Magazine Diario personale

Guardie e ladri

Creato il 25 luglio 2012 da Povna @povna

Di ritorno dal matrimonio dell’amico alieno Ibbo (che li ha visti confrontarsi, con sufficienti non chalance e destrezza, con l’intellettuale intellighenzia che intorno a lui, costantemente, gira), la ‘povna e l’Amico Scrittore hanno passato la serata con Viola, Papà Razzo e l’Altra, ai quali hanno raccontato gli episodi più significativi del loro mondanissimo sabato, rievocando i tempi in cui quei luoghi (sia pure con l’attitudine meta-snob che li contraddistingue) erano settimanalmente pure i loro. Poiché erano tutti stanchi, si sono salutati abbastanza presto; e la ‘povna ha colto l’occasione per calarsi subito tra le braccia di Morfeo.
Non passa che un’ora scarsa, e la ‘povna viene svegliata da una serie di rumori sordi, e voci sussurrate, e passi. E infine – basta uno sguardo alla finestra – torce velate che pattugliano il giardino. Spettrale nella sua camicia da notte bianca (che è poi la sottoveste della sua bisnonna), la ‘povna si affaccia tra le sbarre. In tempo per vedere quattro sbirri che zompettano tra l’erba, maldestramente preceduti da un individuo in mutandoni e ciabatte che ripete ossessivamente: “Ecco, da questa parte: il rumore era qui vicino”.
Sempre troppo tardi, anche i poliziotti identificano la ‘povna:
“Buona sera, ci hanno chiamato perché hanno sentito dei rumori sospetti…”.
La ‘povna (che è educata) saluta a sua volta. E poi nega recisamente, resistendo agli attacchi del vicino che la incalza ad altezza di cespuglio: “Ma sì, un rumore, mi ha svegliato, ho pensato che fosse entrato in casa un ladro acrobata, non può non averlo sentito”.
La ‘povna conferma la sua sordità, e scompare dal vano finestra. Prima che gli sbirri abbandonino il luogo del delitto sarà passata un’altra ora abbondante. Del presunto ladro (ovviamente) non c’è traccia. In compenso, ancora imperversa il vicino.
All’alba delle quattro la ‘povna, infine riesce a prendere di nuovo sonno. E, prima di scivolare nella beata incoscienza, con l’ultimo pensiero intelligente si domanda se sia il caso di rivelare, la mattina seguente, come il vento abbia chiuso (invero assai rumorosamente) la finestra vasistas del suo bagno. Determinando dunque il colpo secco. E tutta la successiva sarabanda del giardino.


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