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Gruppo di Lettura su Il Grande Gatsby - Discussione sui capitoli 1-3

Creato il 10 maggio 2013 da Leo Sanguedinchiostro @sdinchiostro

Gruppo di Lettura su Il Grande Gatsby - Discussione sui capitoli 1-3

Bene, compagni di lettura, è giunto finalmente il momento di intavolare la discussione sui primi tre capitoli de Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, che, già con le prime pagine, non ha mancato di farsi sbattere contro la testa del sottoscritto, mentre mi chiedevo come abbia fatto a ignorarlo per così tanto tempo. Fortuna ha voluto che si tratti di un volume dalle modeste dimensioni, ma dai contenuti vastissimi.

Fitzgerald è probabilmente, insieme ad Hemingway, l'autore più conosciuto della Generazione Perduta, ovvero quel gruppo di scrittori americani che raggiunsero la maggiore età durante la Prima Guerra Mondiale e che espatriarono in Francia in seguito ad essa. Fitzgerald stesso la renderà prima, nel 1921, meta di un lungo viaggio nel Vecchio Continente e vi tornerà poi in occasione di un trasferimento di ben cinque anni in Europa con la speranza di ridurre le spese.

Proprio durante questi anni vedrà la luce Il grande Gatsby, pubblicato a Parigi il 10 Aprile del 1925 e sul quale vi riversa tutta la sua esperienza da giovane cittadino americano che ha potuto tastare con mano la rivoluzione politica, economica e sociale a cui il primo conflitto mondiale aveva portato, creando quello che è tutt'ora considerato il ritratto più riuscito dei ruggenti anni 20' newyorkesi e, in generale, di un America sulle note di un jazz ricco di promesse, sogni e speranze, che verranno violentemente spazzate vie dall'uragano della Grande Depressione.

[...] dopo tutto la vita si osserva con maggior vantaggio da una finestra sola.

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background sono proprio i primi tre capitoli. Ci viene presentata sin da subito la collocazione della storia, ovvero Long Island, la prosperosa isola dello Stato di New York, divisa da Fitzgerald nelle due zone di Est Egg e West Egg. Proprio su quest'ultima abita Nick Carrawey, il narratore della storia, un uomo nella media, borsista modesto, un tipo comune, a suo stesso dire "il più limitato degli specialisti, versato un po' in tutto". Proprio quest'uomo capace di accontentarsi di poco diviene il testimone prescelto, il piccolo osservatorio grazie al quale il lettore viene introdotto alla storia del misterioso vicino di casa Jay Gatsby e messo dinanzi al suo mondo gaudente di feste, alcool, jazz e tanti soldi.

La stessa casa di Nick rispecchia la condizione del suo proprietario in quanto si trova al centro di quella sorta di climaxfigurativo che vede, poco più a Ovest, la lussureggiante e maestosa villa di Jay Gatsby, dove si organizzano grandi feste sontuose e frequentatissime, mentre, sulle sponde di Est Egg, la pur sempre ricca ma raffinata dimora di Tom Buchanan e di sua moglie Daisy. Nick si trova al centro di due differenti culture di ricchezza e, per questo motivo, affetto da quel connaturato disagio tipico di chi è diviso tra due mondi e non appartiene completamente a nessuno dei due. Allo stesso tempo però questa sua posizione ai confini di due classi sociali gli permette di osservare e analizzare con occhio critico chi gli sta attorno, ed è qui che mi sorge un dubbio: le prime righe del romanzo vedono Nick affermare di avere la tendenza a evitare ogni giudizio sulle persone. Non è un'affermazione abbastanza ambigua per un uomo che, due capitoli dopo, si attribuisce la virtù cardinale dell'onestà, cosa su cui questo possiamo che essere d'accordo vista la schiettezza che dimostra frequentemente? Si intravede comunque alla fine del terzo capitolo un inizio evolutivo del personaggio: la sua cotta per Jordan mi fa prevedere, infatti, un suo maggior coinvolgimento nel mondo dei ricchi, e, di conseguenza, un possibile mutamento (o decadimento?) dei valori fin qui dichiarati.

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Adesso era un uomo sui trent'anni, biondo-paglia, massiccio, dalla bocca dura e dai modi altezzosi. Due occhi lucidi e arroganti gli avevano stampato in viso la capacità di dominio e gli davano l'aria di sporgersi continuamente in avanti con fare aggressivo. Neanche l'eleganza effeminata di quegli abiti da cavallerizzo riusciva a celare la forza enorme di quel corpo (...). Era un corpo poderoso dalla forza enorme: un corpo crudele.

