La quarta rappresentativa sudamericana per blasone, la tradizione però non è bastata a regalare soddisfazioni al Perù in tempi recenti. Due successi in Copa América, l'ultimo datato 1975 con la firma illustre di Teófilo Cubillas. Generazione d'oro quella, ricca di campioni come Sotil e Chumpitaz, la Blanquirroja riuscì a centrare la qualificazione ai mondiali 78 (che molti ricorderanno per il codazzo di polemiche, un incrocio tra calcio e politica mai chiarito) e 82 per poi perdere quota come l'aereo che l'8 dicembre 1987 si schiantò al suolo togliendo la vita a 16 giocatori dell'Alianza Lima, squadra colonna del calcio peruviano. Da allora le cose non sono state più le stesse. Due decenni di grigiore assoluto, quattro anni fa in Argentina la resurrezione. Copa América 2011, la selezione di Sergio Markarián ottiene la semifinale eliminando la Colombia (che ritroverà nel gruppo C di questa edizione), per poi essere fermata dall'Uruguay. Terzo posto guadagnato nella finalina con il Venezuela, un bel risultato dal quale ripartire.
La scorsa edizione del torneo ha riportato il Perù nei quartieri alti del calcio sudamericano, con tanto di 25esima piazza nel ranking Fifa. Abbiamo detto del passato glorioso e degli ultimi trascorsi ma com'è il presente? Da febbraio alla guida della nazionale c'è Ricardo Gareca, tecnico che ha ottenuto gloria sulla panchina del Velez. El Tigre, questo il soprannome del ct, ha a disposizione un gruppo non eccelso ma con qualche arma da non sottovalutare. Largo ai giovani, ma senza esagerare, il Perù punta su una nuova generazione di calciatori pescando a piene mani dal campionato locale. Il nonnetto del gruppo è Claudio Pizarro, 37 primavere il prossimo ottobre ma comunque piuttosto fresco dopo mesi di riposo, insieme a lui un bel gruppo di attaccanti. Qualche preoccupazione in più per quanto riguarda gli altri reparti, vediamo nel dettaglio.
ANALISI TECNICO-TATTICADopo tre titoli vinti con il Velez e uno in Perù alla guida dell'Universitario, Garega è pronto a giocarsi le proprie carte contro le big del Sudamerica. Si parte con avversarie non semplici, Venezuela alla portata ma Colombia e Brasile hanno certamente qualcosa in più. Occhio però, perché il terzo posto potrebbe valere il passaggio del turno e dunque guai a a considerarsi già spacciati. Partiamo dalla difesa, reparto rebus da un certo punto di vista, non tanto per quanto riguarda la qualità degli elementi. Di Carlos Zambrano si fa un gran parlare in chiave mercato, ha fatto belle cose con la maglia dell'Eintracht Francoforte e sarà lui a dover guidare il pacchetto arretrato. Molti lo paragonano a Lucio, occhio perché qualche golletto in nazionale l'ha già segnato. Il Perù non si presenta in Cile con il desiderio di offrire spettacolo, Gareca punta su un assetto accorto, 4-5-1 - da adeguare alle varie fasi di gioco - ben blindato nella zona centrale e fantasia sugli esterni per ripartire. Non ci sono dubbi che l'anima di questo Perù sia votata al contropiede, ma la difesa non è a tenuta stagna.
Abbiamo detto di Zambrano ma ci sono dubbi circa i suoi compagni, Luis Advíncula è un calciatore versatile ma non può essere considerato difensore vero e proprio, stesso discorso vale per Yoshimar Yotún del Malmö, duramente criticato in patria per l'espulsione rimediata due anni fa contro l'Uruguay durante le qualificazioni mondiali. Occhio ai nervi, questa squadra non appare molto affidabile sotto l'aspetto mentale. Davanti c'è sicuramente più qualità ma è la carta d'identità a preoccupare, i vari Guerrero e Farfan hanno superato la trentina ma dovranno comunque essere loro a tirare la carretta. Sulle corsie, oltre alla velocità di Farfan, c'è la freschezza di Cueva e Carrillo, che con lo Sporting Lisbona ha fatto bene sia come seconda punta sia come ala. El Tigre dovrebbe impiegarlo largo. In mezzo al campo tanta forza fisica, scarseggiano invece le idee. Vedremo se Carlos Ascues sarà l'uomo giusto per dare ordine alla manovra, 23 anni compiuti pochi giorni fa: il tempo è dalla sua. Non dimentichiamoci di Juan Manuel Vargas, arma non convenzionale, jolly da pescare e utilizzare a secondo del bisogno. Il giocatore viola è stato decisivo quattro anni fa, suo uno dei due gol che ha steso la Colombia, in Cile è chiamato ancora a fare la differenza.
LA STELLAIl 24 maggio ha giocato l'ultima gara con la maglia del Corinthians, mettendo fine a un'esperienza positiva, ora lo attende il Flamengo. Prima per Paolo Guerrero dovrà pensare a guidare il Perù in terra cilena a suon di gol. La vena realizzativa c'è ma il suo contributo va ben oltre i gol come dimostrano i suoi numeri in Bundesliga tra Bayern Monaco e Amburgo. Non è considerabile la star della squadra nel senso comunemente inteso, a livello di carisma c'è da fare i conti con il veterano Pizarro, mentre il talento dei vari Vargas e Farfan non può essere messo in discussione. Guerrero però si presenta a questo appuntamento a 31 anni di età, maturità piena ma ancora tanto da dare. Suo zio José è morto nell'incidente aereo di Lima del quale abbiamo parlato in apertura, un trauma che Paolo non ha mai superato, tanto da fare qualsiasi cosa pur di evitare trasferimenti aerei. I suoi gol però saranno fondamentali per spiccare il volo verso la fase a scontro diretto.
LA SORPRESAAbbiamo detto dei senatori, ma segnatevi questo nome: Yordy Reyna. Due anni fa l'esordio per lui, subentrando a capitan Pizarro nel caldissimo Clásico del Pacífico contro il Cile, quattro giorni segna a Trinidad & Tobago la prima maglia con la maglia del Perù. 22 anni da compiere, attaccante piccolo e veloce che all'occorrenza può essere usato come esterno. Il Red Bull di Salisburgo lo ha comprato due stagioni fa, contratto di quattro anni e poi esperienze in giro in altri club sotto di proprietà Red Bull come Liefering, seconda divisione austriaca, e il RB Lipsia (cadetteria tedesca). Eletto giocatore rivelazione del campionato peruano nel 2012, è bravissimo nel saltare l'uomo ma non ha ancora fatto il definitivo salto di qualità. Qualche volta esagera, ma quando si accentra partendo dall'esterno sa fare male. Giocatore monitorato a lungo dal Parma.
PROSPETTIVEDifficile bissare l'exploit del 2011, la Bicolor (nome che la rappresentativa peruana prende dalla sua maglia bianca con banda trasversale rossa) ha dinanzi avversari difficili nel girone. Sbagliato sottovalutare questa squadra, l'esito della spedizione cilena dipenderà in larga parte dal match contro il Venezuela ma una vittoria potrebbe non bastare. Brasile fuori portata, lo stesso vale per la Colombia. Raccogliere un punto contro queste due squadre sarebbe un risultato sensazionale. L'obiettivo più realistico è staccare il biglietto per i quarti di finale. Gareca ha avuto pochi mesi per imporre la sua visione di gioco, il Perù che vedremo in Copa América è stretto parente di quello targata Markarián. Ci sono alchimie già collaudate dunque, ma non dimentichiamo che gli uomini di chiave hanno sulle spalle quattro anni di più.
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