Dopo la speranza di un rinvio per la prima rata della Tasi, arriva la fatidica decisione: non ci sarà alcun rinvio per il pagamento della prima rata: si dovrà pagare sempre entro il 16 giugno, mentre il saldo si verserà entro il 16 dicembre. La decisione è arrivata dopo il confronto tra ministero dell’Economia e Anci – l’associazione dei Comuni italiani. Il problema è che la maggior parte dei Comuni non ha fissato aliquote e detrazioni e Il servizio politiche territoriali Uil, sostiene che si rischiano 75mila Tasi diverse. Il limite di tempo per fissarle era il 30 aprile, ma c’è stata una proroga con il decreto Salva-Roma fino al 31 luglio. Molti comuni non hanno ancora indicato le aliquote: in assenza di delibera entro il 23 di questo mese le prime case potranno versare tutto in un’unica soluzione a dicembre. Per le seconde case, invece, il 50% dell’imposta va pagata subito – aggiungendo anche l’Imu che è rimasta solo per questi immobili e per i beni di lusso. Vera novità è che anche gli inquilini saranno chiamati a pagare una quota tra il 10 ed il 30% della nuova tassa. Vediamo adesso il funzionamento della Tasi nel dettaglio:
CHI PAGA: Il presupposto impositivo della Tasi è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale come definita ai fini dell’imposta municipale propria, di aree scoperte nonché di quelle edificabili, a qualsiasi uso adibiti. Quindi i proprietari e gli inquilini degli immobili dati in affitto.
CHI E’ ESENTE: sono escluse dalla Tasi le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali imponibili, non operative, e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva.
POSSIBILITA’ DI RIDUZIONI: Ogni Comune avrà inoltre la facoltà di prevedere delle riduzioni o esenzioni nei casi in cui: le abitazioni abbiano unico occupante; le abitazioni siano tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo; vi siano aree scoperte adibite ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente; vi siano abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero; vi siano fabbricati rurali ad uso abitativo; superfici eccedenti il normale rapporto tra produzione di rifiuti e superficie stessa. Sarà bene dunque controllare presso il comune di ubicazione dell’immobile adibito a prima casa le eventuali riduzioni ed esenzioni applicabili ai proprietari e locatari.
ALIQUOTE: secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità del 2014 il tetto massimo era al 2,5 per mille per la prima casa e al 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). Vi è però la possibilità per i Comuni di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa. La maggiorazione deve essere però vincolata alla concessione delle detrazioni, scomparse a livello nazionale rispetto all’Imu.
ALIQUOTE MASSIME: Per le prime case il valore può oscillare tra l’1 e il 3,3 per mille del valore catastale, rivalutato del 5%. Per le seconde case non può superare 11,4 per mille. Per gli immobili di lusso sui quali si continuerà a pagare anche l’ Imu sulla prima caasa, il totale delle aliquote Tasi ed Imu non potrà superare il 6,8 per mille.
IMMOBILI IN AFFITTO: Vera novità della Tasi è che peserà anche sugli inquilini – cosa che non accadeva e non accade per l’ Imu. L’ ‘inquilino che dovrà versarne una quota compresa tra il 10 e il 30% a seconda della delibera comunale.
CALCOLO: La base imponibile è la stessa utilizzata per la determinazione dell’IMU 2012 per la prima casa e IMU 2013 per la seconda casa. Cambia solo l’ aliquota base che è dello 0,1% e sulla quale ogni comune avrà la possibilità di ridurla, fino all’ azzeramento, o di maggiorarla fino ad un massimo dello 0,33%. A disposizione degli utenti, oltre agli uffici Caf e Confedilizia, vi è il sito amministrazionicomunali.it dove poter effettuare in pochi passaggi il calcolo.