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Guardarsi attorno come fonte d’ispirazione

Creato il 25 novembre 2013 da Mcnab75

osservare
Il requisito numero uno del mio essere un appassionato di scrittura è riassumibile in una sola parola: la curiosità.
Da essa nasce l’attività principale che, insieme al leggere molto, è forse il miglior consiglio che si può dare a chiunque voglia scrivere: osservare.
Perché i manuali sono ok, ma alla lunga fanno forse più danni che benefici, così come i corsi di scrittura (che in linea di massima sconsiglio come se fossero portatori di peste bubbonica*) e il prendere alla lettera certi consigli che si trovano in abbondanza su taluni blog autoreferenziali e masturbatori.
Appurato il fatto che la grammatica, l’ortografia e le regole basilari della scrittura vanno studiate, per tutto il resto suggerirei dunque quanto riportato poco sopra: leggere molto e osservare. Se la prima è un’attività di cui abbiamo parlato fin troppe volte, la seconda merita forse qualche parola in più.

Una buona storia può nascere da mille ottimi spunti, anche piccolissimi. Anche di questo abbiamo già parlato, per esempio qui. Nell’articolo che vi ho appena segnalato manca però un riferimento all’ottimo contributo apportato dal semplice fatto del guardarsi attorno.
Cosa che io faccio tutti i giorni, complice il fatto di essere un pendolare, il che mi porta a vedere una variegata umanità, tra cui molti esemplari riciclabili come personaggi o comparse dei miei romanzi.

C’è la ragazza che in metropolitana fissa con occhi sbarrati il vuoto oscuro tra una stazione e l’altra. Cosa vede? Probabilmente nulla, ma potrebbe vedere dei mostri.

C’è il tizio sudaticcio, con gli occhi acquosi, che sul treno continua a fischiettare, e che per me ha l’aspetto del perfetto killer seriale**.

C’è la vecchietta ingobbita, che veste un pesante cappotto anche in estate, e che tratta male chiunque le rivolga parola. Una strega che frequenta i treni in cerca di chissà quale segreto? Perché no***.

C’è la bella ragazza del bar, alta e perfetta come una modella, ma tatuata come una suicide girl e altrettanto alternativa nel vestire. Perfetta protagonista di un urban fantasy o di un thriller di quelli a variabile tasso erotico***.

Dal meccanico potreste incontrare la protagonista del vostro prossimo romanzo.

Dal meccanico potreste incontrare la protagonista del vostro prossimo romanzo.

Ci sono poi anche luoghi che offrono ricchissimi spunti per racconti e storie ancora da scrivere. Si tratta di posti così suggestivi, magari anche nella loro banalità quotidiana, che mi ricordano quei semplici giochi enigmistici in cui basta unire i puntini per ottenere un disegno completo. Solo che il disegno è quello immaginario, della mente dello scrittore.

Un esempio pratico: come sapete io sono un appassionato di zombie apocalypse, e ho anche scritto un romanzo e diversi racconti in tema. In ogni viaggio e gita che faccio non posso fare a meno di notare particolari strutture (monasteri, case abbandonate, rifugi alpini, strutture industriali) che sarebbero ottimi rifugi in caso di “pandemia zombesca”. Da lì allo scrivere un racconto il passo, volendo, è proprio breve. Non a caso alcuni capitoli di Scene Selezionate della Pandemia Gialla nascono proprio in questo modo.
Con lo stesso principio nasce la New York postapocalittica di Pandemic AD.

Attenzione però: osservare non vuol dire necessariamente legarsi per sempre a un’aderenza totale alla realtà. Essa, la realtà, può essere osservata per venire poi stravolta, ribaltata. Gli esempi che vi ho appena citato sono la prova provata di quanto affermo.
Così come una persona bizzarra che notate in vacanza, sul treno o al supermercato potrebbe prestare faccia e movenze allo sgherro del vostro romanzo di fantascienza steampunk.
Perché i limiti sono spesso sono nella nostra testa.

Sul treno si possono fare incontri interessanti.

Sul treno si possono fare incontri interessanti.

 

* Specifichiamo: i buoni corsi di scrittura esistono eccome, solo che oramai fanno più  notizia quelli fuffa, gestiti da blogger che si vantano di essere i “maestri” di questo o quel genere (cito a caso: lo steampunk), ma che in realtà non hanno mai pubblicato UN solo racconto degno di nota. Ma che se la spacciano bene…
** E che mai saprà che per me, in questi anni, è diventato il mio stereotipo di “cattivo” vile e crudele. Poveraccio…
*** In un mio racconto strega lo è diventata per davvero. Poveraccia pure lei…
**** Un’altra Suicide Girl è la nota protagonista del mio Survival Blog. Parlo di Cristina Riminucci, ovviamente.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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