La piazza con le sue colombe
e qualche vecchio sulle panchine.
E le pietre gotiche, grigie ormai
o nerastre: tempio attuale.
Vicino passa il traffico rotante.
La grande città stride, si affretta,
e risuonando non cessa di donarsi,
di promettere la creazione di un nuovo mondo.
Perfino l’ozioso gattino collabora,
vagando nella sua zona soleggiata,
ad arricchire le luci e la promessa
della splendida città
che aspira a essere perenne.
“Nel marzo del 1938 Dalì si trasferisce per due mesi con Gala nella città eterna: nello studio di Lord Berners che si affaccia sui Fori. L’artista è attratto dalla sovversione delle leggi dell’ordine e della simmetria, che gli offrono spunti significativi per successive declinazioni del suo linguaggio surrealista e visionario.”