“L’opposizione non ratificherà una situazione che porterà ad elezioni dai risultati decisi in anticipo e che permetterà ad Alpha Condé di succedere a sé stesso”. Con questa dichiarazione il portavoce dell’opposizione guineana Aboubakar Sylla ha messo in capo - a meno di un mese dalle presidenziali previste per l’11 ottobre - l’ipotesi di un boicottaggio del voto, la cui data era già stata al centro di polemiche.
Gli oppositori di Alpha Condé - presidente in carica che, come previsto dalla legge, ha scelto di candidarsi per un secondo mandato - denunciano la mancata applicazione dell’accordo siglato lo scorso agosto: questo prevedeva un rimpasto delle amministrazioni locali provvisorie (in attesa del voto più volte rinviato e ad oggi fissato per il 2016), una revisione della composizione della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) e una verifica del registro elettorale. In particolare, Sylla accusa il governo di inserire nelle liste degli aventi diritto al voto anche i nomi di minori.
“Siamo talmente preoccupati che c’interroghiamo sull’opportunità di continuare a partecipare a questo processo”, ha affermato anche Celou Dalein Diallo, principale leader dell’opposizione, malgrado sia già cominciato il dispiegamento degli osservatori elettorali inviati dall’Unione europea in vista dell’11 ottobre.
Un elemento di distensione, tuttavia, potrebbe arrivare oggi, quando s’insedieranno ufficialmente le due componenti della Ceni designate dall’opposizione, Hadja Saran Kandé e Ramatoulaye Bah. Proprio sul nome di quest’ultima - moglie di un capo partito - si erano registrate divisioni, con il governo che la accusava di “odio viscerale” nei suoi confronti.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)