Il colonnello della Guardia di Finanza, Umberto Rapetto, non era uno dei tanti ufficiali delle Fiamme Gialle. Era il comandante del "Nucleo speciale frodi telematiche", un esperto a livello nazionale nel campo dei reati che corrono sul web, pioniere dell'impegno del Corpo nel settore. Ho usato l'imperfetto, perché, è notizia dell'altro ieri, il colonnello si è dimesso dal Corpo. Il comando generale aveva pensato di sollevarlo dall'incarico per fargli frequentare un corso al "Centro studi Alta Difesa" e lui "non c'è stato", ha preferito abbandonare la divisa. Probabilmente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione che non vedeva l'ufficiale nelle grazie del comando generale, tanto è che per ben tre volte (come informa il sito notizie.tiscali), tra il 2010 e il 2012, la "commissione di avanzamento" non lo ha ritenuto idoneo per la promozione al grado di generale di brigata. Le notizie apparse sul web, parlano di un ufficiale che con le sue indagini ha recato più di un fastidio. Così si legge, ad esempio, sul sito de la Repubblica, in un articolo a firma di Carlo Clericetti:
«[...] Ma quella [indagine ndr] che probabilmente è stata fatale a Rapetto è forse la più importante, quella sulle slot machines del "gioco legale" installate negli esercizi pubblici, che ha portato al recupero di 2 miliardi e mezzo per il bilancio dello Stato ma ha pestato molti piedi importanti, nei Monopoli, nelle società concessionarie e nella galassia di faccendieri che si muovono tra politica, alta burocrazia ed affari. Dicono alcuni parlamentari che Rapetto avesse ricevuto caldi inviti ad andare piano con le sue indagini, inviti che il colonnello ha del tutto ignorato contribuendo a scoperchiare un giro di malaffare i cui sviluppi sono ancora in corso.»
L'abbandono di Rapetto ha comunque destato allarme nello stesso mondo parlamentare che per una parte lo ha osteggiato: come informa sempre l'articolo di Repubblica, sono state presentate ben nove interrogazioni. E il destinatario non è un ministro qualsiasi, ma lo stesso presidente Monti, nella sua veste di ministro dell'Economia. Così ha commentato il "caso Rapetto" il presidente del Movimento dei Finanzieri democratici, Lorenzo Lorusso: «Il comando generale della Guardia di Finanza ha fatto un'altra vittima illustre, ora quegli ufficiali con la licenza media inferiore potranno fare carriera indisturbati».