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Guidonia: il sindaco censura i monologhi della vagina

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Guidonia: il sindaco censura i monologhi della vagina

Vagine toscaniane, glutei, seni all’aria che vengono solo rimossi solo dopo le proteste delle donne, accusate di bigottismo costantemente dall’opinione pubblica italiana che proviene quasi sempre da destra, aleggiano spavaldamente in ogni angolo delle città italiane. Non da fastidio la nudità, le vagine quando sono esposte, esibite, mercificate, utilizzate a fine voyeuristico-commerciale, ma fanno scandalo quando vengono utilizzate per rivendicare la libertà sessuale contro la violenza sulle donne.

Accade a Guidonia, cittadine diventata famosa per uno stupro di gruppo efferato, la quale dovrebbe essere attenta a livello comunale al contrasto della violenza di genere invece pare proprio il contrario. Viene censurata  alla vigilia dell’8 marzo, la parola vagina dai cartelloni pubblicitari che reclamizzano “i monologhi della vagina” di Eve Ensler da parte sindaco pidiellino “perchè avrebbero urtato la sensibilità dei cittadini”. L’odio della vagina è lo stesso di chi ci stupra. Una decisione che ovviamente ha scatenato polemiche

Perchè si sà la vagina può essere mostrata e consumata come strumento di piacere maschile erotico e come fonte di guadagno ma mai per parlare della sessualità femminile e questo quelli del PDL lo sanno benissimo.

Se nel 2011 è ancora così difficoltoso parlare di vagine e pronunciare questa parola c’è qualcosa che non va, sopratutto se queste azioni vengono dal centro destra che tanto difende la sessualità ma quando è solo l’uomo a praticarla.

Si tratta di un’azione senza dubbio molto grave, antifemminista e di stampo cattolico, una contraddizione in un Paese dove non si fanno problemi quando vengono esposti su 3×6 e in tv immagini di culi, cosce, seni e veri e propri stupri.

Ma forse non si tratta nemmeno di una contraddizione: la donna e il suo corpo fanno paura quando sono liberi, la pubblicità commerciale sottomette la donna per questo che il suo proliferare fa meno scandalo dell’affissione dei “monologhi della vagina” opera femminista per eccellenza. Ma purtroppo in italia le donne sono relegate ai margini della società e il risultato sono questi tristi episodi.



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