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Guido Mazzoni al Premio Ceppo

Creato il 29 marzo 2011 da Ellisse

Guido MazzoniIl terzo appuntamento con gli autori che quest’anno sono stati protagonisti del 55.mo Premio Internazionale Ceppo di Pistoia riguarda Guido Mazzoni, anch’egli uno dei vincitori del Premio Selezione Ceppo Poesia in lizza per il riconoscimento finale, scelto “per aver scritto con lucidità nel libro (“I mondi”, Donzelli Editore) un percorso in bilico sul filo di conflitti indissolubili, un taccuino di viaggio in quel labirinto di lacerazioni che è l’esistenza" (dalla motivazione di Martino Baldi).

Pure Morning

L’urto delle gocce sulle foglie,

la condensa, la luce che rischiara

i gerani strappati e ancora vivi nel vapore

del ghiaccio che si scioglie,

la terra sparsa sul balcone dai vasi - vedevamo

una periferia enorme oltre le grate

del terrazzo e nelle luci

di casa le persone vivere,

mettere nel buio le stanze illuminate; e poi più in là

tra gli spazi vuoti, i fili e il muro

della circonvallazione, cominciava

la rete dei viali e la metropoli

immensa si mostrava. Dopo, se il cielo

diventava chiaro e le colonne

dei fari segnavano le strade, il rombo

fuori dai vetri era pieno

delle vite che vedevo

rapprendersi in quegli attimi, quando la fila

delle auto si ferma e ci guardiamo

esistere dai finestrini, tra i fanali,

il loro cerchio nel cono della pioggia, dentro i secoli

che ora mi vengono incontro

dai campi coltivati, dai caselli

di Milano se la nebbia si dischiude. Ogni vita

è solo se stessa: questa luce

bassa sulle case, i primi treni

che aprono il vento e ci sorprendono

in una specie di torpore,

la pastiglia nel bicchiere, gli adolescenti,

nel video, che cantano il dolore;

quando sembra che la mente nasconda

a se stessa il gesto di fuggire

la mattinata pura, i fatti nudi,

nel rumore di tutti il tempo che si perde

per essere solo ciò che siamo adesso,

per diventare solo solitudine.

(da I mondi, Donzelli, 2010)

Durante il recital di incontro con il pubblico Guido Mazzoni ha scelto di leggere Franco Fortini, uno degli autori a cui egli riconosce un ethos specifico, quello “ di stare nel presente, ma saper calare queste esperienze assolutamente moderne di deiezione, alienazione, ripetizione dell’esistere, in forme e atteggiamenti che abbiano una compostezza, un decoro, una dignità imparentate con la grande tradizione lirica del passato, da Petrarca a Leopardi; essere i continuatori novecenteschi di un ethos antico, senza però cancellare il fatto che chi vive nel XX secolo e nel XXI secolo deve proporre un modello di soggettività contemporaneo, e dunque render conto dello «scialo di triti fatti», del «vuoto che ci invade», per usare alcune delle più famose formule montaliane ” (da un dialogo con Italo Testa).

FRANCO FORTINI

Traducendo Brecht

Un grande temporale

per tutto il pomeriggio si è attorcigliato

sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.

Fissavo versi di cemento e di vetro

dov’erano grida e piaghe murate e membra

anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando

ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,

ascoltavo morire

la parola d'un poeta o mutarsi

in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi

sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli

parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso

credo di non sapere più di chi è la colpa.

Scrivi mi dico, odia

chi con dolcezza guida al niente

gli uomini e le donne che con te si accompagnano

e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici

scrivi anche il tuo nome. Il temporale

è sparito con enfasi. La natura

per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia

non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.

(da Una volta per sempre, Mondadori, 1963).

Guido Mazzoni è nato nel 1967. Ha vissuto e lavorato a Pisa, Parigi, Londra e Chicago; insegna letteratura all'Università di Siena. Ha scritto i saggi Forma e solitudine (Marcos y Marcos, 2002) e Sulla poesia moderna (il Mulino, 2005). I mondi (Donzelli, 2010) è il suo primo libro di poesia.
Per altre considerazioni e testi rimando, tra gli altri, a Lorenzo Carlucci in "Village", il blog di Scheiwiller (v. qui) e su Nazione Indiana a Franco Buffoni (v. qui), che tra l'altro ricorda i primi esordi, nel 1991, di un giovanissimo Mazzoni, prima dei "lunghi anni di silenzio poetico" che hanno preceduto l'uscita de "I mondi", a tutti gli effetti la sua opera prima, a parte i molto apprezzati libri di critica citati sopra.


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