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"Guardati intorno, qui è tutto veleno" (Appunti per scappare dalla Sicilia n.2)

Creato il 08 aprile 2014 da Stupefatti

Io abito in provincia di Palermo, nel comprensorio di Bagheria. Una fettina di costa in cui vivono circa centomila persone. Vicino a casa mia, da decenni, le acque nere di fognature vanno finire regolarmente a mare (1), le campagne si disseminano abitualmente di discariche istantanee ed è nostra usanza – quasi un nostro vanto – organizzare spettacolari falò di cassonetti di rifiuti spandendo nell'aria nubi di diossina. Non si invoca gridando il Santo Patrono ma poco ci manca. Poi però sentiamo che c'è il boom di tumori in Campania o a Taranto e storciamo il naso. Che pazzi scriteriati Dio Mio Lì si che c'è la mafia e Non da Noi. Da noi è vent'anni che non c'è più. Ora, se solo non ci fosse la disoccupazione, vivremmo da re. Intanto a qualche km di distanza da casa mia (ospedale di Cefalù) hanno registrato l'aumento del 20% delle malattie incurabili tra giovani e anziani (1). Intanto, a Palermo, a Catania e in altre tantissime città siciliane, mi hanno raccontato che ci sono interi quartieri in cui c'è almeno un tumore al cervello per famiglia. Ma dati precisi niente. Non siamo bravi con la matematica. Forse perchè con la matematica rischiamo di capire tutto. E quando capiamo tutto che si fa? Non ha senso, Ci faremmo soltanto il sangue amaro. E poi ci sentiamo così stanchi e così mortalmente spossati. Ci sentiamo come all'indomani di una grande orgia, una grande festa pantagruelica e trimalcionica in cui abbiamo abusato di tutto ciò di cui potevamo abusare e in cui abbiamo superato ogni limite. È normale dunque che adesso quasi che non riusciamo ad alzarci dal letto. Ma che senso ha adesso metterci a fare la conta degli acciacchi? Il pallottoliere delle ferite e delle infezioni? A che serve? La festa c'è stata, ok forse abbiamo esagerato, ma che possiamo farci ormai? E' così che funziona. Il fatto è che sotterrare rifiuti tossici in Campania (2), ad esempio, fa girare l’economia. Ecco perchè l’hanno fatto e continueranno a farlo e non ci sono mai eccessivi scandali mediatici. Perchè si risparmiano un sacco di soldi (aziende insospettabili che risparmiano, e fa comodo a tutti)  e si fanno un sacco di soldi (è la camorra che fa un sacco di soldi, e volente o nolente anche questo fa comodo a tutti). E se poi ci sonoi roghi di immondizia,  l’aria contaminata, le falde acquifere avvelenate - e poi il boom di tumori - poco male, chissenefrega. Se una cosa porta soldi si fanno i salti mortali per giustificarla, riabilitarla, al limite dimenticarla. Nella città di Taranto (3) guai a parlare male dell’Ilva, perchè “dà lavoro a un sacco di persone”. Il ricatto morale è dentro le vene della città, dove chiunque ha almeno un parente – e quindi una famiglia vicina, e quindi un’ancora di salvataggio in caso di lastrico eventuale – che “campa grazie all’Ilva”. L’azienda dà lavoro e porta ricchezza, fa girare il denaro, e quindi poco male se ci sono troppi tumori dentro le vene dei tarantini, se i bambini nascono malati e tutto è avvelenato, in putrefazione. Il punto è che – comunque sia, volenti o nolenti - si risparmiano un sacco di soldi, e si fanno un sacco di soldi, in questo modo. E se girano più soldi, in qualunque modo e di qualunque natura, fa comodo a tutti. E poco male, chissenefrega, dei prezzi che ci sono da pagare. (4-5)

Foto: SinistraEcologiaLibertà.itNote
1) E infatti, come ogni anno, abbiamo quasi tutto il nostro mare rigorosamente NON balneabile. Leggi la news su La Voce di Bagheria.

