L’Iran svolge un ruolo cruciale nel Golfo Persico e, con la sua posizione geografica strategica, domina totalmente il Golfo settentrionale e lo Stretto di Hormuz. Ma ha abbastanza risorse da poter bloccare e tenere in scacco la tratta strategica, nel caso di un conflitto militare?
Politica di guerra asimmetrica
L’Iran è una potenza militare relativamente inferiore rispetto agli USA e alle nazioni della NATO, ma è in grado di infliggere gravi colpi difficili da fronteggiare a forze convenzionali più grandi.
Il caporedattore della rivista Difesa Nazionale, Igor Korotchenko, crede che l’esercito dell’Iran non sia capace di ottenere una vittoria contro gli USA in un confronto diretto: “Nel caso di un conflitto militare totale diretto [contro l'Iran], gli USA vincerebbero certamente”, ha detto. “Ma la domanda è: a quale prezzo?”
A causa delle misure asimmetriche che l’Iran può mettere in atto in un conflitto, secondo Korotchenko il prezzo della vittoria può essere inaccettabile per gli USA. “[L'Iran] può attaccare le basi e le attrezzature militari USA nella regione”, dice Korotchenko. “Possono utilizzare elementi di Hamas ed Hezbollah, o di altri movimenti radicali che sono pronti a supportare l’Iran. Sono in grado di destabilizzare la situazione in Iraq. Queste sarebbero misure asimmetriche”.
Avendo risorse limitate a disposizione, l’Iran ha bisogno di sviluppare una strategia di guerra asimmetrica. Quindi la strategia di guerra iraniana è orientata ad usare gli armamenti in maniere non convenzionali ed a sfruttare in modo favorevole la geografia della nazione. La dirigenza iraniana aderisce ad una “dottrina del non colpire per primi” e non ha dichiarato guerre nella storia moderna. La costituzione iraniana proibisce l’installazione di qualunque tipo di basi militari straniere nella nazione, anche se a scopi di pace.
La strategia asimmetrica ha dato prova della sua efficacia durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988). L’Iran stava conducendo operazioni “colpisci-e-scappa” usando gruppi di piccole imbarcazioni contro le navi che passavano attraverso lo stretto di Hormuz. Combinati con l’intensa attività di minamento dello stretto, le tattiche di guerriglia hanno permesso all’Iran di affondare oltre 500 navi durante la guerra. Tuttavia, in un confronto diretto avuto con la flotta USA dopo che le mine iraniane avevano danneggiato una loro fregata, la marina iraniana fu schiacciata.
A seguito della Rivoluzione Islamica del 1979, l’Iran ha suddiviso le sue forze armate in componenti regolari e rivoluzionarie. Questo significa che l’Iran ha due eserciti attivi: L’Esercito della Repubblica Islamica dell’Iran (Esercito regolare) e l’Esercito dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Guardie della Rivoluzione, IRGC). L’IRGC è una combinazione di forze armate di terra, di mare (IRGCN), aerospaziali (IRGCN AF), di intelligence e forze speciali. Mentre l’Esercito regolare difende i confini dell’Iran e mantiene l’ordine interno, i Guardiani della Rivoluzione hanno il compito di proteggere il sistema islamico del paese. Entrambi gli eserciti operano in parallelo e condividono le strutture militari, ma l’IRGC ha un rango più elevato e la precedenza nel ricevere attrezzature più
moderne.
Oggi l’IRGCN ha più di 1500 piccole imbarcazioni, che possono essere facilmente nascoste nelle zone costiere e non hanno bisogno di grandi porti per i rifornimenti. La maggior parte di queste lance possono essere o sono già equipaggiate con missili a corto-raggio e mine. Un improvviso attacco da parte di un gruppo di queste navi può abbattere quasi qualsiasi nave che osi entrare in acque iraniane.
Le forze iraniane sono coperte lungo le coste da un’estesa rete di missili anti-nave e sistemi di difesa aerea. Essendo piuttosto vulnerabile ad un serio attacco aereo, l’Iran ha decentralizzato le sue strutture di comando, aumentando la resilienza delle sue forze armate ad un iniziale attacco avversario.
