Il terzo appuntamento con gli autori che quest’anno sono stati protagonisti del 55.mo Premio Internazionale Ceppo di Pistoia riguarda Guido Mazzoni, anch’egli uno dei vincitori del Premio Selezione Ceppo Poesia in lizza per il riconoscimento finale, scelto “per aver scritto con lucidità nel libro (“I mondi”, Donzelli Editore) un percorso in bilico sul filo di conflitti indissolubili, un taccuino di viaggio
in quel labirinto di lacerazioni che è l’esistenza" (dalla motivazione di Martino Baldi).
Pure Morning
L’urto delle gocce sulle foglie,
la condensa, la luce che rischiara
i gerani strappati e ancora vivi nel vapore
del ghiaccio che si scioglie,
la terra sparsa sul balcone dai vasi - vedevamo
una periferia enorme oltre le grate
del terrazzo e nelle luci
di casa le persone vivere,
mettere nel buio le stanze illuminate; e poi più in là
tra gli spazi vuoti, i fili e il muro
della circonvallazione, cominciava
la rete dei viali e la metropoli
immensa si mostrava. Dopo, se il cielo
diventava chiaro e le colonne
dei fari segnavano le strade, il rombo
fuori dai vetri era pieno
delle vite che vedevo
rapprendersi in quegli attimi, quando la fila
delle auto si ferma e ci guardiamo
esistere dai finestrini, tra i fanali,
il loro cerchio nel cono della pioggia, dentro i secoli
che ora mi vengono incontro
dai campi coltivati, dai caselli
di Milano se la nebbia si dischiude. Ogni vita
è solo se stessa: questa luce
bassa sulle case, i primi treni
che aprono il vento e ci sorprendono
in una specie di torpore,
la pastiglia nel bicchiere, gli adolescenti,
nel video, che cantano il dolore;
quando sembra che la mente nasconda
a se stessa il gesto di fuggire
la mattinata pura, i fatti nudi,
nel rumore di tutti il tempo che si perde
per essere solo ciò che siamo adesso,
per diventare solo solitudine.
(da I mondi, Donzelli, 2010)
Durante il recital di incontro con il pubblico Guido Mazzoni ha scelto di leggere Franco Fortini, uno degli autori a cui egli riconosce un ethos
specifico, quello “
di stare nel presente, ma saper calare queste esperienze assolutamente moderne di deiezione, alienazione, ripetizione dell’esistere, in forme e
atteggiamenti che abbiano una compostezza, un decoro, una dignità imparentate con la grande tradizione lirica del passato, da Petrarca a Leopardi;
essere i continuatori novecenteschi di un ethos antico, senza però cancellare il fatto che chi vive nel XX secolo e nel XXI secolo deve proporre un
modello di soggettività contemporaneo, e dunque render conto dello «scialo di triti fatti», del «vuoto che ci invade», per usare alcune delle più
famose formule montaliane
” (da un dialogo con Italo Testa).
FRANCO FORTINI
Traducendo Brecht
Un grande temporale
per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando
ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire
la parola d'un poeta o mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.
Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida al niente
gli uomini e le donne che con te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
(da Una volta per sempre, Mondadori, 1963).
Guido Mazzoni è nato nel 1967. Ha vissuto e lavorato a Pisa, Parigi, Londra e Chicago; insegna letteratura all'Università di Siena. Ha scritto i saggi Forma e solitudine (Marcos y Marcos, 2002) e Sulla poesia moderna (il Mulino, 2005). I mondi (Donzelli, 2010) è il suo primo libro
di poesia.
Per altre considerazioni e testi rimando, tra gli altri, a Lorenzo Carlucci in "Village", il blog di Scheiwiller (v. qui) e su Nazione Indiana a Franco Buffoni (v. qui), che tra l'altro ricorda i primi esordi, nel 1991, di un giovanissimo Mazzoni, prima dei "lunghi anni di silenzio poetico" che hanno preceduto l'uscita de "I mondi", a tutti gli effetti la sua opera prima, a parte i molto apprezzati libri di critica citati sopra.