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Gruppo di famiglia (in un esterno).

Creato il 09 luglio 2015 da Scurapina

Mentre aspettiamo il nostro tagliere sulla terrazza della pizzeria, confortati da una brezza fresca che scivola giù dalle montagne, il mio sguardo lascia per un attimo le cime, che oggi non sono avvolte dalla foschia della calura estiva, e indugia sul tavolo vicino al nostro.

C’è una famigliola: una mamma, un papà e un bambino di una decina d’anni che hanno appena finito di consumare il loro pranzo.

Il bambino si aggira annoiato attorno al tavolo, ogni tanto chiede con voce sempre uguale: “Andiamo a giocare al torrente?”.

La madre, senza alzare lo sguardo dallo schermo dello smartphone, risponde con voce (anche lei) sempre uguale: “Tra un attimo, tesoro”.

Il padre, seduto di fronte a lei, con lo sguardo altrettanto fisso sul suo smartphone, non risponde neppure.

Il bambino continua a girare intorno al tavolo, sempre più annoiato, continua a ripetere la stessa domanda senza perdersi d’animo e senza ottenere una risposta.

La scena continua per una ventina di minuti (giusto il tempo di consumare il nostro pranzo), senza variazioni evidenti, poi ci alziamo, ce ne andiamo e io non saprò mai come va a finire la storia.

Mentre torniamo verso casa continuo a ripensare al bimbo e alle sue domande senza risposta.

Che pena!

Moggio


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