Il Mondiale nella terra del “Fùtbol Bailado” rappresenta per l’Uruguay un vero e proprio tuffo nel passato, in quella che tutti ricorderanno come la partita del Maracanazo, in cui per la prima volta la selezione Celeste si fece notare dal mondo intero. 16 Luglio 1950, Stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Davanti a 170.000 persone (ma le stime non ufficiali parleranno di più di 200.000) l’Uruguay ed il Brasile si contendono la Coppa del Mondo. La formazione di casa è strafavorita e, spinta dall’intera stampa mondiale, oltre che da un pubblico calorosissimo, sembra essere destinata a vincere la sua prima Coppa del Mondo della storia. Lopèz Fontana schiera tutte le sue armi migliori e il poker d’assi Ademir, Jair, Zizinho e Danilo fa ben sperare i tifosi verdeoro, certi della conquista del titolo. Epilogo scontato? Tutt’altro! Nella prima frazione di gioco domina proprio il Brasile, che però non riesce a sbloccare il match prima dell’intervallo: 0-0. Al ritorno in campo, la formazione di Lòpez Fontana passa in vantaggio con il gol di Friaça dopo meno di 120 secondi. Il pubblico è letteralmente in visibilio.
L’Uruguay però non si scompone e pareggia al 66’ con la rete di Schiaffino. La reazione del Brasile è immediata: la formazione verdeoro si riversa in avanti cercando la rete decisiva, ma nel contempo lascia la propria difesa scoperta. Al 79’ l’Uruguay ne approfitta. Ghiggia, servito da Perez, batte il portiere di casa Barbosa e regala la seconda Coppa del Mondo all’Uruguay. E davanti ad un pubblico letteralmente ammutolito, capitan Varela alza al cielo la coppa, per la gioia immensa del popolo di Montevideo, conscio di aver fatto lo sgarbo calcistico più grande della storia ai propri rivali verdeoro. Lutto nazionale e suicidi in tutto il paese, per quella che i brasiliani ancora oggi ricordano tristemente come O Maracanaço, una partita che ha lasciato un marchio indelebile nella storia calcistica e non solo del paese.
64 anni dopo, la Celeste si appresta a partecipare per la 12° volta alla competizione. Dopo averla vinta nell’edizione del 1930 ed in quella del 1950, gli uruguaiani non sono più riusciti a riportare a Montevideo la Coppa del Mondo. L’attesa è tanta, soprattutto perché la formazione guidata da Oscar Washington Tabarez rappresenta una delle maggiori forze del calcio mondiale: oggi infatti è al sesto posto del Ranking FIFA, grazie agli ottimi risultati conquistati negli ultimi anni. Dopo il quarto posto del Mondiale sudafricano, è arrivata la vittoria nel 2011 della 15° Copa America della storia, mentre lo scorso anno l’Uruguay si è piazzato al 4° posto nella Confederations Cup, arrendendosi solamente ai calci di rigore di fronte all’Italia di Cesare Prandelli.
Alcides Ghiggia
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni e le grandi doti tecniche e tattiche dei calciatori, il cammino verso Brasile 2014 è stato tutt’altro che facile. Infatti non è bastato il girone Conmebol a decretare una qualificazione che in partenza appariva scontata. La formazione di Tabarez, a causa delle cattive prove offerte soprattutto in trasferta nel girone di qualificazione, ha dovuto superare la Giordania nello spareggio per assicurarsi un posto in Brasile. E dopo il 5-0 conquistato ad Amman, è bastato lo 0-0 nella gara di ritorno per festeggiare la partecipazione al Mondiale.
