescola complotti e corruzione. La nostra avventura inizia, il Cinco de Mayo, Manny stanco di trattare con anime di poco conto decide di fare un salto di qualità, dopo aver rubato un cliente al suo rivale scoprirà che la sua ultima defunta Mercedes Colomar, pur avendo condotto una vita impeccabile non può prendere un biglietto per il viaggio extra lusso, il treno Numero 9, che le spetterebbe di diritto. In un evolversi di vicende che non vi anticiperemo, Manuel verrà licenziato per non aver portato a termine la vendita e partirà alla ricerca di Mercedes scomparsa in una situazione alquanto sospetta. Come in ogni avventura che si rispetti, Manny per procedere nel suo peregrinare avrà bisogno dell’aiuto di una spettacolare serie di aiutanti, dal suo autista demone Glottis a Salvador Limones, leader della sotterranea Alleanza delle Anime Perdute. Manuel lascerà la città di El Midollo per iniziare un lungo viaggio che lo porterà a scoprire un’articolata rete di corruzione che coinvolge tutta la terra dei Morti.

Quasi a voler predire il futuro, la decisione di ambientare il gioco nel mondo dei morti fu una scelta particolarmente azzeccata, Grim Fandango rappresenta il canto del cigno di LucasArts e allo stesso tempo pone un’interruzione decisa con tutte le precedenti produzioni, rinnovando il genere in ogni suo punto. Tim Schafer personaggio famosissimo nel mondo videludico inizialmente diventato celebre come scrittore dei testi dei primi due Monkey Island e direttore di Day of The Tentacle capì che giochi come Mario 64 e Tomb Raider avevano cambiato tutto e, l’introduzione della terza dimensione non era più considerabile come una opzione. In quegli anni le avventure di LucasArts vendevano come il pane, Tim Schafer avrebbe potuto tranquillamente sviluppare un gioco 2d andando incontro alle richieste di un affamato pubblico ed avere un facile successo. Lo sviluppatore non disposto a seguire strade battute da altri e deciso più che mai ad esplorare un nuovo mondo, prese una direzione completamente diversa confezionando quella che sarà ricordata come una delle prime avventure grafiche in 3d.

La prima novità evidente per quegli anni e soluzione comunque poco diffusa anche oggigiorno è il sistema di controllo del personaggio che escludeva completamente l’utilizzo del mouse. Manny si muoveva attraverso le frecce o collegando un pad, una scelta votata al tentativo di portare una maggiore immersione verso il mondo di gioco. Se sulla carta questo sistema funziona, nella realizzazione pratica il team LucasArts andò incontro a numerosi problemi che malauguratamente oggi non sono stati completamente risolti. Capitava e capita infatti che Manny non prendesse la strada che volevamo noi, che si trovasse a girare su se stesso o a compiere altri movimenti senza senso. Complessivamente il sistema di controllo non era comodo e oggi ancora più che in passato risulta evidente come per quanto innovativo avesse bisogno di essere perfezionato, cosa che sarà fatta anni dopo da Telltale per Sam & Max Season 1. In questa nuova edizione i creatori ci hanno lasciato la libertà di scelta, dal menù delle opzioni potrete in ogni momento selezionare i controlli originali, passare al nuovo sistema di movimento relativo alla telecamera oppure, potrete utilizzare il mouse come in una normale avventura punta e clicca. Il nuovo sistema di controllo rappresenta una aggiunta piacevolissima, che rende il gioco decisamente più godibile anche se probabilmente l’apprezzeranno più i veterani che si sono fatti le ossa quando Manny si muoveva come un tank. Per i creatori passare al 3d e togliere il mouse non era abbastanza, nel gioco manca totalmente un’interfaccia grafica, come si legge sul manuale Manny è l’interfaccia; avvicinandosi agli oggetti il protagonista girerà la testa verso tutti gli oggetti con cui può interagire creando così un tipo di azione più continuata. Anche l’inventario è totalmente assente, tutti gli oggetti raccolti andranno a finire nel nostro giaccone e per usarli dovremo farli scorrere uno per volta. In questa edizione remastered è stata inserita una piccola icona che permetterà sempre da mouse di accedere a tutto quello che abbiamo con noi. Durante l’esplorazione si sente l’assenza di hotspot verso gli oggetti con cui possiamo interagire, e non è raro non capire che cosa si sta puntando, procedendo sovente a caso con il rischio di perdere qualche elemento importante. Se state utilizzando invece il mouse, cliccando su un oggetto comparirà un piccolo menù simile a quello di Monkey Island 3 che ci indicherà le azioni che possiamo compiere. Purtroppo appare una descrizione dell’oggetto semplicemente passandoci sopra la croce, capita cosi di premere a caso sperando di trovare tutti gli oggetti interessanti.

