Guest designers low-cost #3: the Best of Versace for H

Creato il 03 novembre 2012 da Alessandra Casciaro @Ale_Casciaro

Con l’avvicinarsi del giorno X, cioè quello del lancio della collezione Maison Martin Margiela per H&M, che attendo con ansia, ho pensato di pubblicare finalmente questo supermegapost che vi avevo gia’ promesso tanto tempo fa, con i miei tantissimi capi ricevuti da H&M proprio di questi tempi – un anno fa – ed inclusi nella collezione Versace.
Li ho scelti, collezionati, fotografati ed indossati. Ho deciso di rinfrescarvi un po’ le idee con le mie recensioni autunno/inverno: capi preferiti, capi di maggior successo, capi così così.

Tutto in un post, per farvi scoprire davvero la collezione low cost piu’ discussa, illuminata non dall’abbacinante luce dei riflettori e dalle chiassose sfilate newyorkesi, ma dal guardaroba di chi li ha davvero scelti e se li sta godendo, piano piano.

E voi: siete riuscite ad accaparrarvi qualche capo? Cosa avete preferito? Cercate ancora qualcosa su internet? Commentate le mie e le vostre scelte qui con me. Buona lettura! 

Iniziamo dal pezzo forte della collezione, l’abito argento: unico!
Fin da quando negli anni ’90 vedevo sfilare Naomi, Linda, Eva, Cindy e le altre bellissime supermodels con gli abiti laminati creati da Gianni Versace, avrei voluto indossarne uno. Oggi posso, e per giunta e’ anche low cost. Oddio, non molto low, ma sicuramente molto economico raffrontato all’estro ed alla particolarita’ del capo. Dunque, per quelle che non hanno avuto la forntuna di toccarlo, sappiate che la sensazione e’ stranissima: si tratta di una specie di piccola armatura, tipo quelle medievali, creata da listini di metallo collegati da piccole graffette. Non stoffa, metallo. La vestibilità e’ media: diciamo che meno curvy si é meglio sta addosso, inutile girarci intorno. Altro lato negativo: la pesantezza, essendo proprio di metallo (il capo viene spedito arrotolato, non appeso). Ma si passa sopra a tutto, per un Versace che ricorda i bei tempi del Made in Italy piu’ glamour.

Ed eccoci rapidamente agli altri capi, primo fra tutti l’abito nero con le microborchie. Stupendo, molto più bello che in foto, ha un effetto luminosissimo nella penombra. Designato mio abito per la festa di compleanno mai avvenuta per tristi motivi (ricordate?), resta meravigliosamente nel mio armadio in attesa del momento giusto per essere indossato, con le scarpe Bourne che avete visto qui.

Decisamente il capo che ho gradito meno tra quelli che avevo scelto, quest’abito di pura seta viola. Fuori misura e dalla vestibilità pessima, al punto che ho pensato anche di disfarmene, per colpa del suo taglio sottoseno improponibile. Poi ho fatto in tempo a dimagrire 25 chili ed a poterlo eventualmente indossare con tranquillità, anche se per il momento non c’è stato modo.  Ancora nell’armadio, in penombra. Con poca convinzione.

Altro capo ancora mai indossato, ma il tempo ci sarà sicuramente: top con la classica greca in un gioco di mille borchie. Carino, ma per il momento ancora non sfruttato.

Anche per questo abito stretch rosso fuoco la recensione è buffamente diversa da quella che avrei scritto solo qualche mese fa, in cui quella simpatica creazione marcava troppo i miei fianchi ed era troppo stretta. Ora la linea è più sinuosa e posso dirvi che fa una gran bella figura, con le sue piccole borchie sulle spalle, da cui si stende il mantello che non ti aspetti. Bello e irriverente, sicuramente non un abito per tutti i giorni, però. Perfetto con le mie scarpette rosse descritte qui.

Leggings con borchie? Si grazie. Uno dei capi che ho usato di più, tra le diverse volte anche a Capodanno (qui), come avevo scritto qui.
Abbinato con capi anonimi, riesce a dare un po’ di verve al vecchio concetto di leggings nero. Più elastici e confortevoli del previsto, promossi.

Foulard nei toni del celeste e del verde con palmizi a perdita d’occhio. Pura seta che amo tanto, ma cinese e non di certo pesante come quella dei foulard di Hermés che adoro. Belli i colori, meno la fantasia quando aperto. Per il prezzo di mercato a cui è uscito, comunque un affarone.

Più eccessivo sicuramente la versione in fucsia e giallo: la fantasia animalier ed i toni caldi fanno di questo foulard un capo da dosare con cautela. Nello stesso tempo è pur vero che accende un outfit un po’ anonimo, soprattutto quando lo abbino alla borsa.

Ed eccola, la borsa. Formato abbastanza comodo ma totalmente aperto in alto, quindi poco pratico. Fantasia decisamente fuori dal comune e da abbinare senza strafare. Catena perpendicolare e charms deliziosi.

Infine, i due bracciali: questo in versione oro e rosso con strass e cinturino di pelle nera decisamente veste il polso di chi lo indossa. Ne ho fatto un discreto uso, senza mischiarlo con niente altro. Unica scomodità: i fiori che si muovono ed, essendo pesanti, urtano tra loro. Non è il massimo.

Non si può parlare di sobrietà nemmeno per la versione nero e oro, ma sicuramente questo gioiello da un po’ meno nell’occhio del precedente. Stesse rifiniture, stessi fiori mobili ma anche stesso effetto di stupore su chi me l’ha visto indossare in questi mesi.

E tu, di che Versace sei?


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