Ci sono, per ogni generazione e ogni gruppo sociale, dei feticci culturali che accomunano e poi persistono nel tempo. Per le ragazze dell’età di mia sorella (classe 1989), in particolare per quelle romantiche-ma-un-po’-dark, questo oggetto feticcio è probabilmente il fenomeno Twilight; per quelle dell’età della mia cugina più piccola è forse non ne ho idea, sono troppo fottutamente vecchia per saperlo.
Per la mia generazione, e per il gruppo sociale a cui appartenevo durante l’adolescenza (che potrebbe forse essere identificato con I Fattoni), questo oggetto culturale feticcio è stato Trainspotting.
Uscito nelle sale quando molti di noi erano ancora alle medie, il suo fascino marcio ha persistito e si è tramandato fino a quando abbiamo iniziato a farci le canne abbiamo iniziato a scoprire qualcosa sul mondo esterno al tedioso villaggetto di campagna in cui abbiamo passato l’infanzia, la prepubertà e l’adolescenza.
Ho passato, chiedo scusa.
Per chi non conoscesse Trainspotting, shame on you e subito a leggere il libro di Irvine Welsh e a guardare quei tremendi anni Ottanta nel film di Boyle.
C’è in particolare un elemento scaturito dal fenomeno Trainspotting che si è radicato per bene nelle teste della mia generazione, e questo elemento ha il volto lentigginoso di Ewan McGregor.
Quasi tutte le fattone fanciulle nutrivano una sorta di amore perverso per il personaggio di Renton (a me personalmente piaceva Sick Boy, ma io son anche stata svariati anni in cura da una psicologa – anzi tre – e quindi non sono un esempio esemplificativo su nulla), e questa indomita passione ha seguito ogni fase della carriera del bel scozzese (ance se ammettiamolo, con palandrana e treccina in Star Wars era un po’ un ammazzalibido); lo si è amato mentre se la cantava in Moulin Rouge! (anche se quella tinta nero corvino gli stava un po’ demmerda), mentre se la cantava di nuovo in Down With Love e persino in quel pippone alleniano che porta il titolo di Sogni e delitti.
Pur preferendo l’ossigenato Jonny Lee Miller, non sono mai stata immune al fascino fulvo del giovane Renton e così alcuni anni fa ho speso parte dei miei sudati risparmi in una copia in dvd di Nora, un film abbastanza tremendo in cui il Nostro interpreta nientemeno che James Joyce. E la libido è di nuovo ai minimi storici.
E insomma oggi è il compleanno di Ewan McGregor, e una clip tratta da Trainspotting e postata su Facebook ha raccolto gli apprezzamenti delle fanciulle della mia generazione. Perché Ewan McGregor è Mark Renton, e non importa quanto mi piaccia in Velvet Goldmine, nel nostro immaginario lui continuerà a rubare libri nei negozi, ad andare in overdose con un pezzo di Lou Reed come sottofondo, a rubare i filmini domestici del suo migliore amico e a fare tutte quelle orribili azioni che ce lo hanno reso così caro.
E allora buon compleanno, Ragazzo in affitto.