2) La notizia l'ho presa dal numero di febbraio di Espero, rivista che si occupa del comprensorio Termini Imerese-Cefalù-Madonie. La redazione di Espero ci ha concesso la possibilità di inserire nel post l'articolo di copertina della rivista, a firma Antonio Cicero, dal titolo "Siamo una terra di veleni?": Sono in corso, nelle miniere del Vallone, nel nisseno, le indagini sul possibile sversamento illecito di rifiuti tossici e forse anche radioattivi. E non è, si badi, storia recente. L’assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Nicolò Marino, intervistato da Giuseppe Bonaccorsi (La Sicilia, 09.02.2014), ha dichiarato che «in teoria possono esistere più terre dei fuochi in Sicilia perché finora non c’è mai stato controllo nel settore. Addirittura alcune discariche pubbliche sono state in mano a soggetti malavitosi" (...) I rifiuti interrati, infatti, oggetto di business miliardario da parte delle mafie, con la complicità delle aziende che sapevano di inquinare e di condannare a morte territori e popolazioni (niente più che semplici numeri al pari di quelli risparmiati smaltendo illecitamente), sono ormai, costantemente, triste cronaca con la “Terra dei fuochi” in testa, suin Campania. Ma non è la sola. Parrebbero esserci anche la Toscana, la Liguria, la Lombardia e la Calabria (…) In realtà, senza che si possa ancora determinare alcun tipo di analogia, una galleria “dei misteri”, come ormai è stata ribattezzata dai media, ci sarebbe anche da noi. A Tremonzelli, da decenni ormai, si verificanostrani casi di improvviso black out, di incendi ai mezzi in transito o giusto un attimo prima di entrare lì dentro. (...) Le Madonie sono sempre state considerate la Svizzera di Cosa Nostra e potrebbe apparire altamente improbabile che in queste nostre zone non vi siano stati interramenti e sversamenti illeciti. Il meccanismo potrebbe essere stato il solito, rodato. Le industrie non riuscivano a smaltire regolarmente i rifiuti tossici e nocivi e allora ecco la mafia entrare in gioco dietro cessione di denaro, anche a mezzo di faccendieri legati a doppio filo ad alcuni politici, provvedendo se del caso a lavare tutte o parte di quelle somme. (…) In un trafiletto del Giornale di Sicilia del 16 novembre 2013 (dal titolo: “San Raffaele Giglio. Oncologia, ricoveriin aumento”), si riportano questi numeri nelle parole del direttore generale dell’ospedale cefaludese, Carmela Durante : «L’oncologia del San Raffaele Giglio nel 2013 registrerà 489 ricoveri, circa il 20 per cento in più del 2012, 2.838 visite ambulatoriali, 753 day service e una crescita del peso medio dei ricoveri da 1,26 a 1,35». (…) Occorre però verificare. Seriamente. Questo la gente lo chiede da tempo. Verificare significa creare la giusta e trasparente sinergia tra le varie istituzioni; analizzare terra, aria ed acqua; verificare se tutti i siti già interessati da immissione di rifiuti siano realmente in sicurezza e non fuoriesca nulla; se vi siano discariche abusive, anche di piccole dimensioni (...); se le varie falde siano tutte esenti da inquinamento; se i livelli di elettrosmog, dentro e fuori i centri abitati, a volte a ridosso di siti “sensibili”, superino o meno le soglie consentite per legge; se l’aria sia monitorata adeguatamente (non dimentichiamo, nelle Basse Madonie, la vicinanza, in linea d’aria appunto, della zona industriale di Termini Imerese, nel cuicircondario i residenti di alcuni comuni cominciano a dirsi allarmati per gli incrementi di malattie). Occorre verificare, nel corso almeno dell’ultimo quinquennio, se vi sia stato nel territorio comprensoriale un aumento di casi di malattie incurabili e conseguente decesso; individuarne la tipologia e le cause e se, una volta stilata questa statistica e con i numeri alla mano, questo aumento possa essere considerato “fisiologico” o “patologico”. Occorre questo e denunciare, chi sa, se, quanti e quali scheletri il passato del nostro territorio nasconda dentro l’armadio.

3) "La situazione è drammatica e insostenibile sul piano della salute. Ogni giorno vengono smaltite non meno di 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, gran parte di queste attraverso roghi. Per ogni borsa prodotta in nero e venduta in strada a Napoli o a Caserta c’è mezzo chilo di rifiuto smaltito e nessuno sa come. La “terra dei fuochi” è la più grande industria in regime di evasione fiscale che il mondo possa immaginare" Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli e referente di Medici per l’Ambiente, ottobre 2012; "Sono 8.916. secondo fonte Asl, le persone che hanno l’esenzione dal ticket per malattie tumorali nella città di Taranto. Lo rende noto Peacelink, sottolineando che nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’Ilva (Tamburi, Paolo VI, Citta’ vecchia e parte del Borgo), c’e’ un malato di cancro ogni 18 abitanti. ”Per la precisione – spiega Alessandro Marescotti - sono 4.328 malati su 78mila abitanti. Questo significa che se venti persone si riuniscono in una stanza nel quartiere Tamburi almeno una ha un tumore”. Nei restanti quartieri, quelli più lontani dalle industrie, c’e’ ”un malato di cancro ogni 26. Infatti nel distretto sanitario 4 che comprende il resto della citta’ – aggiunge Marescotti – vi sono 4.588 malati di tumore su 120mila abitanti. Questa e’ la situazione attuale" Ansa, 2 settembre 20133-bis) "I verbali del pentito Schiavone: Tra vent'anni rischiano tutti di morire" (La Repubblica Napoli). "Terra dei Fuochi, il più grande avvelenamento di massa dell'Occidente" (FanPage). "I dati sui tumori nelle province di Napoli e Caserta" (Antimafia Duemila). "Il medico della Terra dei Fuochi: triplicati i tumori" (Parallelo Quarantuno). "La memoria corta, l'elogio dell'insulto e la dittatura del web" (Rosaria Capacchione). Reportage sulla Terra dei Fuochi (Il Mattino). "Non solo tumori ma anche sterilità e autismo" (Informare per resistere). "La mafia dietro l'ultima strage, rifiuti interrati nelle cave" (Il Fatto Quotidiano). 4) Su Taranto. Boom dei dati sui tumori (Ansa). "Taranto, un tumore ogni 18 abitanti nei quartieri vicini all'Ilva" (Gad Lerner). 5) "Il martedì la scuola elementare dovette essere evacuata. I bambini vennero colti da mal di testa e irritazione agli occhi, oltre ad avvertire un sapore metallico in bocca. Una maestra si mise a rotolare sul pavimento parlando lingue straniere. Nessuno capiva cosa stesse succedendo. Gli incaricati delle ricerche dissero che poteva dipendere dal sistema di ventilazione, dalla vernice o dallo smalto, dalla schiuma isolante, dall’isolante elettrico, dal cibo della mensa, dai raggi emessi dai microcomputer, dall’amianto antincendio, dall’adesivo dei contenitori per il trasporto, dalle esalazioni di cloro della piscina, o forse da qualcosa di ancora più profondo, più sottile, più intimamente insito nello stato essenziale delle cose". Rumore Bianco, Don De Lillo, 1985


6) Un giorno l'aria sarà talmente irrespirabile che cominceremo a fumare cento sigarette al giorno per stare meglio. Che quando qualcuno butterà una scorreggia gli si risponderà: "Grazie".

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