Ho impattato, contro lo sguardo dei pellicani incatramati, ho cercato di capire, guardando un’altra foto, che tipo di animale fosse quel grumo voluminoso carico di una melma nerastra, ho fermato la mia attenzione sul movimento di un uccello che si dibatte condannato a morte dallo stress, ho incrociato il mio sguardo con quello di un delfino disperato…
Dal 20 aprile ad oggi la Bp ha visto dimezzarsi il suo valore di mercato (attualmente di 101 miliardi di dollari, immediatamente la stessa azienda ha sottolineato di come la situazione finanziaria sia solida e non vi siano dunque motivi per un ribasso azionario.
Mi associo volentieri alle parole di Obama che non usando mezze misure ha detto ai responsabili della marea nera: “So quali sederi prendere a calci”.
Sono giorni che continuiamo a sentire dell’enorme danno economico subito dalla BP , ma qualcuno mi spieghi, come si quantifica il danno ambientale? Qual è la cifra, ovvero il denaro, ovvero il metro di valutazione con cui noi umani riusciamo a capire quantitativamente da assegnare al disastro ambientale?
I danni provocati da petrolio e idrocarburi a flora e fauna marina si recuperanno nel giro di una-due generazioni per ciascuna specie, e tutto questo indipendentemente dall’andamento delle quotazioni della borsa della BP…
Tutto questo mentre milioni di galloni di greggio, nero ed appiccicoso, si riversano nell’oceano causando un numero incalcolabile di vittime tra cui delfini e tartarughe marine.
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