Minore efficienza in battaglia?
L’Iran mantiene le sue attrezzature militari in buone condizioni, pronte ad essere schierate quando e dove fosse necessario. Questo è stato confermato durante i regolari esercizi navali. In molti casi, l’Iran ha usato le esercitazioni per testare la sua nuova artiglieria, come il missile balistico a medio raggio Ghadr. Il successo degli ultimi test di lancio del 3 gennaio hanno spinto il comandante della Marina iraniana, l’ammiraglio Habibollah Sayyari, ad affermare che da quel momento lo Stretto di Hormuz sarebbe sotto il completo controllo dell’Iran.
Il Ghadr-110 è un missile balistico a medio raggio, progettato, sviluppato e creato interamente in Iran. E’ una versione migliorata del missile Shahab-3, con un’alta manovrabilità ed un tempo di preparazione di
soli 30 minuti. Il missile ha una gittata di circa 2100 km. E’ stato lanciato con successo durante l’ultimo test iraniano nelle esercitazioni militari svoltesi dal 21 dicembre 2011 al 3 gennaio 2012. Lo scopo degli esercizi navali iraniani non è solo di mostrare i muscoli di fronte al mondo, ma anche di migliorare il proprio addestramento militare e l’efficienza ed affinare la conduzione delle operazioni all’interno delle sue acque territoriali.
L’esercito iraniano ha una grande quantità di armamenti prodotti dall’Occidente, alcuni più di 30 anni fa, che è difficile mantenere in efficienza sotto embargo. La flotta iraniana è composta di navi progettate da USA, Francia e Gran Bretagna. I 3 più grandi sottomarini iraniani, che sono stati forniti dalla Russia, hanno più di 15 anni e non si sa di alcun tipo di manutenzione fatta negli anni. I MIG-29 russi, i SU-24, gli F-6 cinese ed i J-7 costituiscono il nerbo della forza aerea. L’Iran rimpiazza continuamente gli armamenti stranieri che sono inutilizzabili con armamenti prodotti localmente e accresce costantemente la sua efficienza militare.
L’industria militare
Dopo la rivoluzione, l’Iran si è trovato gravemente isolato a causa delle sanzioni economiche e dell’embargo sugli armamenti che gli era stato imposto dagli Stati Uniti, e ha dovuto fare maggiore affidamento sulle sue industrie di armamenti. L’IRGC fu incaricato di creare della moderna industria militare iraniana.
L’Iran oggi è in grado di produrre diversi tipi di armamenti: aeroplani, elicotteri, navi e sottomarini ma anche sistemi radar e sofisticati sistemi di difesa aerea. Comunque, i sistemi che gli USA forniscono ai propri alleati nel Golfo sono molto più avanzati delle tecnologie militari iraniane. L’Iran si è specializzato nello sviluppo di munizioni intelligenti, imbarcazioni da attacco leggere, mine e missili balistici per contrattaccare altre potenze militari. L’Iran ha fatto molti sforzi nello sviluppo dei suoi missili balistici. Negli ultimi anni ha sviluppato armi come il Fajr-3 ed il Kowsar, missili balistici a medio raggio, il Fateh-110, missile terra-terra a corto raggio, ed il missile Shahab-3 che è diventato la spina dorsale dell’inventario di missili strategici.
Per le sue forze sottomarine, l’Iran ha sviluppato il siluro Hoot a supercavitazione, presumibilmente ricavato dal russo VA-111 Shkval. L’Iran produce al suo interno i sistemi di difesa missilistica aerea
Shahin e Mersad, che sono versioni migliorate del sistema americano MIM-23 Hawk degli anni ’60. E’ noto che l’Iran produce ed utilizza droni telecomandati che sono usati per la sorveglianza.
La forza aerea iraniana
Le forze aeree iraniane dispongono di 200 velivoli da combattimento, di 120 adibiti al trasporto e più di 500 elicotteri. La lista delle basi e degli aeroporti utilizzati militarmente dall’Iran include 14 basi tattiche dell’aeronautica, 18 zone aeree militari e 22 aeroporti civili che possono essere utilizzati per scopi militari. Le forze aeree iraniane consistono principalmente di velivoli sovietici e cinesi, come anche di ex aerei iracheni riconvertiti. Alcuni dei velivoli più vecchi sono americani, e l’aviazione è riuscita a mantenerli in attività.
