Alle volte si rimane interdetti perché non si riesce più a distinguere tra stupidità, ignoranza e malafede politica. E mi sono chiesto in quale di queste aree giocasse il preside di Rozzano che ha vietato i canti di Natale tra i banchi: da quando i direttori di istituto sono diventati “manager” tutto è possibile. In un primo momento, vista la stupidità della cosa, ho pensato anche che potesse essere un leghista in sonno deciso a dare un aggancio polemico a Salvini, ai suoi crociati da bar e alle beghine in conto capitale, travolti da eventi molto più grandi di loro; che insomma avesse offerto a costoro una cretinata casalinga nella quale sguazzare.
Poi con il ridimensionarsi della vicenda in termini ben più modesti mi sono accorto che in realtà le cose stanno molto peggio: che si tratta di una piccola, ma significativa manifestazione di un autismo occidentale il quale ha rinunciato a comprendere se stesso e il mondo nello sforzo di dominarlo e la cui massima espressione politica, umana, culturale consiste in una ipocrita “tolleranza” della diversità, nel far tacere gli altri anche a costo di imporsi un minuto di silenzio. E mi spiego: l’idea nata in Francia di vietare l’ostentazione e la manifestazione di simboli religiosi, compresi quelli cristiani, non solo è palesemente ipocrita perché di fatto vieta a tutti gli altri di dirsi diversi, visto che essi sono immersi in una società dove la simbologia cristiana è assolutamente presente in ogni aspetto della vita, a cominciare dalla domenica come giorno di festa per finire con la maggioranza delle modalità civili. Ma è anche falsamente laica attribuendo alla religione di ciascuno un’importanza fondamentale e sproporzionata. Un Paese davvero laico permetterebbe tutte le espressioni simboliche delle religioni, invece di vietarle tutte, considerandole come espressioni esistenziali di singoli e gruppi, da cui il buon governo dovrebbe necessariamente prescindere.
E del resto perché mai un cristiano dovrebbe e sentirsi offeso dal Ramadan o dallo Shabbat oppure un musulmano dal Natale? I digiuni non sono per nulla estranei al cristianesimo, così come Cristo è venerato nell’Islam come il maestro più grande prima di Maometto, (cosa evidentemente sconosciuta alla totalità della popolazione) per non dire che poi tutto ha origine nella Bibbia. Quindi al contrario di quanto non si voglia far credere un presepe non disturba affatto i fedeli dell’Islam così come un po’ di astinenza alimentare può far comprendere persino ai localari che esiste vita oltre il dietologo e la palestra. I divieti in buona e cattiva fede sono il sintomo di un fallimento della multi culturalità e insieme l’indizio che le società moderne conservano sotto pelle antichi e inquietanti pulsioni, quelle che poi vengono aizzate e sfruttate per ridurre la democrazia e per nascondere emotivamente la stagnazione e l’impoverimento prodotto dal capitalismo finanziario, non bastando le cifre manipolate che vengono diffuse. Che dire la guerra di civiltà è l’alibi perfetto per nascondere l’imbarbarimento civile e politico dal quale siamo investiti.