Magazine Famiglia

Gruppo H

Da Marisnew
Cara Lilli,
ieri c'è stato il primo incontro del gruppo H a scuola della monella. 

C'eravamo ovviamente io, la maestra di sostegno, la maestra titolare di cattedra, lo psicologo, la coordinatrice delle insegnanti di sostegno e la rappresentante del consorzio dei servizi sociali che fornisce assistenza nelle ore in cui la maestra di sostegno è libera (una mattina alla settimana).
Ci siamo incontrati dopo un mese e mezzo dall' inizio delle lezioni per parlare di come è cominciata l'attività scolastica della monella, di che rapporto ha instaurato con la sua maestra di sostegno, di come si è integrata nella classe. 

Poi c'era da fissare gli obiettivi minimi da raggiungere (se si riesce ad andare oltre...ben venga!) e la maestra di sostegno doveva presentare il PDF (Profilo Dinamico Funzionale).
E' davvero utile questo tipo di riunione e non solo dal punto di vista pratico e programmatico. 
Il gruppo h ti riporta con i piedi per terra. 
Il che può farti anche male, ma è necessario.
Mi spiego: in quel contesto si sviscerano tutte le situazioni e le problematiche, con conseguente messa in evidenza dei limiti di tuo figlio. Ed  è un pò come prenderne coscienza per la prima volta, perchè tu forse anche inconsciamente cerchi di vedere le cose belle, i risultati positivi che ci sono e tendi a cullarti su quell'entusiasmo. E' normale, è umano.
Un momento: è ovvio che non si devono dimenticare o sminuire quelle cose belle e quei risultati positivi (vedi qui e qui) ed è giusto gioirne, ma non bisogna mai perdere di vista la realtà, anche nella sua durezza. 
In questo modo le gioie future saranno ancora più profonde e i passi avanti ancora più significativi, perchè hai ben chiaro il problema con cui tuo figlio deve misurarsi.

Non è bello sentirsi dire che la tua bambina a volte in classe ha crisi di pianto o grida ripetutamente all'improvviso, apparentemente senza motivo, o che comunque manifesta grande agitazione in alcuni momenti. Non è bello sapere che non è ancora in grado di scrivere le letterine senza il tratteggio o che non vuole neppure provare a scrivere qualche letterina in corsivo, mentre gli altri bimbi della sua classe lo stanno già facendo. Non è bello sapere che svolge dei compiti a casa differenti dagli altri compagni (cioè più semplici).Però... però ti strappa un bel sorriso sentirti dire che nessuno nella sua classe sa contare in inglese come lei (e neppure in italiano fino a dove arriva lei); che conosce tutti i nomi dei suoi compagni; che partecipa (pur se sollecitata dalla maestra) al gioco del silenzio e ad altri piccoli giochi che fanno nei momenti di ricreazione; che dice alla sua maestra "ti voglio bene".


Il problema c'è. Ma c'è anche la voglia di perseverare e continuare il percorso.

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