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Sono dannatamente in ritardo di due step del gruppo di lettura di “Città di carta” di John Green de “la tana di una booklover”. Sono arrivata solo ora alla seconda tappa di questo progetto perchè ho avuto pochissimo tempo da dedicare alla lettura di piacere. Piacere è una parola grossa, visto che il libro in questione non mi sta piacendo e i motivi li avevo già accennati nel precedente post. Torno a ribadire che lo stile di John Green non mi coinvolge e, inoltre, i personaggi e l'accaduto di questo romanzo li trovo estremamente artefatti, privi di spontaneità e lontani da una papabile realtà.
Questa caratteristica è emersa via via che proseguivo con la lettura, perchè inizialmente avevo proprio lodato la capacità di Green di entrare nella testa dei ragazzini, peculiarità che è andata scemando, secondo me a causa della penalizzante trama.
Ci troviamo alla fine del decimo capitolo della Seconda Parte e abbiamo il protagonista, Quentin, alle prese con la ricerca della scomparsa Margo. Non sono ancora riuscita a capire cosa muova la ragazzina ad assumere un comportamento bizzarro che la porta a compiere vendette e gesti eclatanti. Mi sembra un comportamento fuori dal comune per una ragazza della sua età e di conseguenza mi auguro che prossimamente l'autore ci lasci trasparire le motivazioni e l'excursus psicologico che l'ha portata ad essere un personaggio sui generis. L'empatia con i personaggi è assente, nonostante ciò provo simpatia per Quentin che, in realtà, si rivela essere più tenerezza nei confronti di un ragazzo dal carattere debole. C'è profumo di romanzo di formazione e prevedo, quindi, un percorso maturativo per il protagonista. Il che non mi dispiacerebbe visto che mi piacerebbe che l'aspetto psicologico dei personaggi venisse curato maggiormente. Un personaggio, tra quelli secondari, che invece mi è piaciuto è Radar, lo trovo simpatico e la sua genialità al limite del border-line mi affascina. Emerge anche un nuovo personaggio secondario, Lacey, amica di Margo che per il momento mi lascia come mi trova.
Ciò che ho apprezzato di questa tappa è stata l'inclinazione che ha preso la trama ad un certo punto, quando Quentin si dichiarava certo che la sua amica d'infanzia Margo fosse morta e che ne avrebbe ritrovato il cadavere. Il mio apprezzamento non ha nulla a che fare con il macabro, ma il motivo risiede nel fatto che questa concezione pessimistica permette di sondare maggiormente le emozioni di Quentin e di conseguenza di scavare più a fondo nel personaggio.
Il libro, come sempre, si legge molto facilmente e non è per niente impegnativo. Dai prossimi capitoli mi aspetto maggior introspezione e qualche colpo di scena che spezzi un po' la piega monotona che sta prendendo la narrazione. Proseguo nella lettura sperando di riuscire a inquadrare meglio i personaggi e per vedere che sorprese ci riserva John Green. Spero vivamente che il libro si riprenda un pochino perchè ora come ora non lo considererei affatto una buona lettura.
Avete già letto questo libro? Cosa ne pensate? Partecipate o avete partecipato a qualche gruppo di lettura? Raccontatemi le vostre esperienze e opinioni con un commento!