Con questa descrizione ci viene presentato Tom, ovvero, come ho accennato prima, il personaggio- nemesi di Gatsby. Lui non è uno dei nuovi ricchi figli della Prima Guerra Mondiale, lui fa parte dei vecchi aristocratici, i soldi e il potere gli scorrono nelle vene per via famigliare. Se spesso Gatsby è paragonato, anche solo per grazia e aspetto fisico, ad un gatto, Tom ha invece tutte le fattezze di un cane dalle movenze minacciose, aggressive. La sua stessa voce tradisce superbia e arroganza, nessuno deve contraddirlo - specialmente se questo qualcuno proviene da una classe sociale inferiore - e, soprattutto, è determinato a mantenere la sua supremazia, basti notare l'agghiacciante discorso sulla superiorità della razza nordica e sulla paura che le nuove razze possano sommergerla (si noti la metafora razza nordica=vecchia aristocrazia nuove razze=nuovi ricchi). Ma, d'altro canto, va detto che è pur sempre amico di Nick e che lui stesso è infastidito dall'aggettivo che gli affibbia la moglie, "mastodontico", il che fa presupporre che non sia una persona cattiva per natura, semplicemente vuole mantenere il totale controllo su ciò che è suo.
Tom è un personaggio borghese, fisico, attaccato ai beni materiali, che gli sono utili proprio per ostentare la sua superiorità e potenza, che vediamo sia dagli eccentrici acquisti che fa, dal modo in cui spende facilmente e vistosamente il proprio denaro, sia dalla sua relazione con Daisy, che per lui è solo un bellissimo oggetto necessario al completamento della sua figura di uomo potente, facoltoso e capace di avere qualunque cosa desideri. Compresa Myrtle Wilson, la sua amante, sposata con un meccanico della povera e squallida Valle delle Ceneri (l'odierno quartiere Queens). Dall'unica scena durante il quale Myrtle appare in questi tre capitoli iniziali, mi sembra di poter affermare che Tom ama Myrtle quanto Daisy, anzi, probabilmente anche meno. Lui ritiene che la moglie sia troppo stupida per venire a sapere della sua amante e non fa assolutamente nulla per nascondere la cosa agli occhi della società, anzi, come per Daisy, ho il sospetto che l'unico motivo di questa relazione sia non solo l'autocompiacimento di Tom per la consapevolezza del poter avere tutto, ma sopratutto il voler mostrare questo potere a chiunque: e qual è il maggior segno di grandezza per un uomo? Un bella amante. Fortunatamente Myrtle è una donna talmente frivola, corrotta dal denaro e tanto stupida da accettare senza ombra di dubbio la menzogna che Tom adduce per giustificare la sua impossibilità di divorziare, ovvero l'orientamento cattolico della moglie. D'altro canto non vi è vero amore neanche da parte di Myrtle. Lei è affascinata da ciò che Tom le può offrire, non da Tom come persona. Vuole avanzare nella scala sociale, quando è con lui assume atteggiamenti aristocratici (sale solo sul tassì color lavanda e dai cuscini grigi, organizza party pur mancando totalmente dell'abilità di Gatsby nel fare da ospite, ostenta grandi facoltà economiche anche tramite un semplice vestito), tratta con disprezzo gli appartenenti alla sua reale classe sociale, anzi, parla di quest'ultima come se non vi facesse parte ( "L'ho detto al ragazzo di portare del ghiaccio" e "Che gente! Bisogna starci sempre dietro.").

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Mi rivolsi di nuovo a mia cugina, che incominciò a farmi domande con quella sua voce bassa e conturbante. Era il tipo di voce che l'orecchio segue in tutte le modulazioni come se ogni parola fosse un raggruppamento di note che non verrà mai più ripetuto. Il suo viso era triste e bello, pieno di cose splendenti: occhi splendenti e una splendente bocca piena di ardore; la voce aveva una vitalità che gli uomini che l'avevano amata trovavano difficile dimenticare: era un invito modulato, un "ascoltami" bisbigliato, che prometteva per l'ora seguente cose gaie e interessanti come quelle vissute un minuto prima.

Daisy è la bellezza. Una bellezza luminosa, disarmante e capace di ammaliare qualsiasi uomo e non è un mistero l'ossessione di Gatbsy nei cuoi confronti, ma, dovendo trattare per ora solo i primi tre capitoli del romanzo, rimandiamo la discussione sulla sua relazione con il ricco festaiolo ai prossimi interventi.

Per ora Daisy è apparsa una sola volta, ma poche pagine e le emozionate descrizioni di Fitzgerlad bastano a dare l'idea del suo splendore fisico.

All'apparenza sembra che lei abbia avuto dalla vita il suo felice happy ending, eppure dietro il suo aspetto un po' svampito e i suoi discorsi alquanto frivoli, si nasconde una personalità sofferente e consapevole del tramidemto del marito, una donna che dice di essere diventata cinica e augura a sua figlia la stupidita perchè "è la miglior cosa che una donna possa essere a questo mondo, una bella piccola stupida". Mi domando se questa ragazza troverà mai la forza d'animo per ribellarsi a Tom o se le sue rimarranno solo parole vuote uscite dalla bocca di una bambolina bionda.

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Jordan Baker, amica intima di Daisy, è invece una campionessa di golf, donna sexy, ammirata e nota negli ambienti mondani. Sopratutto, però, Jordan è una donna forte, egocentrica, libera e disonesta. Lei è totalmente distante dall'immagine femminile antecedente alla Prima Guerra Mondiale (le donne di Jane Austen, per intenderci), non pensa al matrimonio, non è schiava di nessuno ed è pronta per sopravvivere al ventesimo secolo. Lei è la nuova donna che porterà al movimento di emancipazione femminile.

Sarà proprio questo personaggio a coinvolgere Nick nell'alta società, e proprio il terzo capitolo si conclude con il nostro narratore che ammette di provare qualcosa nei suoi confronti, pur riconoscendo in lei quella suddetta pericolosa disonesta e facendone il seguente riuscitissimo ritratto:

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Ora tocca a voi instaurare la discussione.
Quale parere vi siete fatti su questi personaggi? Sentitevi liberi di arricchire, chiarire o stroncare qualche punto della mia analisi. Fate domande, se ne avete, o proponete ulteriori spunti di lettura che sicuramente mi saranno sfuggiti.
Oh, e ricordate che vi aspettiamo il 22 Maggio per la discussione sui capitoli 4-6!


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