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Gulden Spoor al Villaggio 2014

Da Gianni Tacchini @villaggiobirra
brouwerij gulden spoor

Un ristorante, una caffeteria, una fabbrica di birra: il tutto, dal 16 maggio scorso, in poche centinaia di metri a Gullegem, Fiandre Occidentali, 5 km. da Kortrijk, in una delle zone più ricche di birre e di birrai dell’intero Belgio. Si sta parlando del ristorante ‘T Rusteel e del birrificio Gulden Spoor, uno dei più promettenti giovani birrifici belgi, per la prima volta quest’anno al, Villaggio.

gulden spoor

I Mastrobirrai di Gulden Spoor: Björn Desmadryl e Kim Olievier

1984: è l’anno in cui comincia l’avventura di ristoratore di Peter Koopman (& Co.), che affianca nel 2003 alla sua attività principale anche quella di piccolo, intraprendente produttore di birra in proprio, birra che poi finisce sulle tavole del proprio ristorante. Le birre le producono, all’inizio, un po’ “all’arrangiata”, in un fienile riconvertito alle esigenze di una seppur modesta produzione, tanto “arrangiato” da meritarsi il nome (il birrificio) di ‘t Brouwkot (la “birra baracca”, letteralmente). Le cose procedono in questo modo fino mal 2009, quando a Gullegem si decise di fare più sul serio: a Peter si affiancano altri soci produttori (in primis Björn Desmadryl e Kim Olievier), oltre al figlio stesso di Peter, che decidono di dare gradualmente un’impronta sempre più professionale al proprio modo di produrre. Nasce il progetto di un birrificio in pianta stabile, “come Dio comanda” si potrebbe dire, progetto che si materializza definitivamente poco tempo fa, con l’apertura definitiva del nuovo impianto di produzione in Heulestraat 115, a Gulleghem. Progetto produttivo guidato dal motto “tutto è possibile ma nulla è obbligatorio” (in birrificio, si intende), caratterizzato dall’uso di luppoli autoctoni (in controtendenza rispetto alla nouvelle vague produttiva belga, sempre più innamorata di luppoli più o meno esotici) e da ricette legate strettamente alla tradizione produttiva locale.

La gamma standard dei prodotti di Gulden Spoor comprende la bionda Netebuk (6,5% ABV), una classica belgian ale, la roodbruine Vlaskapelle (5% ABV), la belgian strong ale Kalle (8% ABV), così come la scura Manten (6% ABV), che mantengono ancora nel nome il “vecchio” prefisso Brouwkot. Fra le birre invece “targate” Gulden Spoor spicca la Druivenbier, nella quale viene impiegata anche una piccola percentuale di uva. Nel loro nuovo impianto vanno a produrre anche alcuni giovani birrifici della zona (privi o parzialmente privi di impianti propri) come Het Verzet, Hugel, Oude Maalderij, dando vita (sono le parole di Peter Koopman) ad una sorta di “impollinazione incrociata” che porta ciascuno degli attori (produttivi) ad imparare dall’altro.

Al Villaggio sarà Isabelle Depuydt, l’export manager, a spillare le birre di Gulden Spoor.

Netebuk

netebuk

Aroma e gusto che mettono in evidenza la dolcezza del malto con note mielose che prendono il sopravvento sui luppoli utilizzati. Belgian Ale piacevole. 6.5% alc. vol.

Manten

manten

L’aroma inizia con note frutta secca, nocciole, malto tostato per poi arricchirsi (e quindi differenziarsi) di sentori di frutta rossa leggermente asprigna e un amarino di luppolo finale. Un corpo robusto, dal colore marrone, ricco di malto tostato con note speziate. Dubbel. 6% alc. vol.

Kalle

Kalle

Tripel “particolare” brassata con aggiunta di coriandolo e liquirizia che vengono fuori nell’aroma in modo caratterizzante. Gusto piacevolmente tendente al dolce del malto con un lieve finale luppolato e speziato. 8.5% alc. vol.


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