Il CT Oscar W. Tabarez, nato a Montevideo il 3 Marzo 1947 è alla guida della selezione Celeste dal 2006, dopo averla allenata già in precedenza tra il 1988 ed il 1990. Egli rappresenta un vero e proprio punto di forza per i suoi ragazzi, con i quali ha sviluppato la sua idea di calcio: pressing esasperato in fase di non possesso che si alterna ad una densità in fase di possesso negli ultimi 20 metri, in cui le enormi qualità del tridente composto da Diego Forlan, Edinson Cavani e Luis Suarez mettono in difficoltà qualsiasi difesa del panorama internazionale. Tabarez vuole mostrare quella che molti definiscono come la “semplicità del gioco del calcio”: recupero palla e ripartenza veloce. C’è da dire che se il tridente offensivo è sicuramente nell’elite del calcio mondiale, non si può la stessa cosa dal centrocampo in giù: può essere tranquillamente definito come il punto debole della Celeste, cioè la sua difficoltà in fase difensiva, che molto spesso gli uruguagi hanno pagato a caro prezzo.
ANALISI TECNICO-TATTICA
L’infortuno di Suarez a poco meno di mese dall’inizio dei Mondiali in Brasile ha certamente complicato i piani tattici di Oscar Tabarez. Il CT, soprannominato El Maestro per la sua grande esperienza a livello calcistico ma anche per il suo passato come insegnante, ha trovato nel 4-3-3 il giusto assetto tattico per il suo Uruguay, modulo che offre una buona copertura difensiva nonostante l’impronta offensiva della squadra, schierata con le 3 punte davanti. Modulo che però difficilmente sarà utilizzato nelle prime partite dei Mondiali a causa dell’assenza della punta di diamante, il centravanti del Liverpool Luis Suarez. Per questo Tabarez ha deciso, in sua assenza, di ripiegare ad un 4-4-2, inserendo velocità e corsa, abbinate ad un’ottima tecnica di base sugli esterni.
In porta ci sarà quella che ormai è diventata una certezza del calcio uruguagio, Fernando Muslera, vecchia conoscenza del calcio italiano, vincitore di 1 Coppa Italia ed 1 Supercoppa Italiana con la maglia della Lazio tra il 2007 ed il 2011, ora estremo difensore del Galatasaray guidato da Roberto Mancini. Nella difesa a 4, Caceres e Maxi Pereira agiranno sugli esterni, mentre la coppia centrale sarà formata da Diego Lugano, al suo ultimo Mondiale con la maglia dell’Uruguay, ed il fresco vincitore della Liga Spagnola Diego Godin. Due difensori che dall’alto della loro esperienza garantiscono una certa sicurezza a tutto il reparto arretrato, e non solo.
Edinson Cavani
A centrocampo, il CT Tabarez predilige l’utilizzo di incontristi, centrocampisti muscolari che abbiano come caratteristica principale quella di spezzare le trame di gioco avversarie. Con l’assenza di Suarez, Arevalo Rios, vecchia conoscenza del calcio italiano (ex Palermo) e Walter Gargano detteranno i tempi di gioco a metà campo, mentre gli interpreti sulle fasce saranno a sinistra Cristian Rodriguez, centrocampista tuttofare dell’Atletico Madrid e a destra Gaston Ramirez, reduce da una stagione deludente a livello personale con il Southampton di Mauricio Pochettino. Con il rientro di Suarez, Rodriguez passerà al centro, come mezz’ala, mentre proprio Ramirez lascerà il posto al centravanti del Liverpool. Davanti ci saranno Diego Forlan ed il Matador Edinson Cavani. Il primo potrà incrementare il suo record di presenze con la maglia della Celeste, mentre il secondo arriva da una splendida stagione al PSG in cui ha conquistato 2 titoli (Ligue 1 e Coupe de France), realizzando 16 reti in 28 presenze. Alle loro spalle scalpitano Abel Hernandez e Christian Stuani, che vorranno di certo farsi trovare pronti nel caso di una chiamata di Tabarez.
