"Guida galattica per gli autostoppisti" di D. Adams

Creato il 15 luglio 2012 da Bens
Una volta decisi di arrivare a Copenaghen in autostop, tuttavia l'eventualità di venir stuprata da un camionista o di incontrare un assassino psicotico che avrebbe seppellito i pezzettini del mio cadavere dal bivio di Roncobilaccio fino alla Danimarca, mi ha fatto desistere. Peccato. Avessi avuto la scanzonata fedeltà alla fortuna di Ford Perfect, fossi stata come lui, ingenuo e meraviglioso come un bambino, forse quel viaggio lo avrei fatto. Ma cosa volete che vi dica, siamo umani, siamo come Arthur Dent, impauriti e sospettosi, leggiamo libri incomprensibili per comprendere l'incompreso. Dovremmo vergognarci, ma siamo umani, e qui da noi la vergogna non è una malattia, non si muore di vergogna, al massimo ci si nasconde per il pudore come si fosse affetti da un'orribile condizione di reietti senza l'abilitazione per vivere in questo mondo. Ma credo che per morire di vergogna bisogna provarne. Allora noi ne siamo immuni. Chissà se sulla Guida c'è scritto anche questo.
E' necessario dire che siamo una razza particolarmente complicata, noi umani. I Vogon hanno le loro poesie ma noi abbiamo i romanzi, i talk show, le litanie domenicali, le prediche dei genitori, i temi scolastici e i capricci. Un mondo fatto di parole confuse.
Abbiamo inventato Dio perché sarebbe stato troppo semplice credere nel caso fortuito di un grumo di particelle scaricate dal Big Bang. Ho imparato più cose da Ford Perfect che al catechismo. Ma credo anche che il caso ci lasci impotenti. Nessuno ci ha scelti, siamo semplicemente capitati. E' poco lusinghiero, vero? Invece di saltare da un posto all'altro, muniti solo di un respiro profondo, invece di cercare i nostri talenti, noi organizziamo le partenze intelligenti. Lavoriamo otto ore al giorno per undici mesi l'anno, scegliendo di partire alle quattro del mattino con fermata all'autogrill di Fiesole. Cornetti rancidi per tutti.
Siamo schiavi di ogni cosa, dei nostri stipendi, del mutuo, delle rate della macchina. La Guida Galattica consiglia di tenere con sé solo un asciugamano, invece.
E se la risposta a tutto fosse davvero 42? E se la risposta fosse sbagliata perché la domanda è sbagliata? Perché 42 e non 36? Perché Dio e non un cavallo? Perché il capitalismo e non l'autostoppismo? La Guida Galattica non suggerisce la domanda, ma sottolinea un dato: abbiamo così paura della verità da mascherarla in vuota conoscenza, in quesiti vaghi. Non c'è una soluzione perché non c'è un problema. E poi suggerirei di puntare più in basso. Invece di chiederci quale sia il senso universale del tutto, chiediamoci quale sia il senso dei regali a Natale, o delle bugie, o del desiderio, o della ceretta a Novembre. Forse il senso universale del tutto, per quanto a chiacchiere valga meno di zero, non è altro che l'unione di sensi più terreni, meno nobili e massimi, certo, ma altrettanto utili e concreti.

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