L’Iran è in grado di produrre jet da combattimento monoposto di seconda generazione Azarakhsh e Saeqeh, derivati dai Northrop F-5 americani. Gli ufficiali iraniani sostengono che i Saeqeh sono paragonabili all’americano Hornet Mc Donnell Douglas F/A-18. Sembrerebbe che l’Iran abbia all’incirca 30 di questi velivoli operativi. Tutti i velivoli iraniani sono equipaggiati con missili nazionali e non fanno affidamento su rifornimenti dall’estero.
La forza navale dell’Iran
Secondo fonti pubbliche le forze navali iraniane hanno un totale di 26 sottomarini, 4 fregate, 3 corvette, 24 imbarcazioni lanciamissili da ricognizione, 7 navi da guerra spargimine, e più di 270 imbarcazioni da ricognizione costiera.
Tre dei sottomarini iraniani sono Kilo russi, sottomarini diesel-elettrici pensati principalmente per operazioni anti-sommergibili nelle acque poco profonde del Golfo. L’Iran ha anche 17 piccoli sottomarini prodotti in loco, i Ghadir, capaci di lanciare i siluri a supercavitazione Hoot, che li rende una grave minaccia per navi e sottomarini ostili. Ghadir è una classe di minisottomarini costruti dall’Iran
appositamente per percorrere i bassi fondali del Golfo Persico. Il sottomarino è equipaggiato con gli ultimi ritrovati tecnologici e militari e si pensa possa essere alla pari degli omologhi stranieri. Possono anche
essere usati per trasportare sommozzatori per le operazioni speciali, come la posa di mine.
Considerando che lo Stretto di Hormuz è piuttosto basso e che ha solo due stretti canali navigabili, non sarebbe secondo Korotchenko difficile bloccare tutti i passaggi strategici, specialmente con l’esperienza dell’Iran nelle operazioni di posa delle mine. “Le operazioni di posa delle mine possono essere portate a termine in segreto, e in seguito l’Iran potrebbe annunciare che lo Stretto di Hormuz è bloccato” ha detto. “Inoltre, l’Iran è capace di colpire navi-cisterna ed altre imbarcazioni all’interno dello stretto con missili anti-nave installati su motoscafi o direttamente sulle coste”.
Programmi balistici e nucleari
La maggiore preoccupazione dell’Occidente sono i programmi iraniani sui missili balistici e nucleari. L’Iran ha creato forze armate di missili balistici che sono in grado di colpire qualunque alleato degli USA e le stesse basi USA nella regione. L’Iran avrebbe accumulato diverse migliaia di missili balistici mobili a corto e medio raggio. I missili balistici iraniani potrebbero essere predisposti per contenere testate nucleari se il paese riuscisse a svilupparle. L’Iran sostiene che il suo programma nucleare è pacifico, ma molti nel mondo credono che il vero scopo sia di produrre armi nucleari. Secondo il guru militare Anthony H. Cordesman, del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali, è possibile che l’Iran arrivi a produrre armi nucleari nei prossimi 5 anni.
Igor Korotchenko crede che l’Iran sarebbe pronto ad usare le sue armi balistiche senza grandi esitazioni, se necessario. L’unica domanda che rimane è quanto sarebbero davvero efficaci dal punto di vista ingegneristico. “I missili balistici iraniani Shahab-3 e i nuovi missili basati su quella tecnologia sono infatti missili semi-strategici”, ha riferito. “E’ possibile attaccare le installazioni militari americane nella regione con questi missili, fino ad una certa distanza. La domanda è come l’Iran deciderà di usare le sue unità di missili”.
“Le unità missilistiche sono controllate dalle Guardie della Rivoluzione e fanno parte della loro struttura operativa” ha aggiunto Korotchenko. “Quindi possiamo aspettarci che almeno nel contesto della prontezza morale, gli addetti ai missili porteranno avanti l’operazione in modo professionale”.
(Traduzione di Valentina Bonvini)