LA STELLA
Nonostante l’intervento al menisco a 20 giorni dal Mondiale, la presenza di Luis Alberto Suarez non dovrebbe essere in dubbio. Il “Pistolero” rappresenta senza dubbio la stella della nazionale uruguagia, nonostante la presenza di campioni del calibro di Cavani e Forlan, per le sue qualità tecniche straordinarie. Nato a Salto il 24 gennaio 1987, gioca nelle giovanili del Nacional de Montevideo. Nella stagione 2005-2006 passa in prima squadra, con la quale vince il campionato. Le sue prestazioni eccezionali non passano di certo inosservate. Infatti gli osservatori del Groningen, squadra olandese di Eredivisie, lo acquistano al termine della stagione per la cifra di 800’000 euro. 29 presenze e 10 gol, ma soprattutto le prestazioni d’alto livello nell’arco della stagione, convincono l’Ajax a fargli indossare la maglia dei Lancieri: si trasferisce ad Amsterdam per una cifra quasi 10 volte superiore a quella pagata dal Groningen al Nacional (oltre 7.5 milioni di Euro). Suarez gioca all’Amsterdam Arena 4 anni, dalla stagione 2007-2008 alla stagione 2010-2011.
Qui si rivela un autentico fuoriclasse, mostrando caratteristiche tecniche e tattiche al di sopra della norma. Realizza 81 gol in 110 presenze, debuttando anche in Coppa Uefa. Ma nonostante un palmares tutt’altro che invidiabile con la maglia dei Lancieri (una sola Coppa d’Olanda conquistata nella stagione 2009-2010), l’Ajax rappresenta per lui un trampolino di lancio per la sua carriera. E infatti il 28 gennaio 2011 arriva la grande chiamata: il Liverpool lo acquista al termine di una trattativa molto lunga per la cifra di 26.5 milioni di euro. Grazie alle sue reti diventa subito un idolo della Kop, la gloriosa curva di Anfield. Suarez però si rende protagonista di atteggiamenti tutt’altro che sportivi. Il 20 dicembre 2011 viene squalificato per 8 giornate a causa di insulti razzisti nei confronti di Evra, terzino del Manchester United, mentre il 21 aprile 2013 morde il braccio del difensore del Chelsea Ivanovic, rimediando ben altre 10 giornate di squalifica.
Luis Suarez
Ma nonostante questi episodi negativi, Suarez rappresenta, insieme a Steven Gerrard, il punto cardine del Liverpool, squadra nella quale sta esprimendo tutto il suo potenziale calcistico, realizzando 61 reti nelle 110 presenze timbrate fino ad ora. Nella stagione appena conclusa, ha condotto i Reds ad un passo dal titolo, raggiungendo individualmente livelli molto alti: con 31 reti in 33 presenze si è aggiudicato il titolo di capocannoniere della Premier League 2013-2014, eguagliando il record detenuto da Cristiano Ronaldo ed Alan Shearer. Inoltre con le sue 39 reti con la maglia della nazionale detiene anche il record di goleador della storia della Celeste, record che potrà incrementare nei prossimi anni. Oggi, Luis Alberto Suarez viene considerato uno tra i giocatori di maggior talento al mondo, nonostante un carattere tutt’altro che facile: genio e sregolatezza al servizio della Celeste e del Liverpool.
LA SORPRESA
Complice proprio l’assenza di Suarez, la sorpresa di questo Uruguay potrebbe essere proprio un suo sostituto, l’ex meteora del calcio nostrano Christian Stuani. L’attaccante dell’Espanyol ha dimostrato di farsi trovare sempre pronto ogni qualvolta è stato chiamato in causa da Tabarez, come nell’ultima amichevole pre-Mondiale contro il Mali decisa da un suo gol. E proprio per questo motivo sembra aver messo in crisi anche lo stesso CT, che potrebbe scegliere di schierarlo.
Nato a Canelones il 12 dicembre 1986, inizia la sua carriera nella squadra da cui sono partiti gran parte dei talenti uruguagi, il Danubio di Montevideo. Qui entra a far parte delle giovanili all’età di 17 anni, e vive la sua prima stagione in prima squadra nell’annata 2005-2006. Va in prestito al Bella Vista, dove colleziona 16 reti in 20 partite in 2 anni. Una media gol straordinaria che gli permette di tornare al Danubio, dove realizza nella stagione 2008-2009 19 reti in 14 incontri. Qui compie il grande salto, trasferendosi in Europa, ed esattamente nella Reggina del presidente Foti. A Reggio Calabria però delude e la squadra amaranto, retrocessa in B, decide di cederlo.