Un lavoro difficile

Nonostante tutte le novità, il gioco pone le sue basi su quelle della classica avventura grafica, con numerosi dialoghi da leggere e oggetti da trovare e utilizzare. Durante i quattro capitoli della storia dovremo risolvere numerosi enigmi che richiederanno l’interazione di elementi ambientali, e un buono spirito di osservazione per scovare tutti gli strumenti con cui potremo lavorare. Il livello di difficoltà è tarato mediamente verso l’alto, causa anche della gestione un po’ problematica dell’inventario, nonostante l’impegno richiesto il gioco resta comunque accessibile anche ai giocatori meno avvezzi al genere. In alcuni momenti però Grim Fandango propone alcuni enigmi decisamente illogici che metteranno a dura prova la pazienza di tutti i giocatori non disposti a usare una guida nei punti peggiori

Un’altra scelta di rottura è l’assenza di una mappa, correre per le varie ambientazioni collegate l’una con l’altra aiutava enormemente ad addentrataci negli eccentrici scenari che compongono un mondo “vivo” pieno ti tocchi di classe. Sfortunatamente nei momenti più avanzati ci si ritroverà a gironzolare per ore all’interno di scenari abbastanza grandi alla ricerca di qualcosa che è stato dimenticato, rischiando di aumentare la frustrazione.

Nonostante i personaggi abbiano uno stampo decisamente umoristico, grazie a una sapiente sceneggiatura non corrono mai il rischio di scadere nel demenziale, Manny e i suoi amici hanno abbandonato la vita, ma si sono portati dietro i lori pregi e difetti e nel corso dell’avventura, vivranno quindi sentimenti estremamente umani. La trama per quanto geniale e ben riuscita non parte con il piede giusto e il primo capitolo mostra buchi piuttosto grossi nella sceneggiatura, un po’ tutti si chiederanno: se i biglietti sono decisi in base alla condotta delle anime che necessità c’è di venderli? Fortunatamente una volta immersi nell’azione si dimentica in fretta l’incipit traballante per andare a vivere un’avventura piacevolmente paradossale. Il gioco è diviso in quattro capitoli che si svolgono nel giorno dei morti a un anno di distanza uno dall’altro, in tutti i capitoli ritroveremo alcuni dei personaggi principali ogni volta implicati in ruoli diversi. Rivedere i vecchi amici in situazioni nuove aumenta l’atmosfera epica che permea ogni situazione e permette un po’ alla volta di creare un legame per una storia che resterà a lungo con voi una volta spento il PC. Le ambientazioni in cui ci troveremo a viaggiare sono incredibilmente variegate spaziando dal ristorante di lusso al sottomarino, quasi ad anticipare la futura natura episodica delle avventure grafiche in cui ognuno dei capitoli rappresenta un piccolo mondo.

