- Il Pianeta Selvaggio – 1973 - ♥♥♥♥ e 1\2 -
di
René Laloux
Angoscioso, surreale ma al tempo stesso terribilmente realistico è questo film d’ animazione, del lontano 1973, nato dalla collaborazione di Laloux con il visionario pittore e sceneggiatore Roland Topor. Questo visionario artista è maggiormente ricordato per la sua collaborazione nel Nosferatu di Wener Herzog, ma a mio avviso dovrebbe esserlo maggiormente per le illustrazioni e i toni che regala a questa cupa ma straordinaria storia. L’ intero film’ d’ animazione non è per nulla adatto a un pubblico abituato a definire questo genere cinematografico come opere per bambini. Già soltanto i suoi disegni sono insoliti e ricordano più le pitture surreali e grottesche di Dalì o Bosch. La poca fluidità delle animazioni spinge lo spettatore a osservare quest’ opera non per la sua tecnica ma per la sua storia e per quei marcati tratti visivi che ogni fotogramma d’ animazione racchiude al suo interno. L’ ambientazione fantascientifica del pianeta dominato da esseri tecnologicamente e intellettualmente più sviluppati (i Draag) ricorda moltissimo gli sfondi di opere come “El Bosco” o ” Mùsica da Carne” di Hieronymus Bosh. E’ proprio in questa surreale scenografia che si dipana l’ avventura di un giovane umano, strappato dalle braccia della madre, a causa di un gioco Draag, e conseguentemente allevato come animale domestico da una famiglia di questi onniscienti indigeni bluastri del pianeta. La stessa sequenza iniziale del film è di una straordinaria bellezza e mostra in pochi minuti la stupidità del potere, ridotto ad essere un semplice gioco di forza, che spesso può anche essere inconsapevole ( non a caso tale ruolo di gioco\potere è svolto dai piccoli “bambini” dei Draag). Laloux per una buona parte del film sembra volerci comunicare proprio la stupidità insita in chi detiene il potere in virtù della sua forza, che in questo caso è fisica (i Draag sono dei giganti in confronto agli umani), ma che non è sicuramente difficile tradurla in maniera più attuale in supremazia economica. La razza aliena dei Draag non è rappresentata come propriamente cattiva, come sottolinea anche il doppiaggio italiano moderato e una volta tanto attinente alle atmosfere che il film esprime. I Draag sono una razza che intellettualmente sono e si sentono superiori agli umani e che quindi in maniera quasi del tutto inconsapevole finiscono per trattarli come dei giocattoli. Fondano la loro supremazia quasi esclusivamente sulla conoscenza, della quale sembrano quasi nutrirsi in maniera costante per progredire veramente e non limitarsi solamente a sviluppare delle loro competenze. Gli esseri umani invece, non a caso, sono contraddistinti da un’ ottusità di fondo che li spinge ad essere molto più restii alla conoscenza, all’ informazione di nuove notizie per uscire dal loro stato di schiavitù. Tentano solamente di riunirsi in gruppi, denominati “selvaggi”, allo scopo di organizzare una ribellione o una fuga. Scopriranno anche loro, anche se molto più lentamente che la conoscenza può e deve essere l’ unica via per garantire non solo la sopravvivenza ma anche il progresso comune delle due razze. Ottimistico, saggio e decisamente un film che ogni mente aperta non dovrebbe lasciarsi sfuggire di vedere.
( Gioco Draag)
( Ribellione Umana)