Cranio di Neanderthal (Chapelle aux saints-Francia, 1908).
Per provare a leggerci una storia sull’evoluzione.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima: affermazione poco scientifica, senza basi razionali, ma alla quale probabilmente a ognuno di noi piace credere quando incontra qualcuno della sua specie. Il viso come possibile specchio dell’evoluzione: affermazione certamente più scientifica, alla quale si sono ispirati diversi paleoantropologi studiando i reperti cranici dell’Homo sapiens neanderthalensis.
Lineamenti marcati, zigomi alti, naso un po’ grosso: in fondo potremmo riferirci (anche) al nostro vicino di casa. Invece da ora in poi parleremo del nostro predecessore neanderthaliano, estinto circa 30 mila anni fa. Perché la ricostruzione dei suoi tratti somatici, molto peculiari, è stata oggetto di molteplici ricerche, con lo scopo di darne una spiegazione in termini evolutivi. In particolare il naso tozzo dei Neanderthal ha da sempre attirato l’attenzione degli studiosi.
Dal punto di vista anatomico, una conformazione nasale stretta tende a umidificare e riscaldare l’aria che viene inalata, prima che arrivi nei polmoni. E’ considerato quindi un tipico adattamento delle popolazioni che da sempre vivono in climi freddi. All’opposto, un naso più grande, come quello dei Neanderthal, è di solito posseduto dai gruppi etnici che vivono nelle regioni tropicali, con lo scopo di disperdere calore più facilmente. Problema: è noto che i Neanderthal, fin dalla loro comparsa circa 500 mila anni fa, hanno abitato regioni dell’Europa con un clima decisamente più freddo di quello attuale. Perché quindi avevano il naso grosso? L’antropologo Nathan Holton, dell’Università dell’Iowa, ha indagato una possibile relazione fra le dimensioni del naso e della bocca dei Neanderthal, nell’articolopubblicato sul “Journal of Human Evolution”. L’idea è che tutto potesse essere proporzionato, essendo necessaria a quei tempi un’ampia e robusta mascella per lacerare i cibi. Tuttavia Holton ha trovato solo una debole correlazione fra le strutture anatomiche del naso e della bocca neanderthaliane.
Todd Rae, paleoantropologo della Roehampton University di Londra, ha recentemente indagato i tratti somatici dell’Homo sapiens neanderthalensismediante analisi tridimensionali del cranio con tomografia computerizzata a raggi X. Nell’articolo pubblicato sempre sul “Journal of Human Evolution” il ricercatore ha confrontato nove reperti cranici pressoché integri di giovani adulti di Neanderthal con le misure craniche nel moderno Homo sapiens sapiens. In particolare si è concentrato sulle dimensioni dei seni paranasali: cavità ossee localizzate nella parte frontale del cranio che attraverso le cavità nasali comunicano direttamente con l’esterno. E’ risultato che i seni paranasali dei nostri cugini erano sì grandi, ma perché erano proporzionati alle dimensioni dell’intero volto, più voluminoso del nostro attuale. Sembra comunque che le dimensioni del volto e la struttura ossea del cranio dei Neanderthal non fossero le più “adatte” per l’aria fredda che si trovavano a respirare i nostri antichi cugini.
Perciò non sembra esserci, almeno al momento, una spiegazione evolutiva per i lineamenti somatici dell’Homo sapiens neanderthalensis. Il freddo e l’adattamento a esso non c’entrano nulla con la sua storia evolutiva. Incalza quindi il paleontologoJohn Stewart, della Bournemouth University, sostenendo che allo stesso modo i corti arti inferiori dei Neanderthal non rappresenterebbero tanto un adattamento al freddo, quanto piuttosto un aiuto per progredire nel sottobosco. E comunque non chiediamoci se e quanto il nostro predecessore neanderthaliano fosse “bello”. Infatti l’archeologo Joao Zilhao, dell’Università di Bristol, ha recentemente pubblicato unarticolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” in cui documenta il ritrovamento in Spagna di conchiglie marine e residui di pigmenti, probabilmente usati come ornamenti e pitture corporali. Insomma, bello o brutto che fosse, il Neanderthal teneva al proprio aspetto: esattamente come Homo sapiens sapiens.
(Roberto Insolia- Corriere del Ticino Web+)
Rae TC, Koppe T, & Stringer CB (2011). The Neanderthal face is not cold adapted. Journal of human evolution, 60 (2), 234-9 PMID: 21183202