Guerriglia Londra: giù le mani dai social network

Da Pinobruno

Londra come Pechino e Pyongyang? L’accanimento del governo Cameron nei confronti dei social network, dopo i saccheggi dei primi giorni di agosto, convince sempre meno e sembra sempre più pretestuoso. Dice a Sky News Mark Flanagan, già responsabile delle comunicazioni di Downing Street: ”Vietare i social network non ha senso. E’ un atto disperato di un dittatore, che mette il Regno Unito allo stesso livello della Cina e della Corea del Nord”.

Dare del dittatore al primo ministro di Sua Maestà è una provocazione, certo, ma la campagna lancia in resta contro Facebook, Twitter e il servizio di messaggeria del BlackBerry ha irritato i cittadini che tengono ai diritti civili.

La libertà di informazione e comunicazione non può essere merce di scambio per l’ordine pubblico. Disordini e saccheggi vanno repressi (meglio, prevenuti) senza tracimare in comportamenti più consoni a Cina e Corea del Nord che alla Gran Bretagna.

Ieri i rappresentanti in Gran Bretagna di Twitter, Facebook e Rim, l’azienda canadese che produce BlackBerry, hanno incontrato il ministro dell’Interno, Theresa May, e i membri dell’associazione dei capi delle forze di polizia. Tema: stabilire se i social network e servizi di comunicazione come BlackBerry Messenger debbano
essere sospesi durante scontri e saccheggi e evitare che contribuiscano a organizzare i disordini.

Al termine della riunione, un portavoce del ministero ha dichiarato che le discussioni si sono ”focalizzate su come il sistema legale e i social network possano rafforzare le relazioni esistenti per garantire che le reti sociali non siano utilizzate per attivita’ criminali”. E ha aggiunto: ”Il governo non ha richiesto ulteriori poteri per chiudere i social network”.

Facebook, che ovviamente e’ contrario a un divieto totale all’utilizzo, ha dichiarato di aver gia’ introdotto un bando ai contenuti del sito considerati ”grossolani in momenti delicati come gli scontri del Regno Unito”.

”Nei giorni recenti – ha aggiunto un portavoce del social network – ci siamo assicurati che ogni minaccia credibile di violenza venisse rimossa dalle pagine del sito e siamo stati piacevolmente colpiti dall’utilizzo positivo che milioni di persone hanno fatto del nostro servizio, per far sapere ad amici e parenti che stavano bene e rafforzare le loro comunita”’. Pagine come ‘Appoggiamo la polizia di Londra contro i disordini’ contano fino ad un milione di fan.

Anche il Guardian ieri sottolineava il ruolo positivo dei social network. Il quotidiano ha analizzato un database di oltre 2,5 milioni di messaggi Twitter relativi ai disordini e ha scoperto che la maggior parte aveva a che fare con iniziative per ripulire le aree colpite dagli scontri e, in generale, con le reazioni del pubblico ai saccheggi.

Quanto a Rim, subito dopo i disordini aveva detto che avrebbe cooperato con tutte le autorità giudiziarie e delle telecomunicazioni, ma non ha specificato se avrebbe consegnato alla polizia le liste delle chat e i dettagli personali dei suoi utenti.

Finora Scotland Yard ha arrestato 2006 persone coinvolte negli incidenti, e i social network hanno collaborato per evitare guai.

Fonti: Ansa, Guardian.


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