Guido Lanzo
In Umbria l’allarme sicurezza non sembra avere fine. Divampano le polemiche e le richieste di presenza delle forze dell’ordine, ma la collettività, adesso, per far capire a chi governa che non se può più, potrà armarsi non solo di fiaccole e animare cortei, ma finalmente potrà farsi valere con il voto Mandiamo a casa i demagoghi di turno, gli arruffapopoli dell’ultima ora che si impantanano come sempre in fantomatici discorsi sulla sicurezza come fosse un argomento che stagionalmente occorre tirar fuori dall’armadio, perché fa comodo, perché fa leva sull’elettorato. Perché a loro interessa solo questo, il voto.
Torniamo a ripetere che i copiosi tagli hanno messo a terra la macchina della sicurezza, quindi dello sviluppo territoriale, quindi del vivere in tranquillità, trasformando la nostra regione, da tempio in cui si respirava aria di cultura, di storia, di arte in una regione chiusa, blindata, in cui prevale lo sgomento, la paura e l’incertezza.
Una cosa è evidente a tutti: chi sinora ha rappresentato la regione non è stato in grado di cambiare il trend negativo, magari razionalizzando e ottimizzando le risorse a disposizione, o, comunque, sono stati privi di quella risolutezza necessaria che non si esaurisca esclusivamente in populistiche parole di disapprovazione e di condanna del “giorno dopo”.
Guido Lanzo, candidato alla Camera dei Deputati
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