Nella stagione seguente si trasferisce in prestito all’Albacete, in Segunda Division spagnola, dove realizza 22 gol. Poi l’esordio in Liga: Levante e Racing Santander lo prendono in prestito dalla Reggina, fino alla definitiva consacrazione con la maglia dell’Espanyol di Barcellona, con la quale Stuani in questa stagione ha siglato 7 reti in 32 presenze tra Liga e Coppa del Re. Il centravanti 27enne partirà sicuramente alle spalle di Cavani e Forlan nelle gerarchie di Tabarez, ma se riuscirà a convincere il CT, potrà sicuramente ritagliarsi uno spazio importante nell’undici della Celeste.
Christian Stuani
PROSPETTIVE
Gli dèi del calcio non sono stati di certo benevoli nei confronti dell’Uruguay, sorteggiandolo nel gruppo D in compagnia di Inghilterra ed Italia, oltre che al malcapitato Costarica. Ma la squadra di Tabarez è consapevole delle proprie potenzialità e per questo non si fermerà di certo davanti al primo ostacolo. L’infortuno di Suarez rappresenta una brutta perdita (almeno per la primissima partita) per il CT, ma a Montevideo tutti sperano in un recupero lampo del Pistolero, riponendo in lui, il giocatore di maggior talento, tutte le speranze calcistiche del paese. Sarà difficile ripetere il 4° posto conquistato 4 anni fa in Sudafrica, e di questo ne sono consapevoli gli stessi tifosi, ma se hai in squadra gente del calibro di Muslera, Godin, Suarez, Cavani e Forlan come si può partire sconfitti in partenza?!
CONVOCATI
N. Pos. Giocatore Data nascita Squadra
1 1P Fernando Muslera 16 giugno 1986 Galatasaray (Tur)
12 1P Rodrigo Muñoz 22 gennaio 1982 Libertad (Par)
23 1P Martín Silva 25 marzo 1983 Vasco da Gama (Bra)
2 2D Diego Lugano 2 novembre 1980 Senza squadra
3 2D Diego Godín 16 febbraio 1986 Atlético Madrid (Spa)
4 2D Jorge Fucile 19 novembre 1984 Porto (Por)
13 2D José María Giménez 20 gennaio 1985 Atlético Madrid (Spa)
16 2D Maxi Pereira 8 giugno 1984 Benfica (Por)
19 2D Sebastián Coates 7 ottobre 1990 Liverpool (Ing)
22 2D Martín Cáceres 7 aprile 1987 Juventus (Ita)
5 3C Walter Gargano 23 luglio 1984 Parma (Ita)
6 3C Álvaro Pereira 28 novembre 1985 São Paulo (Bra)
7 3C Cristian Rodríguez 30 settembre 1985 Atlético Madrid (Spa)
14 3C Nicolás Lodeiro 21 marzo 1989 Corinthians (Bra)
15 3C Diego Pérez 18 maggio 1980 Bologna (Ita)
17 3C Egidio Arévalo Ríos 1 gennaio 1982 UANL (Mex)
18 3C Gastón Ramírez 2 dicembre 1990 Southampton (Ing)
20 3C Álvaro González 29 ottobre 1984 Lazio (Ita)
8 4A Abel Hernández 8 agosto 1990 Palermo (Ita)
9 4A Luis Suárez 24 gennaio 1987 Liverpool (Ing)
10 4A Diego Forlán 19 maggio 1979 Cerezo Osaka (Gia)
11 4A Christian Stuani 12 ottobre 1986 Espanyol (Spa)
21 4A Edinson Cavani 14 febbraio 1987 Paris Saint-Germain (Fra)