Terza puntata: capire tutto ciò che riguarda la distribuzione
Veniamo alla ricerca del POD giusto per noi (Publishing On Demand).Io consiglio a tutti Lulu per il semplice motivo che (finora) paga le royalities. C’è la fila di rimostranze a proposito di case editrici che non pagano, o che pagano le royalities dopo la trecentesima copia venduta, ecc ecc.
Qui apro un’altra parentesi: secondo me è importante che l’autore riceva la giusta ricompensa del proprio onesto lavoro. Uno impiega sei mesi, un anno, un anno e mezzo per scrivere un romanzo, e poi l’editore lo costringe a firmare contratti capestro per cui i primi soldi arriveranno – forse – dopo un anno o due e, magari, a partire dalla 250a copia venduta. È assurdo. E non finisce qui: perché sempre nel contratto gli viene imposto il diritto di prelazione e/o la cessione dei diritti d’autore per svariati anni. So di autori a cui, dopo la firma del contratto, non hanno mai pubblicato il romanzo!
C’è un’altra cosa: ogni distributore è un canale a sé, scegliendo il quale non si può andare da altre parti. Mi spiego: io che ho pubblicato su Lulu e ho scelto la distribuzione su Amazon, non posso vendere il mio libro su altri siti di e-commerce, né su e-bay ecc. Riguardo agli e-book poi, Lulu non li inserisce su Amazon (se non quelli in lingua inglese e francese), per cui uno deve ricorrere alla pubblicazione parallela su Amazon o Narcissus (o un altro POD) se vuole che il suo e-book sia reperibile in formato e-pub per Kindle, e così via. Senza contare che il kindle legge un formato, mentre tutti gli altri lettori di e-book leggono un formato diverso, quindi occorre pensare a più formati per lo stesso e-book.
Poi occorre capire quali sono gli utenti di quel distributore: Lulu, ad es., ha una sua comunità in cui si possono pescare lettori-acquirenti, io stessa ho conosciuto sul forum di Lulu alcune amiche con cui sono in contatto tuttora. Ovviamente occorre tempo per cercare utenti con gusti simili, presentarsi, proporre il proprio libro; però quando si aggancia un lettore, se questi è rimasto contento diverrà un lettore fedele in grado di supportare un autore indipendente.
Le piattaforme di e-book (Amazon, Narcissus, Smashwords, Ilmiolibro ecc) sono molto grandi, viene da domandarsi: come faccio a vendere a gente sconosciuta?
M’è capitato di spulciare tra i titoli dei romanzi rosa, ad es., e notare che le autrici puntano sulle belle copertine e sui titoli di richiamo (inserendo parole chiave come “principe azzurro”, “angelo”, “single”, “moda” e così via). Ciò non mi toglie dalla testa che, comunque, dietro agli articoli sui giornali, sulle riviste, sui tweet e sui social network, il movimento scatenato attorno al mercato degli e-book sia generato soprattutto dalle piattaforme stesse, che cercano di incanalare i potenziali clienti nella loro offerta editoriale (più clienti = più giro di soldi), contando sul fatto che un distributore è a senso unico: l’e-book dell’esordiente xy scaricato tanto su Amazon, non lo trovate su IBS. E gli e-book su Ilmiolibro sono acquistabili solo lì e su LaFeltrinelli. Insomma, i gestori stessi delle piattaforme hanno tutto di guadagnato ad alimentare il dibattito sugli e-book, creando “il bisogno” di leggere tutto ciò che non esiste su carta.
Tra Amazon e Ilmiolibro, tanto per dire, io consiglio Amazon: non solo perché è il mercato mondiale più grande, potente e influente al giorno d’oggi (solo il fatto che ogni giorno Amazon invii e-book in offerta a 0,99 centesimi è una strategia vincente), ma anche perché è una piattaforma semplice e chiara, sia per gli autori che lì si auto pubblicano, sia per i lettori: quest’ultimo arriva, sceglie il genere che gli è più congeniale, poi sceglie un libro, guarda le recensioni e valuta se comprarlo o no. Su Ilmiolibro, invece, l’impressione personale è che la piattaforma fagociti autore e lettore: mi perdo tra i libri su cui clicco, non trovo le recensioni, non ci capisco niente.
Gli autori, a contatto con questi nuovi tipi di auto pubblicazione, possono sentirsi spaesati e coinvolti in un mondo più grande di loro. Rischiano di venire assorbiti dalla piattaforma stessa: una goccia nel mare delle offerte di e-book di tutti i generi.
L’autore pensa: com’è possibile che mi leggano, che mi lascino una recensione, un voto, un “mi piace?”
È la riflessione del post successivo.
Elisabetta Modena
(CONTINUA NELLA PROSSIMA PUNTATA...)