(diamo fuoco all'estate con la rubrica voci amiche: oggi è il turno del buon Marco Parlato)
Tre musicisti disabili, tossici e frequentatori di ambienti underground bussano alla porta dello scrittore protagonista per chiedergli di unirsi alla band come batterista. Il progetto è quello di formare un gruppo punk, The Feminists, e partecipare al Primo Grande Raduno Rock di Sleidinge. Requisito fondamentale: tutti i componenti devono essere disabili. Quale handicap migliore per un batterista se non quello di non sapere suonare la batteria?Unico titolo di Brusselmans, scrittore belga più che prolifico, arrivato in Italia con molto ritardo - è del 1994 - presenta le principali caratteristiche della letteratura pulp degli anni ’90, unite a uno stile asciutto, sferzante, con sentenze a effetto dissipate con abilità. Motivo per il quale potrebbe non interessare al lettore esigente e sempre «sul pezzo», fondamentalista del nuovo che avanza.Tuttavia la scorrettezza morale di fondo, che coinvolge ogni azione del protagonista, va un po’ oltre il mero manierismo teso a sorprendere negativamente il lettore. La cattiveria non è mai fine a se stessa, né risulta forzata, anche perché le vicende sono sottoposte a uno sguardo ironico, e allo stesso tempo cinico, che inibisce i momenti più drammatici.Non mancheranno le situazioni grottesche, né quelle puramente comiche - il concerto è il picco massimo di scimmiottamento di stereotipi riscontrabili persino in alcuni ambienti nostrani.L’influenza del protagonista sulla band rivoluzionerà le vite dei tre musicisti, tanto da poter considerare il tutto un piccolo romanzo di “formazione nera”. Ma quasi sempre alla salvezza si giunge attraversando la via del male.
«Al giorno d’oggi basta un niente per appesantire subito l’aria. Una vera rottura di palle.»
Ex Drummer
Herman Brusselmans (Elliot Edizioni)