Guardea (TR) è un comune umbro di 1870 abitanti, ricco di uliveti, campi di grano, un’area naturalistica lacustre, alberi di leccio, a cui si arriva dopo aver percorso negli ultimi chilometri una suggestiva strada panoramica che si affaccia sulla spianata del Tevere.
La cittadina si fregia dell’appellativo di Città del pane, è vicina ad Amelia e a Orvieto e, per almeno due particolari importanti, vicina anche ad Assisi.
San Francesco, infatti, vi dimorò a lungo presso una grotta del monastero romualdino di santa Illuminata e, arrivando ai giorni nostri, sindaco di Guardea è Gianfranco Costa, anni fa primo cittadino di Assisi e fondatore del Centro Internazionale per la pace fra i popoli.
Proprio da Guardea, l’Umbria propone la rinascita del bene comune. Lo fa dando voce a un mondo forse poco conosciuto, ma portatore di interessanti valori. Si tratta delle proprietà collettive, antichi istituti risalenti al medioevo, chiamati, a seconda dei posti, domini collettivi, comunanze, università agrarie, ASBUC, partecipanti, consorzi dei possidenti; tutti enti di natura guridica privata, attivi e presenti nella vita economica, culturale e sociale dell’Italia specie della montagna, gestori di migliaia di ettari di territorio, erogatori di servizi primari e impegnati nel rispetto dell’equità economica fra generazioni. Un altro modo di possedere le risorse, non solo in mano a privati, ma ripartite fra tutti per assicurare a tutti sostegno e dignità.
Le proprietà collettive sono enti dotati di capacità di autonormazione, indivisibili, non usucapibili e non vendibili se non dopo una specifica variazione della destinazione d’uso. Offrono legnatico, tartufi, pascolo, funghi e altri svariati servizi, culturali, di coesione sociale, turistici. Garantiscono presidi territoriali, sentieri da percorrere per conoscere l’ambiente, il mantenimento degli ecosistemi. Il tutto inserito in una logica che non segue l’economia di mercato finalizzata al profitto, ma l’offerta di benessere alle famiglie che della comunità fanno parte e che si estende, di riflesso, all’intera Nazione.
In un convegno brillantemente organizzato dal Comune di Guardea, dalla Regione dell'Umbria e dal Dominio Collettivo di Guardea presieduto da Stefano Muzi, si sono alternati gli interventi di Sandro Ciani responsabile della struttura Usi civici della Regione Umbria, di Mariella Carlotti docente di storia dell’arte, di Pietro Nervi professore di economia delle proprietà collettive all’Università di Trento, di Sauro Vitali presidente dell’ Università agraria di Boschetto che ha promosso la battaglia a difesa del Rio Fergia contro lo sfruttamento della società di acque minerali Rocchetta, di Pietro Catalani, Commissario degli Usi civici per la Toscana, Umbria e Lazio, di Francesco Grohmann dirigente del servizio foreste ed economia montana della Regione Umbria, con la moderazione del giudice costituzionale Paolo Grossi.
Dalla platea una grossa partecipazione di amministratori e segretari delle proprietà collettive, giunti a Guardea per ascoltare e raccontare le loro esperienze, provenienti anche da fuori regione come il sindaco e il presidente ASBUC di Piazza al Serchio (Lucca) o come i rappresentanti dei demani civici della Sardegna.
Tanti comunisti, come li ha ripetutamente appellati Paolo Grossi riaffermando il primigenio senso del termine, insieme ai quali si augura che le proprietà collettive con la loro autonomia e con i loro principi “continuino a essere ricchezza per molto tempo, per voi e per i vostri figli” .