Il regista Guido Lombardi, noto per i suoi lavori che non risparmiano affondi critici ad una società come la nostra,molto spesso "malata" di reticenze e fattrice d'ingiustizie macroscopiche, a causa di una classe politica sorda, cieca e muta, perché così vuole essere, arriva quest'anno alla 68° Mostra del Cinema di Venezia,alla Settimana della Critica, con il suo ultimo film dal titolo "Là bas".
Si racconta, nell'ultima fatica di Lombardi, esordiente a Venezia, di un ragazzo di nome Youssuf, che arriva dall'Africa a Castel Volturno per lavorare con lo zio Moses, emigrato molto prima di lui.
Il giovane però, che si aspetta un "vero" lavoro, ignora che suo zio è divenuto, nel mentre, un trafficante di droga perché la camorra, che comanda in zona, così vuole.
E nel giro degli spacciatori è coinvolta , gioco forza, anche buona parte della comunità africana,che risiede a Castel Volturno.
L'intento di Lombardi è quello di ricordare al pubblico, solitamente di memoria corta per questo genere di notizie, la strage appunto di sei ragazzi africani da parte della camorra il 18 settembre di tre anni fa, avvenuta proprio a Castel Volturno.
Ma sotto il profilo pedagogico il film racconta sopratutto la difficile integrazione di un ragazzo di colore in un tessuto sociale, quello della Campania, al tempo stesso diversissimo ma, per certi aspetti anche piuttosto simile a quello di provenienza di Youssuf.
E positivo e negativo così s'incontrano e si scontrano, con risultati che potrebbero essere fertili o distruttivi a seconda delle circostanze.
Solitamente però- fa rimarcare Lombardi - è quasi sempre la negatività a prevalere ,come si evince agevolmente anche dalla lettura dei fatti di cronaca, che criminalizzano l'immigrato.
E mai una parola sulle politiche d'accoglienza del Paese che ospita.
Anche se non mancano passaggi edificanti come avviene nell'autentico cinema africano,che sta ormai facendo scuola ovunquee dove l'insegnamento c'è sempre anche quando non è subito evidente, ci dovremmo chiedere tutti , a visione ultimata, il "che cosa" produce ad una persona, una qualsiasi persona, l'essere poveri,di una povertà miserabile, in un contesto come quello dove è capitato Youssuf.
E ancora se è proprio impossibile sottrarsi ad un ricatto come quello messo in piedi dalla camorra in un'Italia, che dovrebbe essere un paese democratico, capace quindi di difendere e di tutelare i propri cittadini in tutto e per tutto e naturalmente coloro che ospita sul proprio territorio.I cosiddetti stranieri.
Quando "Là bas" entrerà , in autunno, nel circuito delle nostre sale cinematografiche(e noi ci auguriamo che avvenga), non perdete occasione di vederlo.
Merita.
Youssuf, con la pelle bianca, di questi tempi.... siamo anche un po' tutti noi.
E rifletterci non guasta.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)