Un gufetto, l’ennesimo, in feltro e attaccato ad una molla che lo fa dondolare ad ogni alito di vento. Mi piace, profuma di alloro, che poi è l’essenza del legnetto che ho usato come tronco. Lavoretto veloce, del tipo “cotto e mangiato”. Ho utilizzato (finalmente) degli improbabili scovolini arancioni per le zampe, e con quelli marroni ho fatto le ali. Il resto… solo un paio di impunture, un po’ di colla e la spillatrice.
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Mi piacerebbe capire per quale strana alchimia le cose fatte di getto (senza pignoleggiare troppo sui materiali ma accontentandosi di quello che offrono i cassetti) hanno ai miei occhi una simpatia … paperinesca!
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Questo è quello che avevo scritto prima di dare il via alla settimana più stupida della storia. Sono a casa, e non ho voglia di cambiare neanche una virgola. ....così imparo a fare i conti senza il classico oste!