Questione di stile

Per la prima volta dopo quasi un decennio LucasArts decise di abbandonare il sistema SCUMM in favore di un motore grafico totalmente nuovo basato su Star Wars Jedi Knight. Tecnicamente Grim Fandango originale svolgeva egregiamente il suo ruolo, il gioco girava nativamente con una risoluzione di 640×480, decisamente sotto gli standard odierni, nonostante questo c’è una cosa che la tecnologia da sola non può fare ed è lo stile. Grim Fandango ha un design unico e ancora oggi si possono ammirare in tutto lo splendore dei fondali realizzati con maestria. I modelli dei personaggi visti con l’occhio moderno sono decisamente grezzi, mediamente formati da 500 poligoni con animazioni a volte un po’ approssimative, nonostante questo nel contesto generale sono più che adeguati e riescono a rappresentare benissimo le bamboline messicane da cui prendono ispirazione. Con un po’ di nostalgia ricordiamo come il gioco fosse abbastanza pesante per i PC dell’epoca, visto che l’installazione completa occupava oltre un 1 GB, spazio che non tutti potevano permettersi. Oggigiorno la situazione è molto cambiata e questa nuova edizione di Grim Fandango ci offre tutte le opzioni che potremmo sperare. Il lifting in alta definizione ha prodotto un risultato evidente e tutti i modelli dei personaggi sono meno scalettati e molto più belli da vedere, nonostante il lavoro fatto è impossibile nascondere la semplicità grafica di un gioco così lontano da noi negli anni. I cambiamenti sono visibili grazie alla possibilità di passare dalla versione originale a quella rimasterizzata semplicemente premendo un tasto, senza dover interrompere l’azione. Inoltre tramite un menù apposito potremmo selezionare se giocare con la natia impostazione a 4:3 o impostare i 16:9 che rendono i personaggi inevitabilmente più larghi.

La colonna sonora, lasciata alla direzione di Peter McConnel è un’opera a sé stante e vive con due anime diverse, da una parte abbiamo le percussioni e sonorità prese dalla tradizione messicana, dall’altra c’è uno spirito Jazz e Swing tipici dei prodotti Hard Boiled degli anni ’40. Le musiche fecero guadagnare un enorme successo ai creatori tanto che fu prodotto un CD con tutte le musiche suonate da McConnel e da un’orchestra professionista. A LucasArts non piaceva lasciare le cose a metà e la dimostrazione è l’ottimo doppiaggio che può vantare il gioco, nella versione originale Manny è doppiato da Tony Plana, diventato famoso nella serie Ugly Betty dove interpretava il padre della protagonista, lui e tutti gli altri personaggi hanno un marcato accento ispanico che nella versione italiana è scomparso. La localizzazione italiana resta di buona fattura, per la voce del protagonista è stato scelto Renato Cecchetto (la voce di Shrek) mentre per il fidato Glottis si è prestato il compianto Pier Luigi Zollo, attore di teatro e voce di molti personaggi delle avventure LucasArts. In questa versione remastered avrete la possibilità di selezionare quale lingue preferite sia per i testi che per il parlato, sono disponibili tutte quelle realizzate per il gioco comprese francese, tedesco e portoghese. Una piacevole aggiunta, che verrà gradita principalmente da chi ha qualche anno in più, è la possibilità di ascoltare il commento della regia, entrando in un’area potrete attivare la voce di Tim Schafer e degli altri creatori che spiegano come è stata realizzata la scena o che raccontato aneddoti.

In piena tradizione Schafferiana il gioco fu tanto apprezzato dalla critica quanto poco ottenne in termini di vendite; nel 1999 il titolo vinse svariati titoli come migliore avventura per PC, miglior colonna sonora e complessivamente è stato inserito nella lista dei migliori giochi di sempre da tutte le più importanti riviste del settore. Sfortunatamente nel primo anno vendette solo 180.000 copie e a fronte di un investimento di 3 milioni di dollari potete immaginare come un così tiepido risultato non incoraggiò a proseguire su questa strada i manager di LucasArts. Il tempo però ha dato ragione all’avventura di Manny tanto che la stessa Lucas ha dichiarato come il titolo abbia ampiamente recuperato l’investimento. Facendo finta che non esista Monkey Island 4, Grim Fandango rappresenta una conclusione perfetta per una software house leggendaria che chiuse i battenti di lì a poco, con la sua grande carica innovativa è il manifesto ideale di LucasArts degli anni ’90, una casa che nonostante non sia riuscita a trovare un posto nel mercato del nuovo millennio ha creato storie incredibili che hanno lasciato un segno indelebile in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di viverle.

Grim Fandango Remastered – Il canto del cigno di LucasArts


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :